La Disney crea una task force sull'intelligenza artificiale da applicare alle varie divisioni dell'azienda

La Disney ha messo insieme una task force che studi come applicare l'intelligenza artificiale alle varie divisioni dell'azienda

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Grazie a un report pubblicato da Reuters scopriamo maggiori dettagli sugli investimenti che The Walt Disney Company sta facendo sul fronte dell'intelligenza artificiale, in particolare mettendo insieme una task force di esperti che hanno il compito di studiare queste tecnologie e il modo di applicarle alle varie attività della multinazionale, inclusa la divisione parchi e, ovviamente, gli studios.

Disney sta cercando esperti di intelligenza artificiale e machine learning con l'obiettivo di sviluppare una serie di applicazioni proprietarie che contribuiscano a tenere sotto controllo i costi di produzione, sempre più ingenti. Sul fronte cinematografico, il 2023 si sta configurando come un anno particolarmente pesante per lo studio, che già veniva da un 2022 segnato da alcuni pesanti flop (in particolare Disney Animation e Pixar, con Lightyear e Strange World, che insieme hanno generato una perdita di oltre 300 milioni di dollari per l'azienda). Ecco quindi che diventa sempre più importante trovare il modo di controllare meglio i costi ottimizzando varie aree di produzione, sia nell'animazione che nel live action.

Ma secondo Reuters, l'AI verrà utilizzata anche in molte altre divisioni tra cui quella televisiva, la divisione parchi e l'area marketing & advertising, che punta a creare "un sistema pubblicitario di nuova generazione guidato da AI", verosimilmente da integrare nelle proprie piattaforme streaming.

Disney è una delle tante aziende del mondo dei media che sta implementando l'utilizzo di questa tecnologia per ottimizzare i propri processi produttivi e aziendali: questo potrebbe contribuire ad aumentare i risparmi (ed eventualmente i licenziamenti, come temono i sindacati). L'utilizzo dell'intelligenza artificiale è particolarmente temuto sul fronte creativo, non a caso è uno dei temi più dibattuti nelle vertenze in corso con gli sceneggiatori e gli attori. A giugno la Disney era finita nell'occhio del ciclone per aver commissionato a Method Studios i titoli di testa di Secret Invasion con una tecnologia generativa basata sull'intelligenza artificiale.

Ma gli investimenti nel settore dell'AI risalgono a ben prima degli scioperi: la task force di cui parla Reuters è stata pensata all'inizio dell'anno, e attualmente sta cercando 11 persone da assumere.

L'attività di ricerca della Disney è fondamentale, e contribuisce ad arricchire il portfolio di oltre 4000 brevetti di proprietà dell'azienda sin dalla sua nascita nel 1928. Una delle divisioni si chiama Disney Research Studios, ha base a Zurigo e nell'ultimo decennio ha concentrato i suoi studi nella creazione di "umani digitali" che siano indistinguibili dalle controparti reali o immaginarie, con l'obiettivo di migliorare gli effetti visivi e non rimpiazzare gli umani. L'attività legata al machine learning viene così descritta:

Lavoriamo su algoritmi per trovare strutture nascoste in grandi insiemi di dati, utilizzando una combinazione di modellazione probabilistica e deep learning. Questi ambiti spaziano dall'analisi dei social media, al text mining, all'analisi dei consumatori, al calcolo visivo e alla generazione di contenuti.

Gli studi su questo settore risalgono al 2006, come spiega Hao Li a Reuters:

Sostanziamente fanno ricerca su qualsiasi cosa, basandosi sulla performance capture di umani, creando volti digitali. E poi alcune di queste tecniche vengono adottate dalle varie divisioni.

Un esempio è il Project Kiwi di Disney Imagineering, che ha utilizzato le tecniche di machine-learning per creare il robot di Baby Groot, che in futuro potrebbe "interagire con i clienti di Disneyland".

Un altro ex dirigente aggiunge:

La ricerca sull'intelligenza artificiale risale a molto tempo fa, e riguarda tutto ciò di cui si discute oggi: trovare qualcosa che aiuti gli studios a realizzare i film, i videogiochi, o i robot parlanti all'interno dei parchi a tema con cui il pubblico può parlare.

Disney ovviamente non è l'unica media company a investire su queste nuove tecnologie: la ricerca su questo fronte è un imperativo, il rischio è l'obsolescenza nel giro di pochi anni.

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