Disney sta puntando più che mai sui parchi a tema

I parchi a tema sono la carta principale che Disney vuole giocarsi per tornare sui binari dopo un 2023 difficile

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Crociere, parchi a tema, gadget. Nell’organigramma Disney queste cose sono catalogate sotto il termine di Disney Experiences, le esperienze che vengono offerte allo spettatore. Che non siano anni facili per la casa di Topolino è risaputo, ve ne abbiamo parlato più volte e vi abbiamo riportato le parole di Bob Iger con cui faceva intuire la strategia per invertire la rotta (tra cui la cancellazione di qualche film e un accordo con Epic Games). Una crisi iniziata in epoca Bob Chapek - e quindi in tempo di Covid - il quale veniva da una carriera a capo della divisione parchi a tema, e che proprio nei parchi a tema potrebbe trovare la sua soluzione. 

Investimenti raddoppiati

Il nuovo chairman delle esperienze Disney, Josh D’Amaro, ha tra le mani un investimento di ben 60 miliardi di dollari in 10 anni per le lo sviluppo dei parchi a tema. Una cifra che è il doppio di quella precedentemente allocata. Nella visione della società il lato esperienze ha delle potenzialità ancora inespresse come numerose proprietà intellettuali non ancora valorizzate nelle attrazioni e più di 1.000 acri di terreno disponibili per lo sviluppo nei sei resort dell’azienda.

La divisione conta 180.000 dipendenti ed è l’unica ad avere portato profitti alla Disney ogni trimestre con un picco assoluto di ricavi all’inizio del 2024. Un rimbalzo, dopo la crisi del Covid, che aveva portato la divisione ad essere la più dispendiosa dovendo mantenere le strutture e i dipendenti in una situazione di inattività. Oggi i parchi a tema offrono una boccata di ossigeno alla Disney impegnata su più fronti. C’è il box office cinematografico che deve riprendersi dopo un 2023 disastroso ma che, a causa di una razionalizzazione delle uscite e il rallentamento dovuto allo sciopero degli sceneggiatori, si giocherà molto soprattutto a da metà anno in poi. C’è la guerra dello streaming con Disney Plus che, dopo un iniziale boom, fatica rispetto alla rivale Netflix. Si prevede che possa diventare redditizio solo dal prossimo anno. 

I proventi per il segmento delle esperienze ha raggiunto gli 8,9 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita del 23% rispetto al 2022. Nel 2019, anno particolarmente felice per il settore, i miliardi erano stati 6,8. Bob Iger ha quindi usato le Disney Experiences per rassicurare gli investitori affermando che sono quelli gli spazi dove scommettere in termini di capitale per offrire valore agli azionisti. 

Margini di espansione per i parchi a tema

Per D’Amaro ci sono quindi ampi margini di manovra. Disney ha in programma di spendere 17 miliardi solo nel parco della Florida. EPCOT di Orlando, dovrebbe vedere una trasformazione profonda con nuove attrazioni. Splash Mountain sarà sostituita da La principessa e il ranocchio. La sezione DinoLand U.S.A del Disney's Animal Kingdom si trasformerà in una sezione chiamata Tropical Americas con zone a tema Encanto e Indiana Jones e scenografie ispirate all’architettura dei Maya. 

Il 70% dei 60 miliardi investiti sarà dedicato a nuove esperienze nei parchi e nelle crociere. Il 30% rimanente servirà a mantenere le infrastrutture esistenti. Sono attese diverse aperture a partire dal 2025. D’Amaro è consapevole dell’importanza del legame con le storie. Da lì si costruisce l’entusiasmo per le esperienze. Si sta muovendo quindi guardando tutte le potenzialità ancora inespresse. 

Non abbiamo ancora raccontato nulla sul Wakanda (nei parchi a tema). Non abbiamo raccontato storie su Frozen, anche se è un franchise di 10 anni, oppure franchise come Coco ed Encanto. Abbiamo un flusso praticamente illimitato di storie che possiamo proporre. 

La concorrenza è agguerrita. Comcast’s NBCUniversal lancerà un parco Epic Universe ad Orlando nel 2025con cinque aree che contengono attrazioni da IP popolari come il Super Nintendo World, The Wizarding World of Harry Potter e lo spazio dedicato a Dragon Trainer. Anche Universal sta vivendo un periodo di forte crescita e potrebbe capitalizzare sulle sue esperienze lo scontento per i recenti aggiustamenti di prezzo dei parchi Disney. 

Tutto è collegato. Tutto parte dalle storie, arriva al cinema o in TV per poi approdare nel mondo esperienziale. Disney sta operando proprio in senso convergente, dice D’Amaro. Spiega che quando il team di Kevin Feige immagina nuove linee di trama e nuovi franchise è affiancato da quello dei parchi a tema che, in parallelo, iniziano a valutare come tradurre quei film in attrazioni. D’Amaro sa che nelle sue mani c’è la possibilità di portare Disney su sponde tranquille, favorevoli agli investitori ed estremamente profittevoli. Chissà che poi, in futuro, non venga a sua volta premiato, come successo a Chapek. In fondo nel 2026 Iger dovrà trovare un suo successore… Ancora una volta. 

Fonte: The Hollywood Reporter

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