Disney+ perde 2.4 milioni di abbonati nell'ultimo trimestre del 2022, principalmente a causa di Hotstar
Per la prima volta Disney+ perde abbonati, ma il motivo è legato principalmente al crollo di Hostar dopo la perdita dei diritti del cricket
Disney+ ha perso per la prima volta abbonati dal suo lancio nel 2019: durante la comunicazione agli azionisti dei dati dell'ultimo trimestre del 2022 (il primo dell'anno fiscale dell'azienda, che termina a fine settembre) è stato infatti rivelato che la piattaforma streaming ha perso 2.4 milioni di abbonati in tutto il mondo, scendendo a 161.8 milioni di abbonati complessivi (a fine novembre erano oltre 164 milioni). Il dato era atteso, perché legato prevalentemente al crollo di 3.8 milioni di abbonati di Disney+ Hotstar, la versione della piattaforma offerta in India, dovuto alla perdita dei diritti del cricket alla fine dell'anno scorso. Disney+ ha registrato una forte crescita nel numero di abbonati, negli ultimi anni, proprio grazie all'acquisizione di Hotstar: includere nei dati sugli abbonati globali anche quelli della piattaforma indiana ha dato l'impressione di un grande boom, ma ora ovviamente avrà una conseguenza opposta, soprattutto in termini mediatici.
A dimostrazione che la grande "bolla Netflix" della crescita nel numero di abbonati è scoppiata definitivamente l'anno scorso, quando Netflix ha perso diversi miliardi in capitalizzazione quando ha annunciato di aver perso abbonati, stavolta Wall Street non ha reagito negativamente, preferendo concentrarsi sui dati fiscali migliori delle aspettative e crescendo del 3% nelle contrattazioni after-hours. E questo perché Disney può fare affidamento su diverse entrate, nonostante registri perdite ingenti sul fronte dello streaming: i ricavi sono cresciuti dell'8% a 23.5 miliardi di dollari, battendo le previsioni degli analisti.
Calano invece i ricavi delle tv lineari, mentre sono andati decisamente meglio i ricavi cinematografici. Ma i dati migliori arrivano dalla divisione Parchi, che ha visto i ricavi crescere del 21% a 8.7 miliardi di dollari.
Fonte: CNBC