La Disney fa causa al governatore della Florida Ron DeSantis

La Disney ha deciso di fare causa a Ron DeSantis, governatore della Florida, per le "ritorsioni" compiute contro Walt Disney World

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Quello che alcuni ipotizzavano è accaduto: la Disney ha deciso di passare all'attacco, e ha fatto ufficialmente causa a Ron DeSantis, Governatore della Florida e aspirante candidato alla Casa Bianca, le cui possibilità tuttavia si stanno dissolvendo progressivamente anche per via di questa sua "ossessione" nei confronti della major che alcuni suoi colleghi di partito (e molti suoi elettori) giudicano controproducente e ben poco "americana" nel senso Repubblicano del termine.

La causa afferma che l'amministrazione di DeSantis ha lanciato una campagna di odio nei confronti della Disney, definendola una vera e propria "vendetta governativa" contro la libertà di espressione dell'azienda: "DeSantis minaccia le attività e gli affari della nostra azienda, mettendo in discussione il suo futuro economico nella regione e violando i suoi diritti costituzionali. La Disney è dispiaciuta che si sia arrivati fino a questo punto, ma avendo esaurito gli sforzi per trovare una soluzione, è costretta a fare causa per proteggere i lavoratori dei suoi parchi, gli ospiti e i suoi partner per lo sviluppo locale da questa campagna implacabile per armare il potere governativo contro la Disney come vendetta perché ha espresso un punto di vista politico poco affine alle visioni di certi ufficiali dello Stato". Posizioni espresse qualche giorno fa dallo stesso Bob Iger, che ha definito le mosse del governatore "anti-Florida".

Nella causa, la Disney chiede alla corte di dichiarare le mosse di DeSantis "illegali e inapplicabili", perché dovute a una campagna vendicativa che viola il Primo Emendamento, e chiede che vengano annullate le leggi che hanno dissolto il distretto speciale dove si trovano i parchi Disney e modificato il loro status fiscale.

Portando la vicenda in tribunale, la Disney potrebbe avere il coltello dalla parte del manico, anche perché come dicevamo sono in molti a non vedere bene l'insistenza di DeSantis contro un'azienda che dà lavoro a 80,000 persone in Florida e paga centinaia di milioni di dollari all'anno in tasse, portando milioni di persone a visitare lo stato grazie ai suoi parchi. Il giudice giusto potrebbe dare assolutamente ragione alla Disney, e per contro DeSantis ha tutto da perdere sul fronte politico, quando deve concentrarsi sulla campagna elettorale per le primarie e poi, nel caso si ritirasse, su quella per la sua rielezione a governatore.

L’argomento del contendere è la nuova legge siglata da DeSantis a fine febbraio che toglie alla Disney il controllo del distretto speciale che ospita Disney World e numerose altre strutture, affidando la gestione della zonazione, delle infrastrutture, dei vigili del fuoco e altri aspetti logistici dei parchi. Una punizione per le sue posizioni riguardo la legge cosiddetta Don’t Say Gay espresse l’anno scorso. La Disney ha utilizzato una clausola legale per impedire il passaggio di consegne, riuscendo a far firmare al consiglio di Ready Creek un accordo di sviluppo di 30 anni, che tecnicamente neutralizzerà la nuova legge. La cosa ha mandato su tutte le furie DeSantis, che ha chiesto alle autorità della Florida di mettere sotto indagine il consiglio di amministrazione di Disney World e ha minacciato di aprire una prigione di stato accanto al parco.

La Disney intende investire 17 miliardi di dollari in Walt Disney World nel prossimo decennio, arrivando a generare altri 13.000 posti di lavoro.

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