Denis Villeneuve sull'insuccesso di Blade Runner 2049: "Il miracolo di quel film è che sto ancora facendo dei film"
Denis Villeneuve è tornato a parlare dell'esperienza avuta con il sequel della leggendaria fatica firmata Ridley Scott...
Prima di dedicarsi a questa monumentale opera, il filmmaker canadese aveva già avuto modo di lavorare in ambito sci-fi con Blade Runner 2049. Uscito nel 2018, nonostante l’apprezzamento critico ricevuto, non è stato però capace di ottenere quei traguardi di box office che un blockbuster da 180 milioni di dollari di budget (esclusa P&A) dovrebbe raggiungere per risultare profittevole e dare vita a un prosieguo.
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Sto aspettando ancora di distaccarmi un po' di più da quel film prima di rivederlo. Il miracolo di quel film è che io sto ancora facendo lungometraggi e che tu stai parlando con me. Quando stavo lavorando a quel film sapevo bene che stavo flirtando con il disastro. Mi sono messo in una posizione di elevatissimo rischio artistico. Come mi disse Christopher Nolan una volta, stavo letteralmente camminando in un "territorio sacro". Ed è vero, era come fare qualcosa di sacrilego. Il fatto che io stia ancora lavorando, chissà, magari se il film avesse funzionato cosa sarebbe successo, ma almeno posso dire di non essere stato bandito dalla comunità dei registi. Ma sarebbe potuto essere un gioco molto rischioso.
È un luogo estremamente evocativo, quello di Blade Runner. Ma il problema sta tutto nella parola sequel. Penso che il cinema abbia bisogno di storie originali. Ma se tu mi domandassi se mi piacerebbe tornare a parlare di quell’universo in una maniera differente, ti direi di sì. Ma dovrebbe trattarsi di un progetto autonomo. Disconnesso dalle altre due pellicole. Un noir ambientato nel futuro. A vole mi sveglio nel cuore della notte pensandoci.
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