Defenders: Al Ewing e Javier Rodriguez esplorano le versioni passate dell'Universo Marvel

Al Ewing e Javier Rodriguez parlano di Defenders, la serie che condurrà i lettori nelle versioni passate dell'Universo Marvel

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Dovreste già sapere della nuova serie dedicata ai Difensori, storico gruppo di eroi attivo soprattutto in ambito cosmico della Casa delle Idee. Al Ewing, sceneggiatore a cui sono stati da tempo affidati i lavori di ristrutturazione del cosmo Marvel, e il disegnatore sono giunti ormai al secondo numero di Defenders, negli Stati Uniti.

Ecco quel che i due hanno dichiarato in merito, rispondendo alle domande della redazione del sito ufficiale Marvel.

Defenders #2, copertina di Javier Rodriguez

Ewing - Credo che il primo fumetto dei Difensori che abbia mai letto sia The New Defenders, scritto da Peter B. Gillis, quello in cui Nick Fury suonava la carica in copertina, con la bandiera americana dietro di sé. Poi, lo apri e scopri che parla di un dandy demoniaco alla De Sade. che possiede la mente delle persone. La scena in copertina si rivela essere un'assurda fantasia macho progettata per far del male alle vittime. E non ho nemmeno graffiato la superficie di ciò che l'albo contiene.

Era un periodo in cui, nel Regno Unito, i fumetti americani erano ancora un oggetto misterioso che trovavi a caso nelle edicole e io divoravo ogni singolo albo su cui potevo mettere le mani. La mia prima impressione sui Difensori fu d un gruppo esoterico e strano, con toni queer e controculturali e un sacco di poesia fumettistica nel mezzo che non potevi far altro che accettare, nella speranza che avesse senso. Decidete voi il livello di influenza che quelle storie possono aver avuto su di me.

Rodriguez - Non so dirvi quando abbia incontrato per la prima volta i personaggi. Ho imparato a leggere con i fumetti e per lo più erano Marvel. Tra fine anni Settanta e inizio Ottanta, Defenders era pubblicato in Spagna in maniera assurda. La mia preferita era dentro una serie di mini-libri, riscritti e ricolorati. Ognuno conteneva circa centosessanta pagine di fumetto, con avventure di diversi personaggi, tra cui Los Difensores. Pubblicazione orrenda, ma io li amavo comunque ed era una lettura piuttosto conveniente.

Le sue storie preferite sono quelle in cui il gruppo combatte i Figli del Serpente, suprematisti che trovano sconfitta per mano degli eroi nei numeri da #22 al #25 della serie originale americana. Ewing annovera invece tra le storie del cuore quelle firmate da Peter B. Gillis e Steve Gerber, ma ha apprezzato anche la recente run scritta da Matt Fraction.

Defenders #1, copertina di Javier Rodriguez

Ewing - Rispetto ad Avengers e X-Men, i Difensori sono controcultura, sono una via di mezzo tra i due. Non oppressi quanto i secondi, ma ben lontani dall'essere celebrità. Parte del fascino degli Avengers è il fatto che siano fighi. Anche quando sono in contrasto con il governo, vivono dentro un celestiale, oppure hanno navi spaziali e Quinjet, hanno un sacco di strumenti spettacolari e sono rispettati automaticamente, considerati pezzi grossi. I Difensori sono sostanzialmente un gruppo di reietti e di persone che non fanno parte dell'establishment, che dormono tutti insieme sul divano di Doctor Strange.

Rodriguez - Non sai mai cosa aspettarti da un albo dei Difensori, ma sei certo del fatto che sarà qualcosa di straordinario e bizzarro allo stesso tempo. Questo è un gruppo che non dovrebbe funzionare, dai membri disparati e distanti, ma funziona. E sono tutti grandiosi. Doctor Strange, Silver Surfer, Hulk, Bestia... e grandi membri di serie b, come Cloud, Nighthawk, Gargoyle. Inoltre, ha goduto del lavoro di grandi scrittori e artisti.

La nostra storia parlerà di perdenti che perdono. I Difensori non hanno mai una conclusione trionfante, c'è sempre qualcosa che non va, qualcosa di disturbante o malinconico. Anche quando vincono, c'è tristezza e il senso di un destino infausto, intorno a loro.

Ewing - Non sono adeguati e non sono conformisti. Si possono leggere le anteprime e si può conoscere la trama, ma non si sa mai cosa ci sia dentro una storia dei Difensori finché non la si legge. Se si capisce tutto subito, non è Defenders. Personalmente, sarei felicissimo di vedere questo gruppo durare per un bel po'. Doctor Strange dovrebbe sempre avere un buon numero di ospiti strani che dormono nel tinello.

La trama parte dai folli progetti di Carlo Zota, tecnicamente il primo villain della storia Marvel, che usa la magia per manipolare il tempo, scoperti da Masked Raider, che interpella Strange. Il quale a sua volta non può che chiamare a sé la nuova formazione dei Difensori, per inseguire Zota attraverso il tempo e oltre, nei Multiversi più antichi. Finalmente, potremo esplorare le versioni del cosmo Marvel precedenti a quella che conosciamo, una più bizzarra e vitale che mai nelle matite di Rodriguez, secondo Ewing. Il quale sottolinea che tutto ciò è stato messo in moto da Marvel Comics #1000 ormai due anni fa e che avrebbe dovuto manifestarsi già nel 2020.

Ewing - Se all'inizio abbiamo lavorato in maniera abbastanza tradizionale, ho dato ad Javier un sacco di spazio di manovra, perché ho grande fiducia in lui, quindi il metodo di realizzazione della storia ha finito per somigliare un po' più allo stile Marvel, rispetto al solito. Con l'andare del tempo ci siamo spinti a dare più responsabilità ad Javier, anche su sua richiesta. Mi fido di lui al cento percento. E se certamente la cosa si vede già nel primo numero, in parallelo con l'andare della storia aveva perfettamente senso che io affidassi man mano più responsabilità creativa alla sua magia artistica, nel corso del viaggio. Lanciamo incantesimi proprio come Stephen Strange e i risultati vanno oltre ogni immaginazione.

Rodriguez - Credo che sia stata una grande partita di ping pong. Al mi ha concesso molta libertà di giocare con la storia e ho apprezzato moltissimo. Mi piace pensare di avergli anche io dato grande fiducia riguardo alle proposte narrative.

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Fonte: Marvel

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