Decorum: Jonathan Hickman e Mike Huddleston presentano la loro nuova serie fantascientifica
Un impianto grafico fatto di stili che cambiano in continuazione è la coraggiosa veste di Decorum, nuova serie di fantascienza firmata da Jonathan Hickman
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Hickman e Huddleston sono stati intervistati in merito da CBR:
Hickman - Sono proprio entusiasta all'idea che tutti vedano quel che Mike è stato in grado di fare, perché è davvero speciale e non dovreste perdervelo. Si tratta di una lezione su come fare a non lasciare che il genere definisca l'estetica di un'intera storia, su come essere liberi di interpretare visivamente ogni scena. Davvero una prova di coraggio.
Huddleston - E io non vedo l'ora che la gente scopra l'universo creato da Jonathan. Enorme! Decorum è la prima occasione che ho di lavorare alla creazione di un mondo così vasto e spero che vi piacciano gli scenari e i personaggi.Hickman - A un certo punto ho iniziato a lavorare solo per la curiosità di vedere cosa Mike avrebbe fatto delle mie idee.
Huddleston - Da grande fan della fantascienza, ho preso un sacco d'ispirazione dai film di genere degli anni Settanta e Ottanta, nonché da parecchie copertine di libri e fumetti dello stesso periodo. Il progetto della veste editoriale in sé è invece merito di Jonathan.
Hickman - Come spesso accade, mi si attribuisce più del dovuto, dato che gran parte del lavoro lo ha fatto Sasha Head, assieme alla quale ho lavorato per costruire la veste in cui opera Mike. Spesso si lavora sul formato editoriale cercando di dare un senso di coerenza e omogeneità attorno a tavole che hanno uno stile molto specifico, ma non è questo il caso, dato che Mike usa molti stili diversi. Dovevamo realizzare il contenitore di parecchie cose diverse. So che suona strano, ma è così.
Huddleston - Mi sono semplicemente lasciato guidare dalle sceneggiature, immaginandomi le sequenze mentre le leggevo. Alcune mi pareva dovessero essere molto patinate e pittoriche, altre fredde e poco dettagliate. La tecnica scelta dipende semplicemente da quel che andava comunicato.
Hickman - Ho scritto questa storia in forma di sceneggiatura per uno spettacolo, come un copione, quindi è Mike che decide dove mettere enfasi, cosa debba contenere una pagina, quanto lunga debba essere una sequenza e quanto un albo. Quando vedrete un cambio del suo stile, significa che ha deciso che la vicenda avesse bisogno di variare toni, o di una spinta, di riorientare il lettore e la sua percezione. Ed è una cosa molto intelligente.
Hickman è stato particolarmente avaro di notizie sulla trama, come spesso accade. Pungolato sull'idea che una delle scene dell'anteprima sia una sorta di occupazione coloniale in corso, ha sottolineato che nessuna delle scene che sono state mostrate alla stampa è calata nel proprio contesto e, pertanto, ognuna di esse potrebbe significare qualcosa di completamente diverso dal previsto...
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