Death Metal: Scott Snyder sugli eventi del secondo capitolo

Death Metal giunge alla sua seconda uscita e Scott Snyder commenta gli eventi narrati e i personaggi comparsi sinora nella saga

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Black Nights: Death Metal #2 è ormai sugli scaffali delle fumetterie americane e su quelli di molti lettori. Lo sceneggiatore, Scott Snyder, interviene sulle pagine di Comic Book Resources per commentare lo stato della trama sin qui e spiegare alcuni momenti chiave e alcune scelte fatte sinora nella costruzione dell'evento che ha il compito di riannodare le fila del multiverso DC Comics. Scontato ma importante avvertirvi degli imminenti SPOILER.

Snyder - Riportare la Justice Society nel presente dell'Universo DC aveva un valore speciale per me. Avevo l'impressione che aleggiasse un po' su tutte le storie, tra Doomsday Clock e Justice League: li abbiamo visti o in qualche sorta di passato o comunque fuori dalla continuity principale e poterli riportare al presente, certificando che sono nel mondo reale, sebbene per ora nella loro forma più antica, mi ha davvero reso felice, mi ha regalato emozioni meravigliose. Questo numero aveva lo scopo di mostrare che la storia dell'Universo DC sarà coinvolta in moltissimi modi. I personaggi morti, quelli scomparsi, sono tornati in modalità che avranno un grande peso nella storia.

Certo che Doomsday Clock ha avuto un impatto sulla trama, che è sempre rimasta molto flessibile, nei progetti, proprio per poter alle conseguenze di quella storia, in maniera da reagire ad esse in maniera complementare, a seconda di ciò che avrebbero proposto. Sin dall'inizio, ho concepito questa storia perché si connettesse con il passato, il presente e il futuro dell'Universo DC, nel tentativo di realizzare una dichiarazione sulle direzioni in cui dovrebbe andare, nel 2021 e oltre.

Snyder si definisce ammirato dal lavoro di Geoff Johns su Doomsday Clock e dall'importanza della sua saga per l'arricchimento della mitologia DC, che ora è ricca di nuovi spunti sulla base di cui costruire qualcosa di originale. Dopodiché lo sceneggiatore è passato a parlare di Robin King, un personaggio importante di Death Metal, di cui ha già detto in passato.

Snyder - Non voglio esagerare, ma devo di re di adorarlo, perché mi spaventa a morte. Non svelerò le sue origini, ma il punto è che il Batman che Ride è più o meno il massimo dell'orrore che posso infilate in un personaggio della DC. Ma il Robin King è il nuovo punto massimo. Se prendete Batman che Ride e gli portate via gli elementi che fanno sopravvivere in lui un barlume di speranza, in qualche modo, e poi lo ringiovanite, ottenere qualcosa di doppiamente terrorizzante. Robin King è sostanzialmente innocente, ma non meno malvagio. Se non ancora più malvagio. Credo che il suo aspetto sia davvero figo. C'è qualcosa in lui che lo spinge a uccidere ogni eroe esistente, una specie di ossessione fanciullesca. Ha dei mezzi tutti suoi per torturarli emotivamente per poi ucciderli.

Death Metal #2, copertina di Greg Capullo

In questa storia non volevo fare nulla che apparisse ripetitivo o minimalista, ma raccontare qualcosa di enorme, fresco e in espansione. Metal è stato un test, per vedere come la gente avrebbe reagito a un evento del genere, dato che non avevamo mai raccontato niente di così esuberante, da un sacco di tempo. Era una specie di follia kirbyana, con la stessa maestà cosmica ma senza i toni oscuri sotto la superficie, più esplosivamente sfacciata e ridicola, per quanto piena di cuore.

Questa volta, dato che sapevamo di avere il supporto dei lettori, volevamo dare alla storia più solidità, ma anche renderla più grande e più selvaggia, pur senza scendere nel cartoonesco. Abbiamo incluso un esercito di Lobo, il ritorno della Forgia dei Mondi, un Batman diventato l'intera Gotham, Superboy Prime e tanti altri.

Eppure, la volontà è quella di dare delle basi più solide alla storia dal punto di vista emotivo, rispetto a Metal. Siamo davanti a un'avventura che, per quanto piena di elementi bizzarri, racconta in maniera profondissima il percorso di Wonder Woman che deve affrontare la realtà riguardante ciò che l'Universo DC è diventato, ciò che gli eroi hanno fatto di sbagliato e ciò che possono fare meglio. Di fatto, parliamo di cosa significhi essere un eroe ed è per questo che credo lei sia la perfetta protagonista.

Dopo aver parlato del ruolo di Wally West, già commentato recentemente, Snyder rivela che la lezione fondamentale che Wonder Woman dovrà riscoprire è che l'eroismo è frutto del sacrificio gratuito al servizio del bene, senza bisogno che sia riconosciuto. Death Metal racconta una vera e propria guerra, un atto di sacrificio per un bene più grande. Ecco perché Sgt. Rock, uno dei soldati per eccellenza della DC, è il narratore designato della saga. La presenza di Jonah Hex, invece, è spiegata dallo sceneggiatore con il suo fascino per il pistolero, per le sue connessioni con Gotham e con la Corte dei Gufi. Ecco perché lo vedremo al fianco di Batman nella storia.

Snyder - Nel terzo numero di Death Metal, vedremo gli eroi raggiungere New Apokolips all'interno del Sole e salvare il resto dei loro colleghi, vedremo nascere un piano avrà conseguenze anche su altre serie e che prevede che le Lanterne Verdi vadano a caccia di ciò che resta del Multiverso per salvare ogni versione alternativa dei super eroi, per dar vita a un colossale esercito.

Fonte: CBR

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