DC Comics, The Wild Storm: Warren Ellis sulle ragioni dello storico ritorno
Alla vigilia del debutto di The Wild Storm, Ellis racconta retroscena sulle storie che furono e sulle ragioni per tornarci sopra
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Vulture ci ha fatto due favori piuttosto importanti, alla vigilia di questo storico quanto imprevedibile ritorno sulle scene: intervistare Ellis e diffondere una ricca anteprima dell'albo di cui sopra. Proprio i contenuti di questo articolo, che augura tutto il meglio possibile alla nuova incarnazione, pronta a vedere la luce.
Non avevo seguito troppo da vicino le vicende dell'Universo Wildstorm, prima di essere nominato suo sceneggiatore principale dalla Image. Ero povero, all'epoca, ed ero in cerca di un mio linguaggio, preoccupato da tutt'altro.
Mi ricordo però di aver notato grande qualità. La Image produceva fumetti che apparivano splendidi, molto più belli da vedere di tutto il resto della produzione. E lo stile di Jim Lee su Deathblow mi affascinava. E dire che era ancora molto acerbo.Fu Marie Javins, la mia prima editor alla Marvel e ora editor di The Wild Storm, a dire ai piani alti di allora della Image che cercavo lavoro. Il mio periodo in Marvel stava chiaramente giungendo al termine. Quindi mi chiesero di prendere in mano Stormwatch.
All'epoca, la Wildstorm era una specie di nave pirata senza regole. Jim aveva modi intriganti di fare le cose, c'era una libertà creativa notevole, ad esempio per gli artisti che si occupavano delle copertine. Potevano fare quel che volevano in un'epoca in cui le altre case editrici dovevano approvare e controllare ogni cosa sin dai bozzetti. Insomma, da scrittore, mi si chiedeva di essere creativo e far divertire il mio disegnatore e il mio editor.La transizione da Stormwatch verso The Authority è avvenuta quando scoprii che nessuno comprava Stormwatch. Chiamai gli uffici Image e glielo dissi. Mi risposero che lo sapevamo, ma che adoravano la storia, quindi avrebbero continuato a pubblicarla fintanto che volevo scriverla. Una delle cose più belle che mi siano mai state dette nel mondo dell'editoria.
Ma io mi sentivo comunque da schifo e iniziai a pensare a un modo per migliorare la situazione e restituire qualcosa ai miei editori, in modo che il loro investimento su di me fruttasse. E quello fu l'inizio del processo che condusse a The Authority.
Il secondo passo, fu ragionare molto sulle poche pagine che Bryan Hitch aveva realizzato per Stormwatch. Se non ricordo male, voleva lasciare i comics per la TV o il cinema, dato che era uno dei pochi in grado di usare una narrazione per immagini cinematografica su un fumetto senza snaturarlo. Lo studiai a lungo e pensai alle possibilità che quel suo particolare stile poteva aprire, cosa poteva diventare.
Ellis ha quindi confessato che mai avrebbe pensato di tornare su questi personaggi. Per principio, non è mai tornato indietro e, per caso, proprio quando la proposta della DC è arrivata, si stava chiedendo se questo principio non fosse diventato un dogma rigido, da mettere in discussione. La chiamata di Jim Lee e la presenza di Marie Javins sono state decisive per prendere la decisione, assieme alla libertà di ricreare e reinventare.
Ho subito pensato alle serie originali, che parlavano di quel che interessava a Jim e ai suoi amici all'epoca: cospirazioni, intelligenza aliena, operazioni sotto copertura e un sacco di roba paranoica. E la chiamata mi arriva un anno fa, prima della Brexit, prima delle ultime elezioni americane. Eppure, già allora, sembrava tutto perfettamente in linea con la nostra epoca.
Ho scritto i primi sei nuovi numeri convinto che probabilmente il Regno Unito non avrebbe votato per uscire dall'Unione Europea, ma che la campagna referendaria sarebbe stata cosa tosta e preoccupante. E infatti. E poi, ecco la Brexit. E allora ho saputo con certezza come sarebbero andate le elezioni in America. Ed eccoci qui, un anno dopo, con una nuova storia che parla di segreti poteri all'opera.
Molte delle storie Wildstorm dell'epoca parlavano di chi veramente abbia in pugno il mondo e di coloro che restano schiacciati dalla storia. Sì, erano spettacolari storie di supereroi e non voglio pompare oltremisura la metafora che contenevano, ma parecchi di quei personaggi si erano confrontati con la Vera Natura delle Cose e avevano perso. Alla grande. Quando spiegai questa cosa a Jim, decise di lasciarmi scrivere quel che volevo e mi diede in mano la serie.
Di solito, quando mi occupo di una nuova serie, leggo tutto quello che c'è da leggere sul personaggio, soprattutto se si tratta di un supereroe, perché molto difficilmente mi capita di farlo da lettore di fumetti. Un tempo, le case editrici mi mandavano enormi scatoloni di fotocopie e materiale d'archivio. Planetary è stata la prima serie nuovamente frutto solo della mia immaginazione. Questa volta, ho il raro vantaggio di essere lo scrittore di molte delle storie passate e di ricordare nel dettaglio molte di esse.
A proposito dei propri personaggi, Ellis ha avuto parole di apprezzamento per Steve Orlando e le sue storie su Midnighter e Apollo, chiarendo di essersi assicurato che The Wild Storm non interferisse con il suo lavoro. Del resto, quest'ultimo non ha luogo nell'Universo DC ufficiale, a differenza delle storie di Orlando.
Chi vedrete nella nuova serie. Ho un piano molto preciso. Posso dirvi che Bendix sarà con noi per poco. Ma non aspettatevi di vedere gente da Planetary. Lo considero a tutti gli effetti un progetto concluso e aveva soltanto poche e flebili connessioni con l'Universo Wildstorm. Per ora, posso dirvi solo che questa è una storia sui personaggi che Jim Lee e i suoi amici crearono un tempo. E che sto cercando di far loro onore.
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Fonte: Vulture