DC Comics, Sandman Universe: Kat Howard e Tom Fowler presentano Books of Magic
Kat Howard e Tom Fowler parlano del rilancio di Books of Magic per la linea Sandman Universe
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
La storia del giovane mago Tim, destinato a diventare il mistico più letale di sempre e nel dubbio se proseguire per questa strada o abbandonarla per una vita più mondana, prosegue con questo nuovo progetto della nuova linea Sandman Universe dedicato al personaggio creato da Neil Gaiman nel 1990.
Howard - Questo non è un debutto da zero, i fan della serie originale riconosceranno certamente alcuni personaggi ed elementi della storia. Detto questo, abbiamo anche progettato le cose in modo che i nuovi lettori possano prendere in mano l'albo senza sapere assolutamente nulla di quel che lo precede. Abbiamo dovuto fare un po' di equilibrismo, ma spero che la storia sia piacevole per entrambi i gruppi di lettori.
Fowler - La sceneggiatura originale diceva che le didascalie di apertura dovevano essere simili a quelle di un manoscritto medievale istoriato, ma ho pensato che, in un fumetto che cita nel titolo libri di magia, plurale, fosse divertente richiamare piattaforme narrative di un po' tutto il mondo. Quindi, accanto alle miniature da manoscritto medievale europeo, ho tentato di ritrarre anche tavolette di argilla assire, indiane, del Medio Oriente, e i manoscritti cinesi, artisti come Gustave Dorè e Arthur Rackham. Fino a Steve Ditko e Jack Kirby. Volevo mostrare l'importanza della lingua scritta nella cita di Tim e farlo tramite il linguaggio visuale.Ormai abbiamo piene le orecchie delle analogie tra il Fumetto e il Cinema. Si tratta del paragone migliore che abbiamo a disposizione. I personaggi sono i nostri attori sulla pagina e devono occupare e abitare lo spazio come se respirassero e fossero vivi. Sfortunatamente significa che noi dobbiamo costruire letteralmente quello spazio, per fare in modo che possano muoversi e interagire. Il che rende forse i fumetti più simili al teatro.
Howard - Le precedenti storie di Books of Magic e tutto quanto Sandman sono per me una benedizione. Non ho dovuto iniziare da zero ed è stato davvero divertente tornare indietro a scovare gli elementi già messi in moto e immaginarli in un altro contesto, per trovare i più interessanti e includerli nella storia di Tim. Ho anche avuto il privilegio di lavorare con un team creativo notevolissimo che mi ha regalato nuove prospettive e mi ha permesso di pensare alle cose in maniera differente.Rimaneggiare e reimmaginare le storie è una cosa che mi ha sempre interessato. L'idea di osservare quel che le persone amano, quel che risuona dentro di loro in una narrazione, e rendere nuovi elementi già familiari al pubblico è una delle cose che preferisco, quando scrivo. Si tratta di un puzzle molto particolare che mi diverto molto a comporre. Quindi parto sempre dagli elementi già presenti per poi ragionare sulla prospettiva in cui inquadrarli, su come posso vederli diversamente.
Un impegno che anche per Fowler non è nuovo: il disegnatore ha già lavorato su versioni sue di Hulk e di Quantum & Woody, cosa che lo ha portato a formulare una visione molto precisa del mondo in cui si muove Tim, che descrive come un mondo fatto di vecchio cemento sotto un cielo grigio, per sottolineare quanto sia materiale l'approccio del protagonista. Tim è quadratissimo nel carattere, mentre Rose, la coprotagonista, è un personaggio eclettico ed esotico, coloratissimo.
Fowler - Cerchiamo di sottolineare visivamente, a volte in maniera sottile, a volte meno, la separazione tra la vita mondana di Tim e quella magica. Gran parte del lavoro è svolto dal colore e dal modo in cui costruiamo le tavole. Quando Tim si avventurerà nei reami più magici, speriamo che sia più evidente.
Howard - In gennaio, Neil Gaiman ha tenuto un incontro con tutti gli sceneggiatori impegnati in Sandman Universe a New Orleans, dove potevamo confrontarci su quel che pensavamo dei nostri mondi e dei personaggi. Una delle cose che ha tirato fuori è che non era presente alcun libro in nessuna delle storie originali di Books of Magic. Dentro di me, è partita una risata malefica e ho deciso che nelle mie sceneggiature ci sarebbero assolutamente stati dei libri. Pensarci, mi ha fatto riflettere sul modo in cui raccontiamo le storie, condividiamo informazioni, e al modo in cui la magia potrebbe complicare questo processo.
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