DC Comics, Rinascita: Steve Orlando sulla vera forza di Supergirl

Steve Orlando ha approfondito alcuni temi trattati nel primo storyarc di Supergirl targato Rinascita

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Anche il personaggio di Supergirl è stato coinvolto nell’operazione Rinascita della DC Comics, con una nuova serie scritta da Steve Orlando e disegnata da Emanuela Lupacchino e Brian Ching. La prima storyline, Il Regno dei Cyborg Supermen, pubblicata in Italia sul mensile Superman di RW-Lion, ha visto Supergirl affrontare suo padre, il Superman Cyborg. Lo sceneggiatore ne ha approfittato per riportare il personaggio alle sue origini strizzando l’occhio anche alla serie televisiva in onda su The CW.

Orlando, in una intervista a Newsrama, ha voluto approfondire alcuni temi trattati in questo primo storyarc.

Supergirl #4, copertina di Brian ChingPenso che l'obiettivo con Supergirl e con Rinascita in generale sia riportare questi personaggi ai propri elementi basilari e presentarli ai lettori in maniera tale che ci sia una dichiarazione di intenti su chi siano e quale ruolo occupino nel mondo.

In Supergirl, una buona parte di questo obiettivo si incentra sull'esaminare il concetto di "forza" e ciò che questo termine comporta. Perché la parola può avere diversi significati a seconda di quale personaggio DC stiamo parlando.

Certo, la storia riguarda l'esperienza del personaggio con elementi tangibili che lei ha lasciato su Krypton, elementi che Superman non ha mai posseduto. Lei ha memorie della sua vita di appena due anni prima. Quindi parla del suo ambientarsi e del suo sentirsi persa: avrebbe potuto fare di più? Ma parla anche del concetto di forza.

La società guarda alla parola "forza" in termini di forza bruta e a volte la interpreta erroneamente come un metodo prettamente mascolino di risolvere i problemi. Tu hai un personaggio che, come suo cugino, ha poteri divini, ma la violenza per lei è l'ultimo rifugio. La comprensione è il suo modo di approcciarsi alle cose. Quindi ciò che fa è qualcosa che possa essere di ispirazione, che lasci il segno.

Supergirl #5, copertina di Brian ChingUno degli obiettivi del primo arco narrativo è stato vedere la scelta di Supergirl tra il suo mondo natio e la Terra - e questa è una scelta complicata. Scegliere un percorso che forse pochi di noi intraprenderebbero: perdonare suo padre, perdonarlo per gli errori commessi ai suoi danni e contro il suo pianeta adottivo e tentare di migliorarlo. Questa cosa è collegata al concetto di forza: rappresentare una persona che potrebbe risolvere ogni problema con i pugni, ma sceglie di non farlo, che sceglie di fare qualcosa che nel breve periodo ti farà conseguire poco o nulla, ma che pagherà nel lungo periodo. Questa è vera forza.

Lo show televisivo ha successo perché ha capito chi è davvero Kara. Quindi con questi personaggi su diversi media, se facciamo un buon lavoro… non vuol dire certo che le trame debbano essere le stesse, ma che il personaggio rimanga uguale a se stesso nelle varie incarnazioni. Perché ciò che sono non è modificabile. La forza, la personalità di Kara... queste cose non le cambi se la conosci.

Superman Cyborg è suo padre Zor-El e il primo arco narrativo si incentra sulle sue buone intenzioni, su quella spinta intensa che abbiamo come mentori e genitori. Nella forma di Zor-El mi ha sempre affascinato come personaggio perché gran parte di quello che ha fatto era basato sulle sue insicurezze. E le insicurezze dei genitori verso i propri figli rappresentano un problema quasi universale.

Supergirl #6, copertina di Brian ChingEra il fratello meno intelligente che non è riuscito in più di una occasione a salvare il suo mondo ed è divenuto così ossessionato dal voler salvare sua figlia e il suo mondo da rinunciare al suo corpo. Voglio dire, ha rinunciato a tutto. E ciò che è iniziato come qualcosa di buono, come spesso accade, è divenuta una ossessione. Una ossessione velenosa. Una mascolinità velenosa.

È qui che la storia si trasforma per certi versi in tragedia, credo. Quanti genitori possono dire di aver fatto di tutto per rendere il mondo un posto migliore per i propri figli, di aver fatto di tutto per proteggerli? Zor-El la pensa così, ma si è fatto travolgere dai suoi fallimenti e dalla repulsione per se stesso. E ha dunque intrapreso questo orribile percorso dove è disposto a sacrificare tutto per sua figlia. Ma questo è in diretta competizione con una ragazza che sacrificherebbe se stessa piuttosto che chiunque altro. Quindi ovviamente i due entrano in conflitto.

Nel caso di Zor-El il suo bisogno di aiutare qualcuno si tramuta in robot assassini e Argo City pronta a inglobare National City. Ma nel cuore di ogni conflitto che abbiamo con i nostri genitori, c'è anche il momento di far comprendere loro che sappiamo già cosa è meglio per noi stessi.

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Fonte: Newsarama

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