DC Comics: Morrison e Paquette sul ritorno della Wonder Woman di Terra Uno

La Wonder Woman di Morrison si fa portatrice di una visione dell'Occidente più avanzata e progressista

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Arriva il secondo volume di Wonder Woman - Terra Uno. Della prima parte della riscrittura della storia di Diana, secondo la visione di Grant Morrison e Yanick Paquette, vi abbiamo già detto cosa pensiamo. C'è una certa attesa per il secondo capitolo anche da parte nostra, che vi riportiamo le dichiarazioni rilasciate da sceneggiatore e disegnatore sulla pagina ufficiale della DC Comics.

Wonder Woman Earth One Vol. 2, copertina di Yanick Paquette

Morrison - Volevamo dar vita a una versione di Wonder Woman che fosse quasi plausibile, quasi credibile nella realtà. Ecco perché il primo volume cercava di raccontare quel che succede a una splendida principessa che viene da un'isola sconosciuta dove si trovano tecnologie migliori, idee più avanzate, filosofie sorprendenti: in cui tutto è meglio. Molto meglio della nostra cultura.

Come reagisce il mondo a una cosa del genere? Il sistema patriarcale che sta fuori dall'Isola Paradiso, come reagisce? Il secondo volume è il nostro L'Impero Colpisce Ancora, che vede Diana prendere coscienza delle sfide che il mondo esterno propone. Quel che succederebbe a Wonder Woman se fosse calata nella realtà.

Per me, il punto di queste storie è tornare al materiale narrativo di William Marston e alle bizzarre idee che c'erano dentro. Era un uomo davvero interessante, con una vita interessante e con idee piuttosto peculiari. Vogliamo renderle, con grande serietà, le radici di Wonder Woman. E, allo stesso tempo, commentarle criticamente. Se le introduciamo nel pensiero comune odierno, che ne è di quelle convinzioni da psicologia anni Trenta con il loro portato di bondage e di relazioni amorose multiple?

Paquette - Questi personaggi sono stati rivisti, sono cambiati per generazioni e, sebbene mi piaccia davvero molto la Wonder Woman mainstream di oggi, molto più vicina al classico supereroistico, quella delle origini era così bizzarra e originale che è piuttosto triste che oggi venga... non dico dimenticata, ma in qualche modo considerata incompatibile con il presente. Quindi, stiamo cercando di renderla nuovamente rilevante. Ed è una sfida che vale la pena accettare.

Adoro il lavoro di ricerca, quindi, ogni volta che disegno dei luoghi reali, passo un sacco di tempo su Google, "camminando" per le strade o semplicemente facendo incetta di immagini. Ma, quando i paesaggi sono di fantasia, sento comunque di dover usare qualcosa come elemento di base di riferimento, da cui estrapolare l'identità di una cultura. Nel caso dell'Isola, dei suoi vestiti e della sua tecnologia, volevo conservare qualcosa dell'originale ispirazione alla Grecia antica, ma ho pensato anche di includere elementi della natura, degli uccelli, delle conchiglie marine, delle stesse forme femminili. Vale per tutto: un palazzo, una maniglia, un'arma. Sono ispirate alle forme che le Amazzoni vedono da sempre.

Morrison - Siamo molto distanti dalla versione dell'Isola Paradiso che abbiamo visto nel film. L'ho amato davvero, ma quel che noi stiamo dicendo è che le Amazzoni hanno sviluppato una loro filosofia, un loro modo di comunicare, un loro stile di vita, pur nell'epoca della mitologia. Questo è l'ideale e contemporaneamente la minaccia che rappresentano: sono portatrici di una cultura alternativa.

La storia sarà ambientata sia nel "Mondo degli Uomini" che sull'Isola Paradiso, con una concentrazione particolare sul primo, che reagirà alla presenza di Diana e al messaggio che porta. Morrison spiega che non è facile accettare una cultura straniera, soprattutto se più evoluta della propria. Diana sarà sola per questa ragione, separata da amici e famiglia. Dovrà affrontare minacce e situazioni che non ha mai nemmeno immaginato.

Wonder Woman Earth One Vol. 2, anteprima 01

Morrison - Amo il personaggio di Hippolyta e la sua scelta di prendere il materiale genetico di Ercole, il suo nemico, e di renderlo un'arma nelle mani delle donne. Ha preso il mostro per eccellenza, la forza mascolina definitiva, e l'ha messa al servizio del genere femminile. Ercole non è il padre di Wonder Woman, ma solo la fonte genetica della sua nascita, per opera di Hippolyta.

Il secondo volume vede il confronto tra Diana e il Dottor Psycho, uno dei nemici vecchia scuola creati da Marston, un mostro ipnotico che la nostra versione mantiene piuttosto simile, ma prendendo spunto dalla mascolinità tossica ed esibita dei nostri tempi. In pratica, il nostro personaggio è un ipnotizzatore di carattere diverso, che ha radici solide in quello originale.

Paquette - È l'avversario perfetto per la nostra Wonder Woman a questo stadio della sua evoluzione, perché non si tratta di una minaccia fisica. Non c'è una battaglia e lei non lo vedrà arrivare. Non sospetta che una persona stia cercando di sfruttarla, piegando la sua volontà per i propri scopi. Con la struttura delle tavole, ho cercato di creare una correlazione tra loro. C'è una battaglia tra una figura elegante, femminile, ispirata all'art nouveau e il Dottor Psycho, che ha un'estetica più angolare, più art deco. Non so quanti coglieranno, ma...

Morrison ha spiegato che Diana, in questa storia, è l'ambasciatrice di qualcosa di nuovo, di un'idea del tutto diversa di civilizzazione, di cultura, di poesia, di amore; una figura di progresso quasi disturbante, applicata a una vicenda fantascientifica. Che succederebbe se le Amazzoni conquistassero il mondo?

Paquette la vede come un ponte fra il mondo patriarcale e maschilista di oggi e quello potenzialmente a venire. Un punto di equilibrio, per quanto le Amazzoni non siano perfette e abbiano dei difetti.

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Fonte: DC Comics

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