DC Comics, Morrison e Paquette presentano il secondo volume di Wonder Woman: Terra Uno
Una vera battaglia tra i sessi in atto nel secondo volume di Wonder Woman: Terra Uno
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ora che è stato annunciato il secondo capitolo della saga, i due autori sono stati intervistati sull'argomento da Comic Book Resources. A partire dal costume, nuovamente provocante e sensuale come quello delle origini del personaggio.
Paquette - Quando lavoro su un'icona del genere, tendo a fare molto affidamento sull'immagine tradizionale, già stabilita. Tuttavia, in questa storia c'è un costume davvero grandioso che mi ha dato il mal di testa. Non posso dirvi di cosa si tratti, né di quale personaggio io stia parlando, ma mi ha messo davvero sotto pressione. Non sapevo come uscirne. Ho dovuto fare un sacco di ricerche. Comunque sono convinto che l'iconografia classica di Wonder Woman sia un elemento fondamentale del personaggio, anche quando sta vestendo una tuta militare o un'uniforme da baseball.
Morrison - Ogni costume nasce dalla sua utilità. Quindi, se la vediamo tenere una lezione all'Holiday College, ecco che veste una camicia o un abito da ufficio. Se la troviamo nel deserto, con i soldati, vestirà abiti più militareschi. Come dice Yanick, c'è un costume in particolare che stupirà moltissimi, forse li scioccherà. Abbiamo creato un look di Diana per ogni situazione in cui l'abbiamo cacciata. Nei colori, ricorda sempre Wonder Woman e, in generale, conserva la sua iconografia fondamentale.
Non siamo molto allineati con l'attuale spirito che aleggia attorno al personaggio dopo l'uscita del film, molto per famiglie. Come abbiamo detto già in precedenza, l'idea è che esistano diverse versioni del personaggio, ognuna libera di avere una diversa definizione. Si può scrivere una storia molto tenebrosa su Superman come realizzare un cartone animato per bambini. Lo stesso vale per Batman. Ed è successo spesso. Ci pareva che a Wonder Woman questa possibilità non fosse stata concessa granché, la libertà di mostrare diversi aspetti del personaggio e di apparire in vari generi di storia.Quindi non ci faremo mettere pressione. Siamo convinti che il suo nucleo sia sempre lo stesso, che i suoi valori siano sempre intatti, che il significato del personaggio rimanga immutato, ma la vogliamo mettere alla prova in maniera nuova. In un modo che pensiamo sia sensato, che si manifesterebbe se una donna appartenente a una società tecnologicamente più avanzata si presentasse in mezzo a noi, spaventando a morte il mondo.
Morrison - Nel film, per quanto mi sia piaciuto, quando Diana incontra il "mondo degli uomini", vi giunge in maniera ingenua. La nostra Wonder Woman, invece, ha un'alternativa, propone un'alternativa a quel mondo, il che mette paura. Si presenta sulla scena e dice dei "no", molto precisi. Spiega con fermezza perché gli uomini del mondo stiano sbagliando, addita la propria cultura come migliore e superiore.
Nel nostro libro, nella nostra trilogia, va in scena una vera e propria guerra tra i sessi, una storia di smantellamento del patriarcato senza compromessi. Diana si pone come un ponte tra due culture ed è questo che la rende importante. Cerca di accettare l'idea che anche in un mondo patriarcale ci siano donne forti, attiviste, che non sia un mondo fatto solo di uomini. Ed è questo che viene a rappresentare. Ma allo stesso tempo ha il problema di mediare tra questo nuovo mondo che ha scoperto e quello delle Amazzoni, convinte che tutti quei maschi non dovrebbero far altro che inginocchiarsi davanti a loro.
Fonte: Comic Book Resources