DC Comics: Mitch Gerads e i benefici della scarsa popolarità di Mister Miracle

Mitch Gerads sulla particolarità di Mister Miracle e la ragione del suo stile visivo non conforme

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Mitch Gerads è il disegnatore di una delle serie americane più interessanti del momento, e proprio sullo stile molto particolare che ha mostrato sinora su Mister Miracle è stato intervistato recentemente.

L'artista ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla scarsa popolarità del protagonista dell'opera che lo vede a fianco di Tom King. Non in senso negativo, tuttavia, ma come condizione necessaria a mettere in campo le atmosfere visive che critica e pubblico stanno apprezzando così tanto:

Mister Miracle #1, variant cover di Mitch Gerads

La mia carriera ha avuto una svolta, recentemente, il che è grandioso. Ho sempre voluto essere uno scrittore di fumetti, da quando ho imparato a leggere. Si tratta di qualcosa che fa parte di me sin dai miei primi ricordi, quindi vedere che il mio successo aumenta è fantastico, anche se cerco di rimanere umile e non montarmi la testa. Ma non so quanto questo influenzi il mio lavoro, se non per il fatto che mi dà occasione di giocare con nuovi e più grandi universi narrativi, con cui ho sempre voluto avere a che fare. E divertirmi.

Per quanto riguarda Mister Miracle e il suo peculiare stile visivo, il fatto è che, quando io e Tom iniziammo a lavorare alla serie, non avevamo per le mani un personaggio popolare. Direi che un buon novantacinque percento delle persone che l'hanno letta hanno conosciuto sulle sue pagine il personaggio di Mister Miracle. Quindi, all'inizio della serie, noi ci siamo potuti infilare tra le crepe del sistema editoriale. Era un po' come se nessuno facesse davvero caso a quel che facevamo, perché gli occhi di tutti erano su Batman, o cose così.

Grazie a questo fatto, però, io ho potuto sviluppare questo stile bizzarro che mi è stato concesso proprio perché nessuno faceva attenzione. E poi, quando gli occhi si sono spostati su di noi, la serie era cosa fatta, quindi ho semplicemente continuato. Quindi mi posso permettere di divertirmi con un sacco di influenze artistiche e utilizzare moltissimi riferimenti che non credo mi sarebbero permessi su un titolo più in vista. Ad esempio, un sacco di stili presi da disegnatori degli anni Cinquanta o Sessanta.

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Fonte: Comic Book Resources

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