DC Comics: Marc Andreyko sul ritorno della Wonder Woman di Lynda Carter

Lo sceneggiatore Mark Andreyko ha parlato della serie a fumetti Wonder Woman '77, che riporta in scena la Wonder Woman di Lynda Carter

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La mitica serie TV di Wonder Woman degli anni '70 con protagonista la bellissima Lynda Carter sta continuando a vivere sulle pagine della serie digitale quindicinale Wonder Woman '77, scritta da Marc Andreyko. Il fumetto, che ha ricevuto la benedizione della stessa Carter, è un vero e proprio sequel del suddetto show, in quanto ne riprende trame e personaggi.

Negli States l'esordio della nuova stagione avverrà il prossimo settembre con l'uscita di Wonder Woman '77 Special #4, che presenterà storie scritte dallo stesso Andreyko, Amy Chu, Trina Robbins e Amanda Deibert per i disegni di Tom Derenick, Dario Brizuela, Tess Fowler e Christian Duce.

Andreyko ha recentemente parlato con Newsarama del suo progetto lavorativo, partendo dal tono del fumetto.

Wonder Woman '77 Special #4, copertina di Nicola ScottSi tratta di una lettura divertente che sa intrattenere senza sfociare mai nel demenziale. Una cosa può essere divertente pur mantenendo un elevato spessore qualitativo. Quello che sto provando a fare è catturare lo spirito della serie TV, nella quale c'era una certa purezza e positività.

Quello che stiamo vedendo in questo settore con i film, in TV e sulle pagine dei fumetti è una sorta di liberazione dal cinismo. Se non ve ne siete resi conto, leggete pure DC Universe: Rebirth #1. Dico solo di provare a vedere perché gli eroi sono tali senza stare a sindacare su cosa ci sia di sbagliato in loro. Questo discorso vale anche per la Wonder Woman di Lynda Carter: è un'eroina, ma ciò non significa che sia un personaggio piatto o poco interessante.

Certo, il fumetto è divertente anche perché è ambientato negli anni '70. Ci sono pantaloni di velluto a coste e a vita alta, foulard, strane acconciature e disco music. Come può non piacere? Il periodo storico è molto importante, specie con ciò che c'era in ballo sul fronte del femminismo, dell'eguaglianza sociale e del ruolo della donna nel mondo. È stata un'epoca ricchissima e proprio per questo non ho intenzione di scrivere una storia degli anni '70 solo per inserirci una "lampada di lava" o una strobosfera. Voglio che ci sia un'atmosfera simile a quella del grande film di Ang Lee intitolato Tempesta di ghiaccio.

Un discorso che vale anche per i personaggi inclusi nella serie:

Wonder Woman '77 #10, copertina di Nicola ScottPrendiamo Silver Swan: una delle poche cose che ho chiesto quando stavo impostando la trama è il permesso di poter inserire i cattivi dei fumetti nella maniera in cui sarebbero apparsi nella serie televisiva. Anche perché lo show era molto essenziale e finalizzato al suo scopo, specie in termini di budget. Wonder Woman ha però una propria galleria di nemici parecchio sottostimata e ora molti di loro potranno beneficiare di una reinterpretazione in stile anni '70. Quello che voglio dire è che Silver Swan è una cantante e Cheetah un'archeologa. Mi è sembrato molto figo poter raccontare una versione di questi personaggi in chiave Wonder Woman di Lynda Carter.

Gli unici personaggi regolari della serie TV erano Diana, Steve Trevor, l'IRA e il computer parlante dalle dimensioni di una casa. Quindi era assolutamente necessario aggiungere altri personaggi, ritraendoli nella maniera in cui sarebbero apparsi nello show, come se fossero stati parte del cast regolare, o perlomeno delle guest star.

La mia storia di Wonder Woman '77 Special #4 è la prima a essere un sequel diretto di un episodio della serie TV. Si intitola Gault's Brain: c'era il cervello di John Carradine, con la capacità telecinetiche, tenuto in vita in una vasca. Questo cervello stava provando a rapire un atleta olimpionico per poter disporre del suo corpo ed esservi impiantato. Alla fine dell'episodio i cattivi scappavano, e la mia storia, che si intitola The Revenge of Gault's Brain, si interroga su dove siano finiti dopo quell'evento.

In conclusione, lo sceneggiatore ha raccontato un aneddoto che coinvolge proprio Lynda Carter:

Wonder Woman '77 #14, copertina di Nicola ScottSapevo che avremmo avuto gli occhi addosso, perché tutti amano la Wonder Woman di Lynda Carter. La mia preoccupazione più grande era quella di rendere giustizia alla tradizione ed essere fedele alla fonte originale. Il nostro intento è sempre stato realizzarne la migliore versione possibile.

L'anno scorso, quando il fumetto fece il suo esordio, Lynda era impegnata in un tour come cantante. Iniziava a Los Angeles a marzo e terminava a Washington ad aprile. Ero in compagnia di un gruppo di autori ed editor e ci recammo al Catalina Jazz Club a Hollywood. Mandai un bigliettino nel backstage, non sapendo cosa aspettarmi. Più tardi, incontrai Lynda nel suo camerino. Lei era adorabile, bellissima e dolcissima. Sembrava uscita da un quadro di Botticelli.

Ha espresso il suo giudizio positivo e ha detto che fa il tifo per il fumetto. Mi ha preso la mano e mi ha ringraziato. Io non potevo crederci. La adoro da quando avevo sei anni. È una donna incredibile. Ho saputo di lettori che le hanno portato copie del fumetto da farle firmare, e lei lo ha sempre fatto parlando di quanto le piacesse questa serie. Ha anche menzionato il fumetto, l'anno scorso, durante una puntata del Today Show.

Wonder Woman '77 #7, copertina di Nicola Scott

Fonte: Newsarama

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