DC Comics: la vera differenza tra Hellblazer e “Constanteen”
Vi proponiamo il fan film John Constantine: Hellblazer - The Soul Play e lo confrontiamo con la serie TV Constantine in onda su NBC: ecco il risultato...
John Constantine: Hellblazer - The Soul Play, fan film scritto, diretto e prodotto da Richard Reynolds per la Waking Dream Studios e "made in Manchester, UK" al 100%, riesce in 12 minuti di durata proprio dove la suddetta serie TV ha fallito, fino a oggi. La trama del corto vede Constantine alle prese con una speciale partita di poker, contro tre demoni suoi avversari: in palio ci sono le anime di decine di innocenti, e non solo.
Come già detto, quindi, The Soul Play presenta molti di quelli elementi la cui mancanza ha reso lo show NBC qualitativamente scarso, e ben lontano dall'originale fonte a fumetti, quell'Hellblazer della Vertigo durato per ben 300 numeri.
Protagonista di The Soul Play non è solo un truffatore rude, scorretto e bastardo, ma anche un character impregnato di quella verve che faceva della serie originale uno strumento di (non poi così velata) protesta contro il regime dei Tory che prese piede nel Regno Unito a cavallo fra gli anni '80 e '90: i demoni, gli angeli e il sovrannaturale in generale non erano altro che metafore che gli autori utilizzavano per parlare liberamente della propria società, fra tensioni di classe sociale, vizi umani e ingiustizie di svariata natura. John Constantine è un personaggio carismatico per natura, ma in passato si muoveva in un contesto di maggior spessore, nel quale diveniva lui per primo uno strumento di protesta e lotta contro le ingiustizie politiche e sociali, oltre che di natura mistica.
La serie TV sembra purtroppo risentire fortemente della nuova versione del personaggio che ha esordito nei Nuovi 52, a seguito del rilancio editoriale della DC Comics: senza storie che abbiano un taglio così fortemente radicato alla società entro la quale si svolgono, Constantine diviene un guscio vuoto.
Non che si voglia sparare sulla proverbiale Croce Rossa di turno, ma lo show televisivo ha fatto di tutto, in queste 13 puntate mandate in onda, per suicidarsi. Nel realizzare qualcosa che rientra nel genere horror bisogna tenere bene a mente ciò che questo è davvero: orrore significa creare disagio, alienazione e persino disturbo nello spettatore, portandolo a immergersi in storie travolgenti e credibili, che abbiano una caratterizzazione quanto più realistica possibile. L'horror è, in definitiva, psicologico, e non solo sangue finto, bel make-up e discreta CGI. Senza una precisa e attuale connotazione, Constantine è solo tanto fumo senza arrosto: tutto ciò è un vero peccato perché questa show le potenzialità le aveva tutte, a partire dal bravo protagonista Matt Ryan, credibilissimo nel ruolo.
A gennaio sapremo se qualcosa cambierà, o meno. Possiamo solo sperare per il meglio, perché un personaggio del genere merita la sua vetrina su un medium quale quello televisivo, purché questa sia valida e rispettosa della fonte a fumetti. In definitiva di serie horror-pop ne abbiamo già abbastanza, a partire da Supernatural, altro prodotto NBC, cui Constantine sembra (purtroppo) ispirarsi fin troppo.