DC Comics: John Ridley riporta in scena il Batman nero con Second Son
Tim Fox torna nei panni di Batman dopo aver debuttato all'interno di Future State, nella miniserie Second Son di John Ridley
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ridley - La storia vuole arricchire il contesto attorno a un personaggio rimasto lontano dalle pagine per anni. Iniziamo a spiegare chi sia, dove sia stato e cosa stia facendo. Ma Second Son non è solo una storia delle origini, bensì una piattaforma di lancio per l'intera famiglia Fox. In questa serie, i lettori potranno capire meglio le relazioni di Tim con i genitori, Lucius e Tanya, e i fratelli, Luke, Tam e Tiff. Non credo sia un segreto che quest'ultimo sia anche lui un eroe, con una vita parallela a quella di Tim.
Non vogliamo solo che sia la versione di Tim del camminare fuori dal cinema con i propri genitori, ma vogliamo una storia più tridimensionale. Non che le storie delle origini siano per forza piatte, ma diciamo che hanno strutture e scopi molto specifici. Sono fatte per fare una cosa precisa. Ci sono certamente alcuni elementi di questo in Second Son, ma ci saranno conseguenze che vanno ben oltre le vite di Tim, o Jace.
Importantissimo, per Ridley, raccontare le storie di tutta la famiglia Fox e non solo di alcuni personaggi, poiché non ci sono abbastanza famiglie nere nelle pagine dei fumetti americani, non che godano di storie complesse e di gruppo. E anche il ruolo di Renee Montoya, cui viene offerto il posto di Commissario di Gotham sarà importante.
Ridley - Renee ha un passato molto complicato a prescindere dalla sua attività di vigilante, con i problemi con l'alcol e le difficoltà ad accettare il fallimento come poliziotta. Ma per giudicare le persone bisogna sapersi mettere nei loro panni. E lei, a prescindere da tutto, è pur sempre un'agente di successo, che ha scalato la gerarchia. Ne ha viste tante, ha vissuto potenti alti e bassi nella propria vita personale e dietro la maschera. Credo che sia un grandioso personaggio per la DC e farò tutto quel che posso per elevarla.
Durante Second Son scopriremo qualcosa in più su ciò che ha spinto Tim a cambiare nome in Jace e su quando ha preso la decisione, alla luce di un certo evento. Non so se sapremo proprio tutta la storia, ma posso dirvi che non è una scelta causale. E non è qualcosa che sto improvvisando. Tim è una persona trasformata, che ha guardato il proprio passato e ha deciso di non essere chi era un tempo. Ci sono diverse ragioni per cui ha scelto questo nome specifico, molto personali e di grande significato. E sono ragioni personali anche mie, che fanno parte di ciò che rappresento con orgoglio.
Ridley ha messo molto della propria vita privata in questa storia, di nero americano cresciuto in una famiglia piuttosto benestante, ma non per questo protetta a prescindere. Una condizione che a volto lo ha fatto sentire investito di una grande responsabilità, soprattutto, di quella di non fallire davanti alle aspettative altrui.
Ridley - Non mi metto un costume e non giro di notte per combattere il crimine, ma so cosa voglia dire avere un codice etico e cercare di fare quel che è giusto in un mondo che non capisce le tue azioni. A un certo punto, il mondo realizzerà che Jace è nero. Non ci nasconderemo dietro un dito, davanti al significato di questa rivelazione.
In Future State sono state raccontate le difficoltà di questo Batman con le forze dell'ordine e Ridley sa benissimo cosa significhi raccontare una storia del genere nel contesto dell'America odierna.
Ridley - Se sei un nero in America hai certamente avuto le tue esperienze con la polizia, che potrebbe essere stata un po' più aggressiva che con i rappresentanti della cultura dominante del paese. The American Way ha portato la descrizione dei problemi razziali al massimo livello, anche se in un mondo di fantasia, affrontando problemi di razzismo molto concreti. The Other History of the DC Universe calca meno la mano, ma certamente non è una storia timida nella sua narrazione. Questa nuova miniserie è diversa ed è pensata per un pubblico più ampio.
In Future State, Tanya dice a Tiff che la giustizia non indossa mai un cappuccio o una maschera. Il fatto che io abbia usato la parola "hood" (diminutivo di "neighborhood", utilizzato di solito per i quartieri cittadini più popolari, n.d.r.) per "cappuccio" non è un caso, e nemmeno il fatto che questa sia la prospettiva di una donna nera sulla giustizia mascherata.
La città di Gotham è tosta. La sua storia più nota inizia con uno degli eventi più terribili che possano accadere a una persona, ovvero l'uccisione dei genitori davanti agli occhi di un bambino. Joker è uno dei criminali più diabolici del mondo e Batman agisce di notte, contraltare sempre crescente di Superman. La gente si aspetta sempre storie grandiose dall'universo di Batman, ma allo stesso tempo sono spesso pesanti e oscure. E io non voglio semplicemente aggiungere tenebre alle tenebre. Una delle cose che cerco di fare con questa storia è di inserire un po' di leggerezza senza che sembri fine a se stessa.
E poi, non voglio che le cose siano monotone. Penso sia importantissimo, per questo genere di storie, alleggerirle qua e là, così com'è importante assicurarsi che questi momenti scaturiscano dai personaggi e che ogni battuta sia coerente con l'emotività del momento. Batman non scherza quasi mai, mentre Robin è più scanzonato. Per me è fondamentale comprendere questi personaggi e dare loro coerenza.
Fonte: CBR