DC Comics: Jason Fabok parla delle ambizioni di Three Jokers
L'artista Jason Fabok racconta come si è approcciato alla miniserie Black Label Three Jokers, scritta da Geoff Johns
Possibile che la nemesi per eccellenza del Cavaliere Oscuro in realtà sia sempre stata rappresentata da tre figure diverse? Oppure, come spesso capita con Joker, è tutta una macchinosa e contorta beffa ai danni di Batman e del lettore? La risposta, naturalmente, deve ancora arrivare nelle pagine della miniserie, ma nel frattempo, Fabok racconta ai lettori DC Comics come ha approcciato dal punto visivo il trittico di Joker, le differenze tra le varie incarnazioni del personaggio e i suoi punti di riferimento principali:
Fabok - Fin dall'inizio, Geoff e io abbiamo parlato molto di The Killing Joke. Ho studiato cosa avesse fatto Brian Bolland e l'ho usato come base su cui costruire il mio lavoro per questa serie. Allo stesso tempo, volevo inserire anche alcune delle mie influenze preferite. Ci sono degli accenni al film di Batman del 1989 nel design degli edifici e nell'ambientazione di Gotham. È stato quella pellicola a farmi conoscere Batman, quindi ho sempre desiderato vederlo prendere vita sulla pagina.
Uso l'estetica degli anni 80 e la trasferisco nel 2020. Attingo al passato per porre le mie fondamenta, e poi sviluppo il tutto nella mia direzione personale. Ho voluto semplicemente seguire il mio istinto pensando a come avrei sempre desiderato disegnare una storia di Batman e da lì è partito il tutto. Anche il look di Barbara Gordon proviene direttamente dai classici fumetti di Batgirl degli anni 80: la Bat-moto di Batgirl è tratta direttamente dai fumetti della vecchia scuola degli anni 70 e 80.Soprattutto quando si tratta del layout delle vignette, noterete che è tratto direttamente da The Killing Joke. Ci sono molti riferimenti a quella storia. Abbiamo fatto molte ricerche. Ho tracciato tantissimi bozzetti diversi. Probabilmente ho realizzato schizzi per quasi ogni singolo Joker che sia mai apparso nella storia del Fumetto. [Ride] Una miriade di costumi diversi, anche quando i cambiamenti sono molto piccoli.
Alla fine, abbiamo optato per il Joker della Golden Age, che è un pensatore stoico, e non un clown psicotico e sghignazzante. Si limita a fissarti ed è davvero inquietante. È diventato il mio preferito. Poi abbiamo il Joker burlone degli anni '50 e infine il Joker di The Killing Joke, quello moderno.
Ho deciso consapevolmente di disegnare i personaggi con strutture ossee e corporature molto simili. La gente continua a chiedere: "Come mai Batman non si è mai accorto che ci sono tre diversi Joker?". Semplicemente perché potrebbero essere tutti lo stesso tizio. Si assomigliano molto, ma allo stesso tempo hanno delle sottili differenze che li distinguono, soprattutto quando si tratta di personalità.
Ho attinto a tutte le epoche, a vari aspetti e varie interpretazioni. C’è anche qualche riferimento a Batman: The Animated Series in questa serie. Mi sembra quasi di sentire la voce di Mark Hamill uscire dal Joker quando lo disegno. Non mi interessa molto deviare troppo da quello che tutti si aspettano: ho voluto davvero realizzare un Joker classico, così come vorrei vederlo rappresentato in un fumetto.
Mi è piaciuto molto tornare a leggere i vecchi fumetti. Probabilmente ora ho letto The Killing Joke più di ogni altro singolo fumetto. Ci sono così tante sottigliezze che Brian Bolland ha inserito nei suoi disegni, con la sua arte, e i mille dettagli che Alan Moore lascia cadere sul personaggio di Joker, che cogli man mano che continui a rileggerlo.
Il Joker della Golden Age mi piace davvero molto. Ho riletto Batman #1 e mi è piaciuto molto quell'albo. Credo sia notevole ancora oggi: il modo in cui Joker è stato originariamente dipinto come questo gangster insolito e spaventoso, ma non in modo super psicotico. È un criminale che riflette, che mira a superarti in astuzia. Tiene testa a Batman sul piano intellettivo e riesce perfino a manipolarlo. Quando ripenso alla performance di Jack Nicholson nel Batman dell'89, penso che attinga molto a quel primo numero. Credo sia evidente.
È una cosa che mi ha fatto davvero pensare: potrebbero esistere moltissime interpretazioni diverse di Joker che sono state dimenticate. Quando i lettori incontreranno questo Joker della Golden Age, in Three Jokers, scopriranno una versione diversa di Joker, qualcosa che non si è visto molto spesso nei fumetti, pur essendo un classico. E poi ci sono alcune battute incredibili che Geoff ha scritto per questo personaggio. Li terrorizzerà.
Questa serie è un'esplorazione di Joker e del suo rapporto con Batman. L'ho vista come una lettera d'amore ai fan di quest'ultimo, voglio davvero dare loro qualcosa di fantastico. E credo che nessuno immagini dove stiamo andando a parare.
Fonte: Newsarama