DC Comics: Grant Morrison parla del suo lavoro per Superman and the Authority
L'amatissimo sceneggiatore Grant Morrison lancia il gran finale della miniserie Superman and the Authority, il suo ultimo lavoro DC Comics
A metà strada tra il Superman sicuro e decisionista degli albori del personaggio e quello crepuscolare e spento di molte storie incentrate sulla sua “fine”, il Superman di Morrison è un personaggio che cerca di mediare tra il sublime e il catastrofico, affidandosi al pragmatismo della mezza età e alle figure che gli stanno vicine per risolvere i dilemmi della sfida che gli si para davanti.
Morrison - In questa storia Superman è quasi lo stesso individuo che ha fatto la vita che conosciamo, che ha incontrato un sacco di supereroi e ha fatto tutto quello che ha fatto. È il Superman che conosciamo, ma c'è un po' più di pragmatismo in lui. Il motivo per cui lo associo di più al giovane Superman di Action Comics è perché pensa innanzi tutto a portare a termine il lavoro. Una delle cose che trovo interessanti di Superman. Per me dovrebbe sempre fare la cosa giusta, e farla senza pensarci.
Ultra-Humanite è stato il primo nemico importante di Superman e mi piaceva l'idea che si riproducesse attraverso corpi diversi. Quello di Superman è un corpo unicissimo e singolare, è il superuomo di Charles Atlas; è un individuo unico in tutto, mentre l’Ultra-Humanite è qualcuno che si propaga attraverso altre persone e cose. Ho pensato di fare leva su quell'aspetto del personaggio e di fornirgli non solo più corpi, ma anche più cervelli: è qualcosa che si sta semplicemente riproducendo. È una sorta di rete intellettiva collettiva, la muffa che combatte contro il singolo individuo. Mi è sembrato un modo interessante di posizionare i due personaggi.Alcune delle migliori storie di Superman sono quelle immaginarie in cui muore, o si scinde in due figure diverse alla fine. In All Star affrontava la sua morte in senso letterale. Nella mia storia è di mezza età, è più vecchio e ha un figlio che fa parte della continuity: inizia a pensare di poter sfuggire alle aspettative, ora che la gente sa che c’è suo figlio a indossare il costume e a fare quello che fa Superman.
In breve, si tratta di un Superman di mezza età piuttosto che di un Superman morente. Anche se sta perdendo i suoi poteri, sta pensando a come affrontare la cosa e ad accettarla. Se perde i suoi poteri, può reclutare una squadra per sostituirli e può svolgere il ruolo di Doc Savage, anche se in modo leggermente diverso. Un lato interessante di questo aspetto da esplorare è il fatto che per un'idea da parte del pubblico Superman sia sempre stato visto come troppo perfetto, il che è ridicolo. Non è più potente di Thor o di qualsiasi altro personaggio potente, ma Superman ha più difficoltà a essere accettato perché è il primo.
Penso che sia interessante vederlo in una posizione in cui possa ricordare alla gente il fatto che rappresenti il meglio che c’è in noi e il modo migliore in cui facciamo le cose: ecco come affronta la morte, ecco come affronta la giovinezza, ecco come affronta le crisi di mezza età. Il ruolo di Superman è quello di osservare ciò che sperimentiamo e trovare un modo per accettarle, renderle utili e meritevoli. Questo è ciò che mi piace del genere di storie sulla fine dei tempi: anche se Superman sta perdendo i poteri, continua a fare tutto questo, continua a essere Superman. Non smette di essere di ispirazione per gli altri e non smetterà di farlo finché non si spegnerà, steso su un letto verde scintillante.
Quando invecchi, sviluppi dei punti di vista diversi su tutto, ma ricordi anche i tuoi punti di vista precedenti, che puoi assegnare a personaggi diversi. Nel caso di Superman, tengo sempre a mente che rappresenta il meglio di ciò che siamo, è questo che lo fa funzionare.
Per me quella di Superman è la storia di un bravo ragazzo che sta morendo o sta affrontando la mezza età e inizia a dubitare del fatto che gli umani possano cavarsela nel modo in cui sperava. Qual è l’esito migliore in cui può sperare? Fino a che punto può essere gentile, compassionevole e comprensivo? Questa è la mia chiave di lettura per Superman: è noi al nostro meglio.
È una storia che volevo raccontare per contrastare tutte le altre di Superman, quelle in cui si ricrede sulla sua missione, o gli succede qualcosa di terribile, tipo la morte di Lois, e decide di dettare legge. Stavolta mi piaceva l’idea che Lois fosse viva e semplicemente non fosse nei paraggi mentre Superman fa le sue cose con i suoi amici.
Questi sono un Superman e una Lois che si conoscono da molto tempo. Hanno questi battibecchi divertenti. Hanno un figlio e sono persone anziane. Ho pensato che fosse importante che lei avesse un ruolo, quello di salvare Superman, perché questo è ciò ce fa Lois, e per prendersi cura del ragazzo. L'ultima scena in cui vediamo lei e Superman scomparire da Kandor vuole rifarsi a quella di Jor-El e Lara in cui Krypton viene distrutto. È una sorta di ritorno alla genesi e lo vediamo svanire attraverso un piccolo portale in un universo che ci mostra come sarebbero potute andare certe cose.
Fonte: CBR
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