DC Comics: Dan DiDio parla di cosa non funzionò de I Nuovi 52
Dan DiDio ripensa a una delle grandi macchie della sua lunga co-gestione targata DC Comics, il secondo anno dell'iniziativa editoriale I Nuovi 52
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
In una recente chiacchierata su YouTube con un gruppo di fumettisti – di cui vi abbiamo parlato pochi giorni fa – uno dei principali responsabili dell'iniziativa I Nuovi 52, Dan DiDio, ha detto la sua. Ecco le parole dell'uomo che, fino a qualche settimana fa, dirigeva i lavori in casa DC Comics assieme a Jim Lee:
DiDio - Probabilmente, il mio rammarico più grande sta nel fatto che a volte ho fatto accadere le cose troppo in fretta, ho premuto il grilletto troppo presto. E nel fatto che non ho speso le stesse energie profuse per il primo anno nella seconda annata de I Nuovi 52.
Ripensare i personaggi, i loro design, ripensare i nemici e tutto il resto in modo che avesse coerenza, man mano che le serie progredivano e che le cose andavano avanti è qualcosa che abbiamo fatto con troppa velocità, passando meno tempo del necessario a sviluppare quei concetti. Non ci siamo impegnati a sufficienza per migliorare, fare cambiamenti ai personaggi che valessero la pena e indicassero direzioni nuove.Quando siamo giunti all'inizio del terzo anno, ci siamo trovati a non fare altro che spolverare vecchie idee per poi cacciarle nel mucchio. Non avevano senso perché i cambiamenti che avevamo compiuto erano superficiali, non sostanziali e i fan non avevano più i vecchi punti di riferimento. Sentivamo che i comandi non rispondevano più. Quel che facemmo fu pensare a Rinascita, che reinseriva alcuni degli elementi che mancavano, ma sfortunatamente, per recuperarli, abbiamo rimesso in gioco anche alcune delle cose che ci avevano portato al desiderio di rinnovare la linea. E i personaggi sono tornati ad essere stagnanti.
L'unico caso in cui le storie contino è quando succede qualcosa, il che significa cambiamenti. Se inizi a cambiare, inevitabilmente ti allontani dal nucleo di idee che il pubblico vuole, ed ecco che finisci per scontentarlo daccapo. Questi cambiamenti non li fanno felici ed ecco che continui a correre in un circolo vizioso. In fine dei conti, è questo il motivo per cui c'è bisogno di fermare tutto e resettare, ogni tanto, per riconcentrarsi e ripartire.
Fonte: Comicbook