Dark Horse, The Seeds: L'America al collasso di Ann Nocenti e David Aja
The Seeds è una storia di quasi apocalisse raccontata con toni noir e sci-fi da Ann Nocenti e David Aja
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Un vero e proprio thriller fantascientifico, di cui gli autori hanno parlato sulle pagine di Comic Book Resources:
Nocenti - La storia potrebbe tranquillamente essere ambientata ai nostri giorni, e comunque non guarda molto in là nel futuro. Molti scienziati pensano che abbiamo già toccato il punto di non ritorno dal punto di vista ambientale, quindi la vicenda è calata nel momento in cui tutti, sul pianeta, si rendono conto che quest'ultimo potrebbe essere spacciato. Allo stesso tempo, gli scienziati sono in rincorsa per sistemare le cose, e la natura osserva. Prendo ispirazione dagli eventi del mondo intorno a me.
Quando insegnavo sceneggiatura cinematografica ad Haiti, ho lavorato su un film che parlava di due agronomi. Gente che conosce i propri semi. Poi, quando sono stata laggiù dopo il terremoto e la Monsanto ha deciso di "regalare" le sue sementi ad Haiti, i contadini si sono ribellati e, in protesta, hanno rifiutato quel "regalo". Ho imparato quale potere abbiano i semi, allora.Per quanto riguarda la no-drone-zone che vedete nella storia, prendo spunto da una delle grandi ansie dei nostri tempi, la paura che la tecnologia finisca per dominarci. Un movimento di liberazione dalla morsa delle macchine è qualcosa di molto contemporaneo.
Nella sceneggiatura ho descritto gli alieni semplicemente come degli sfigati che combinano casini. Non ho mai apprezzato molto il modo in cui la maggior parte dei film descrive le civiltà aliene come super cattive o super benevole. Quindi ho pensato che potessero essere proprio come gli umani. Pieni di emozioni, come la rabbia e l'amore. Teneri ma anche irascibili. Ho lasciato il loro design a David e non potrei essere più felice del modo in cui appaiono. Specialmente il leader alieno, che David chiama Sogno Americano. Fa paura e ne farà sempre di più.La storia cambia direzione ogni giorno. Nel processo tradizionale di narrazione a fumetti, ci sono grandi scadenze molto rapide e le sceneggiature devono essere solide, progettate dall'inizio alla fine. Una delle cose grandiose di lavorare con Karen Berger sta nel fatto che lei capisce l'importanza del tempo nei fumetti. Solo dopo aver visto alcune pagine del primo numero ho potuto scrivere il secondo e, per questo progetto, ci prendiamo il tempo per lasciare che la storia si evolva naturalmente. Ho il quarto numero progettato, conosco la fine, ma il modo in cui David disegna le cose fa variare il percorso in continuazione.
Aja - Immagino di aver sempre amato la sperimentazione, anche se non l'ho mai cercata nello specifico. Credo dipenda tutto dalla storia che racconto e dal tentativo di trovare un approccio visivo, di composizione o narrativo che le aderisca meglio. Non posso ragionare alla stessa maniera quando disegno un inseguimento tra auto e quando racconto dal punto di vista di un cane, per citare Occhio di Falco.
Oppure sono semplicemente io, che sono un tipo complicato. Forse mi annoio se faccio la stessa cosa due volte di fila. Non so. Ma credo che ci siano infiniti modi di raccontare una storia e che aspettino semplicemente che noi ci mettiamo in cerca di loro. Proprio come gli alieni. Sono là fuori e, magari, il mio lavoro è solo una metafora di questa ricerca, del mio modo di lavorare. Il mio lavoro rappresenterebbe quindi il mio lavoro, e io sono incastrato in un loop.
Fonte: Comic Book Resources