Danny Boyle parla di 127 Hours - Articolo del 16 agosto 2010 - 14982

Il regista premio Oscar Danny Boyle parla per la prima volta apertamente di 127 Hours, il suo nuovo film con James Franco nei panni di uno scalatore che, rimasto intrappolato, è costretto ad amputarsi un braccio....

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Fonte: Empire Online

Empire Online pubblica una interessante intervista al regista Danny Boyle e al produttore Christian Colson a proposito del loro nuovo film, 127 Hours, la vera storia dello scalatore Aaron Ralston, costretto ad amputarsi da solo un braccio dopo essere rimasto bloccato per 127 ore in un crepaccio.

L'intervista è stata realizzata al recente Movie Con di Londra, dopo che è stato mostrato al pubblico un primo teaser trailer del film, che non è ancora arrivato online.

Empire: Danny, perchè hai scelto questo film dopo il premio Oscar The Millionaire?
Danny: Perchè potevamo farlo davvero. Il vantaggio che abbiamo ottenuto grazie a quel successo è stata l'opportunità di farne qualcosa di concreto, ed era dal 2005 che desideravo realizzare questo film. Avevo letto di lui [Aaron Ralston] sui giornali al tempo, e poi ha scritto questo libro. Sono andato a incontrarlo e gli ho spiegato che non intendevo fare un film come La morte sospesa, perchè era fantastico ma non volevo girarlo come un documentario. Gli ho detto che volevo rendere il pubblico partecipe dell'esperienza, e intrappolarlo insieme a lui per tutte le 127 ore, e lui ci è rimasto di stucco, come gli studios. Quindi dopo The Millionaire ho parlato di quest'idea con Christian e ho scritto un trattamento, e poi ci siamo messi a realizzarlo. Senza quel successo non ci sarebbe stato consentito di farlo. Perchè ciò che avete visto nel teaser trailer è la parte buona, divertente - e dopo lui resta intrappolato là- ma penso che sia stata una mossa giusta, in termini di carriera.

Empire: Cosa puoi dirci dell'esperienza della realizzazione?
Christian Colson: È stato più uno sprint che non una prova di resistenza per la crew, perchè abbiamo lavorato in condizioni molto pericolose in location, e su un set molto piccolo negli studi. Quindi abbiamo lavorato a un ritmo incredibile, o tutti sarebbero impazziti. Avevamo due unità che lavoravano simultaneamente, e Danny dirigeva dalla mattina prestissimo a notte fonda, e abbiamo concluso tutto in sette settimane. Abbiamo iniziato a marzo, e il film debutterà a settembre.

Empire: Come hai fatto a rendere avvincente una singola location?
Danny: Ricordate la storia di Brian Keenan? Era incatenato a un radiatore. Volevo fare qualcosa di simile, in cui non ci siano movimenti; è solo focalizzato su di te. Quindi avevamo queste camere digitali che abbiamo usato per The Millionaire che sono molto piccole e manovrabili e potevamo portarle anche là. Conferisce alla storia un senso di urgenza. Il ragazzo aveva con sé una videocamera, si è filmato ogni giorno. Non ha mostrato le registrazioni a nessuno se non alla madre e a un paio di amici, ora sono custodite in una banca. Le ha mostrate a noi e a James Franco. Quando esaurisce l'acqua, c'è un buco nelle registrazioni in cui non si è filmato per due giorni, ma non c'è discontinuità nel nastro. E il cambiamento è incredibile, questa contrazione dello spirito umano. Era prima di YouTube, ma eglio era ossessionato dal documentare ogni cosa. Ma voleva che fosse una sfida anche per voi, per vedere se riuscite a guardarlo.

Empire: Perchè scritturare James Franco?
Danny: Pensavamo che fosse sempre stato sottovalutato. Doveva essere Spider-Man e poi non lo è stato. Lo guardate in Strafumati ed è fantastico. Lo abbiamo chiamato per un'audizione. Non è uguale al protagonista; non è stata una scelta ovvia, ma lui era fantastico, quindi gli abbiamo chiesto di farlo. E quando giravamo, ci trovavamo in una strettoia sottilissima e lui era incastrago in fondo. Tutti gli altri dovevano stare fuori, e l'unico modo di girare erano dei lunghi take. Nel trailer lo avete visto cercare di liberarsi, per ore, dopo che è rimasto intrappolato. Noi abbiamo sistemato il set perchè la roccia non si potesse muovere; ma caspita, ci ha provato! Ha provato a distruggere il set. Ogni giorno avevamo due cameraman, perchè non c'era un cattivo -a parte la roccia, che è inanimata- ma in compenso avevamo due cameraman e li scambiavamo per dargli qualcosa di diverso da fare. Ma spero che tutti vedano che attore fantastico è. E c'è anche un po' di Strafumati dentro, per alleviare lo spirito durante il film.

Empire: Quanto può sopportare il pubblico del momento in cui si libera?
Christian: La misura del successo è che il pubblico deve augurarsi che questo avvenga. Non è un film horror; è qualcosa che lui fa per una ragione. Impiega 45 minuti per farlo -non sarà in real time, no- ma non è qualcosa che puoi rispettosamente saltare o da cui puoi distogliere lo sguardo.
Danny: Se il pubblico è intrappolato, allora non può restarne fuori. Non sta guardando questo ragazzo che racconta cosa è successo. Ci sono solo due opzioni allora -restare e morire o fare ciò che ha fatto. Abbiamo costruito un braccio prostetico completo, realistio, e poi lo abbiamo lasciato fare, ed è stata dura, davvero dura.

Sul sito di Empire Online potete leggere l'intervista completa (in fondo alla pagina) e trovare ad alta qualità la prima immagine di James Franco nei panni di Aaron Ralston, già scannerizzata alcuni giorni fa.
127 Hours verrà presentato probabilmente al Toronto International Film Festival, e uscirà il 5 novembre negli Stati Uniti.

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