Daniel Radcliffe riflette sulla sua carriera post-Harry Potter

Daniel Radcliffe riflette sulla sua carriera post-Harry Potter, in cui sceglie in base a cioò che gli sembra divertente

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In concomitanza all'uscita di Weird: The Al Yankovic Story (GUARDA IL TRAILER) il suo protagonista Daniel Radcliffe ha concesso una lunga intervista al The Hollywood Reporter in cui ha fatto il punto sulla sua carriera.

Wierd segna una nuova tappa del percorso post-Harry Potter dell'attore, che, dalla fine del suo impegno con la saga, si è impegnato nei ruoli più disparati, tra cui ricordiamo Giovani ribelli (dove veste i panni di Allen Ginsberg), Swiss Army Man (in cui è un cadavere parlante) e Guns Akimbo (in cui è un nerd che si risveglia con delle pistole incollate alle mani). Il suo obiettivo infatti era non restare vincolato al ruolo che lo ha reso celebre in tutto il mondo:

Quando ho finito Potter e stavo cercando di capire quale sarebbe stata la mia carriera dopo, ho sempre detto che volevo essere il tipo di attore che mantiene i suoi ruoli abbastanza interessanti da far sì che, quando esce qualcosa, la gente dica: 'Oh, è in questo [film], fa sempre delle scelte interessanti'. 

Ma essere il centro di un fenomeno globale come Harry Potter avrebbe potuto facilmente essere "come un macigno intorno al collo", ammette Radcliffe,. "E sono sicuro che lo sia stato per alcuni registi, che potrebbero aver detto: 'Oh, non lo voglio davvero nel mio film, perché tutti penseranno solo a Harry Potter'". Fortunatamente, per ogni regista che lo vedeva come un problema, ce n'era un altro che la pensava in maniera differente, come il John Krokidas di Giovani ribelli. "Mi diceva: "Posso avere la possibilità di reinventarti e mostrarti in un modo nuovo?. Alcuni registi erano davvero entusiasti di questo. Tipo, interpreterai un cadavere!".

Allo stesso tempo, i molti milioni guadagnati interpretando il noto maghetto (verso la fine della saga, era una delle star che guadagnava di più a Hollywood) lo hanno messo nella lussuosa posizione in cui il lavoro non è una necessità economica. "Ho un'autonomia e una libertà per le quali qualsiasi attore ucciderebbe, e mi sentirei così stupido se non le sfruttassi. Sono molto fortunato perché ora sono per lo più in grado di scegliere i lavori sulla base di ciò che sembra divertente. Mi chiedo: cosa mi sembra divertente da fare?".

Cosa ne pensate delle parole di Daniel Radcliffe? Lasciate un commento!

FONTE: THR

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