Daniel Radcliffe ricorda Alan Rickman: "All'inizio mi terrorizzava, poi è diventato uno dei miei più grandi sostenitori"
Daniel Radcliffe è tornato a parlare del suo rapporto con Alan Rickman durante un'ospitata al podcast Happy Sad Confused.
Daniel Radcliffe è tornato a parlare del suo rapporto con Alan Rickman durante un'ospitata al podcast Happy Sad Confused.
"Noi giravamo i film per sette settimane, loro lavoravano per 52 settimane. È stata così la loro vita dai 12 ai 22 anni" spiegava Rickman. "Assistevamo [alla loro crescita] ai margini perché c'era così poco tempo. È stato solamente negli ultimi anni che ho potuto sedermi al bar con Daniel a New York. Io ero in un teatro, lui un altro. È stato un orgoglio vederlo nel musical [How to Succeed in Business Without Really Trying]. Come ha osato ballare bene quanto i ballerini di Broadway? Si è messo di impegno".
Ero così intimidito da Alan Rickman, come si poteva non essere intimiditi dalla sua voce? Ogni volta che la sentivo mi ricordavo quanto fosse profonda. Sul set dei primi tre film provavo molto timore, ero terrorizzato da lui e pensavo: "Quest'uomo mi odia". Poi alla fine ha capito che ci tenevo con tutto me stesso a fare questo lavoro e che mi sarei dato da fare.
Ha poi ricordato come alla fine sia diventato uno dei suoi più grandi sostenitori:
Una volta rinunciò a proseguire la sua vacanza in Canada per assistere ad Equus, e alla fine ha assistito a ogni singola opera teatrale a cui ho preso parte mentre era in vita. Mi portava fuori a cena dopo ogni spettacolo e ne parlavamo. Fu uno dei primi a dirmi: "Dovresti seguire dei corsi di gestualità vocale e fare un po' di indagini". Sono stato così fortunato. Grazie ancora per avermelo mostrato.
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