Dan DiDio parla dei suoi momenti migliori e peggiori alla DC Comics

Dan DiDio parla di ciò che più lo ha reso orgoglioso del suo lavoro in DC Comics e degli errori che si rimangerebbe volentieri

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Proseguono le confessioni di Dan DiDio, un tempo co-editor della DC Comics, rilasciato dalla casa editrice dopo diciotto anni di carriera, di successi e fallimenti, di decisioni discutibili e appropriate e un ultimo, lungo periodo di importanti quanto discusse rivoluzioni dell'universo narrativo. In questo nuovo capitolo del proprio esame di coscienza professionale, DiDio parte dalle emozioni. Come si è sentito il giorno in cui gli è stato comunicato che non avrebbe più co-diretto il comparto editoriale DC?

DiDio - Sentivo che quello era il giorno, molto semplicemente. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Sentite, bisogna sempre essere preparati all'uscita. Sono un impiegato aziendalista a lungo termine, ho fatto un sacco di lavori che ho lasciato per mia volontà. In alcuni casi il posto mi è stato portato via da sotto. Fa parte della vita.

Inferior Five

Mi piace guardare il lato positivo delle cose. Capisco che suoni scontato, ma ho lavorato alla DC Comics per diciotto anni, gente. Ho avuto modo di dirigere il gioco, di fare cose che non avrei mai creduto possibili. A dire la verità, credo di aver fatto gran parte delle cose che volevo e ho avuto l'occasione di lavorare su un sacco di personaggi. Qualcuno mi ha chiesto se ci fosse qualcosa che avrei voluto fare in più e non ho potuto. Non è stato facile rispondere. Caspita, ragazzi, ho trovato il modo di rimettere insieme il Green Team! Vogliamo parlarne? Gli Inferior Five!

Già il fatto di avere la chance di essere coinvolto nell'esistenza di così tanti personaggi, di lavorare su di loro, magari anche di reinventarli un poco o di farli conoscere a un pubblico tutto nuovo è qualcosa di cui non ci si può certo lamentare. Diciamo le cose come stanno: prima o poi doveva pur arrivare la fine. Come per tutto nella vita, è solo questione di capire quando.

Difficile dirvi quali fossero le priorità che mi venivano indicate dall'altro, anche riguardo la spinta verso il formato digitale. Parlando con realismo, ho lasciato la DC Comics tre settimane prima del lockdown per la pandemia. Sono sicuro che un sacco di cose sono cambiate nel nostro settore in pochissimo tempo, da allora.

Difficile commentare le scelte che vengono prese oggi, alla luce di questo. Alla DC lavora un sacco di gente qualificata e competente e, a dirla tutta, stanno lavorando alla luce dei numeri, nel tentativo di far funzionare l'azienda. Devono fare quel che credono sia meglio per la DC e per tutto l'ambiente. So per certo che la principale motivazione delle loro decisioni sono i numeri, i dati. Bisogna capire che quel che stanno facendo ha le proprie radici in informazioni cui non ho alcun accesso.

Il minimo comun denominatore è che i contenuti devono dominare. L'ho detto tante volte e continuerò a dirlo: l'industria esiste nella misura in cui produce qualcosa che la gente vuole leggere. Il sistema di distribuzione non è altro che questo: distribuzione, cioè un modo per dare accesso ai contenuti. Se questi non rappresentano ciò che la gente ha voglia di leggere, la distribuzione non può fare nulla, non può compiere rivoluzioni, perché non è lì che risiede l'interesse del pubblico. Nessuno compra qualcosa solo perché è in formato digitale. Mentre potrebbero esserci lettori che comprano qualcosa perché è stampato, invece.

Credo che tutti quanti saranno spinti a dare il meglio perché, come ho detto altrove e continuerò a dire, se qualcuno pensa che il mondo che esisteva prima della pandemia tornerà indietro si sbaglia. Qualcosa deve cambiare, qualcosa deve adattarsi al nuovo stato delle cose e noi dobbiamo cambiare con esso. Il tempo a disposizione delle persone sta cambiando e noi dobbiamo fare altrettanto. Soprattutto, dobbiamo assicurarci che il materiale che proponiamo sia divertente, entusiasmante e, soprattutto, accessibile. In qualunque modo si decida di farlo, le cose sono nelle mani delle compagnie che controllano i prodotti.

E come cambia la vita di Dan DiDio? Qual è il prossimo capitolo della sua esistenza professionale? Combinazione, aveva in mente da tempo di prendersi del tempo per sé, prima del rilascio e dell'emergenza sanitaria. Ora progetta di viaggiare, quando sarà possibile. Quasi sessantunenne, è ancora appassionato di animazione. Non esclude di tornarvi, ma per ora è tempo di riflessioni e non di decisioni.

DiDio - Di cosa sono più orgoglioso? La serie settimanale dei Nuovi 52 è qualcosa che tutti credevano impossibile. Ho amato il lavoro di Grant Morrison su Seven Soldiers, davvero brillante. Il rilancio dei Giovani Titani e di Lanterna Verde firmato Geoff Johns sono vette della mia carriera. Ho adorato il fatto di lavorare con tanta gente incredibile e Geoff è uno di loro. Così come Judd Winick e Greg Rucka.

Teen Titans #1

A dirla tutta siamo sempre stati tutti molto orgogliosi dei Nuovi 52, a prescindere dal fatto che l'iniziativa non sia durata cinque anni. L'audacia del progetto, il suo concetto di base e il successo che ha ottenuto all'inizio sono qualcosa di cui sarò sempre molto fiero. E l'orgoglio più grande sta nel fatto che un sacco di gente ha avuto l'occasione di sentirsi coinvolta da queste storie e dalla loro narrazione. Alcuni mi hanno detto che il mio nome sarà sempre scritto nell'intestazione di migliaia di pubblicazioni. Non ci avevo mai pensato in questi termini, ma già questo è un grande onore.

La cosa divertente è che oggi, se guardo indietro e ripenso ai miei vecchi lavori, vedo i nomi nei credits e mi rendo conto di aver lavorato con un sacco dei miei idoli di gioventù, gente che leggevo quando crescevo. Una cosa che mi avrebbe fatto felice se fosse durata un anno. E ne ho avuti diciotto a disposizione.

Certo che ci sono anche stati dei momenti no. Quando perdi di vista l'obiettivo, quando non hai la forza di seguire l'istinto. Ci sono un paio di errori che ho fatto nei primissimi anni che mi rimangerei volentieri. A dire il vero, quelli che più mi pesano non hanno a che fare con i prodotti, ma con le persone e le relazioni che avrei potuto gestire meglio. Se fossi stato un po' più saggio, se non fossi stato così testardo in certe occasioni, avrei potuto fare di più.

Si spera sempre che le persone comprendano che non c'è niente di personale in certi contrasti, che certe cose vengono dette nell'interesse delle storie. A volte, so essere un vero ostinato perché ho in mente soltanto il prodotto o il personaggio, non le persone e gli effetti che posso avere su di loro. Forse c'erano modi migliori per affrontare questo genere di situazioni. Il Dan con diciotto anni di esperienza è molto diverso da quello che ha iniziato alla DC Comics, questo è certo. Si matura con il tempo e si capiscono tante cose, come sempre nella vita, non solo quando si lavora alla DC. Probabilmente ho più rimpianti nella mia esistenza personale che in quella passata alla DC Comics.

Così come DiDio non crede di dovere delle scuse a nessuno e di avere chiarito personalmente i contrasti con coloro cui tiene, non ha valutazioni da fare in merito alla recente decisione della sua ex-casa editrice, che ha abbandonato la distribuzione Direct Market negli Stati Uniti. Inoltre, Dan non è ancora del tutto fuori dalla DC, dato che ha ancora qualche numero di Metal Men da scrivere.

DiDio - Fa strano, devo ammetterlo. Vorrei dirti di no, ma è così. Dopo il licenziamento, mi ci è voluto in po' per rientrare nell'ordine di idee necessario a lavorare ancora come sceneggiatore, ma adesso che ci siamo devo dire che mi diverto. Dopotutto, amo questi personaggi. Un piccolo retroscena: Shane Davis mi ha disegnato nelle pagine del settimo numero, prima che capitasse tutto quanto, e io ho cambiato le battute per prendermi un po' in giro. Pensa che non sapevo nemmeno se ci sarebbe stato un numero #7, perché quando le cose sono andate come sapete ho proposto di chiudere i conti con il numero #6. Ma mi levo il cappello davanti a Jim Lee che mi ha concesso di finire i miei dodici numeri.

Sono grato al team creativo e alla gente che lavora alla serie, per avermi concesso di arrivare al mio finale. Avevo una storia molto precisa in mente e spero di poter raggiungere un certo livello di compiutezza, non solo alle avventure, ma anche al mio lungo rapporto con la DC Comics, quando porterò la serie a conclusione.

Fonte: Games Radar

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