Contenuti su tutte le piattaforme?
Si chiama Ultraviolet ed è il nuovo sistema per poter usufruire legalmente di intrattenimento digitale in tanti modi diversi. Un passo interessante, ma l'idea di fondo rimane sbagliata...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
In questo senso, Ultraviolet sembra un passo nella giusta direzione, come annunciato in questo comunicato. Si tratta (come l'ha definito il sito Dday.it) di una sorta di lucchetto digitale, che consentirà a chi ha acquistato un prodotto contrassegnato da questo marchio di poterselo godere in qualsiasi forma. Il consumatore dovrà infatti creare un proprio account Ultraviolet (gratuito) e con quello gestire i propri acquisti.
Tempo inutile, verrebbe da dire, visto che sostanzialmente tutto questo è un modo per lanciare una nuova forma di DRM, ossia i famigerati blocchi che creavano problemi passando da una piattaforma all'altra. Il punto è capire se serve veramente tutto questo e la risposta non può che essere negativa.
Infatti, non solo queste protezioni vengono sempre craccate in tempi brevissimi dagli hacker (d'altronde, è quasi una sfida), ma quello che dovrebbero fare è impedire di utilizzare in maniera illegale un contenuto, che però, come sappiamo bene, può essere facilmente reperibile online (insomma, se uno vuole fare il furbo, non sono certo i DRM che lo fermeranno). E si ritorna così al solito paradosso: non solo l'offerta legale a pagamento si deve scontrare con una distribuzione illegale gratuita, ma quest'ultima è anche più efficiente nei confronti del consumatore, a cui viene chiesto di pagare per un servizio meno efficace. E se li abolissimo completamente, questi maledetti DRM?
Discutiamone nel Forum Cinema o qui sotto nei commenti