Contenuti su tutte le piattaforme?

Si chiama Ultraviolet ed è il nuovo sistema per poter usufruire legalmente di intrattenimento digitale in tanti modi diversi. Un passo interessante, ma l'idea di fondo rimane sbagliata...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Molti consumatori si lamentano del fatto di non poter usufruire dei loro acquisti (che si tratti di film, videogiochi o musica) al 100%. Insomma, non è detto che il dvd acquistato e tranquillamente vedibile sul proprio lettore, poi possa essere usufruito anche sul proprio portatile, tanto per fare un esempio stupido.

In questo senso, Ultraviolet sembra un passo nella giusta direzione, come annunciato in questo comunicato. Si tratta (come l'ha definito il sito Dday.it) di una sorta di lucchetto digitale, che consentirà a chi ha acquistato un prodotto contrassegnato da questo marchio di poterselo godere in qualsiasi forma. Il consumatore dovrà infatti creare un proprio account Ultraviolet (gratuito) e con quello gestire i propri acquisti.

Insomma, sembra che le aziende stiano iniziando a capire meglio come trattare i propri clienti. Purtroppo, ci sono comunque tanti punti meno eccitanti in questa notizia. Intanto, non è ben chiaro quali siano le procedure per 'sbloccare' il lucchetto e assicurarsi che il prodotto acquistato possa essere fruito al 100% sempre e ovunque, questo ovviamente se tutto funzionerà bene e non ci saranno problemi, cosa su cui non giurerei. Magari si tratterà semplicemente di inserire un codice, ma comunque si tratta sempre di collegarsi a Internet e perdere un po' di tempo. Senza contare che finora le società che hanno aderito sono una sessantina, ma mancano colossi come la Disney.

Tempo inutile, verrebbe da dire, visto che sostanzialmente tutto questo è un modo per lanciare una nuova forma di DRM, ossia i famigerati blocchi che creavano problemi passando da una piattaforma all'altra. Il punto è capire se serve veramente tutto questo e la risposta non può che essere negativa.

Infatti, non solo queste protezioni vengono sempre craccate in tempi brevissimi dagli hacker (d'altronde, è quasi una sfida), ma quello che dovrebbero fare è impedire di utilizzare in maniera illegale un contenuto, che però, come sappiamo bene, può essere facilmente reperibile online (insomma, se uno vuole fare il furbo, non sono certo i DRM che lo fermeranno). E si ritorna così al solito paradosso: non solo l'offerta legale a pagamento si deve scontrare con una distribuzione illegale gratuita, ma quest'ultima è anche più efficiente nei confronti del consumatore, a cui viene chiesto di pagare per un servizio meno efficace. E se li abolissimo completamente, questi maledetti DRM?

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