Confederate: la HBO non sta portando avanti attivamente i lavori del progetto?

Secondo il Washington Post, il progetto di Confederate della HBO è ancora in piedi, ma non sarebbe in una fase attiva di sviluppo

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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Il progetto di Confederate, la nuova serie ideata dai creatori di Game of Thrones, è già al centro di parecchie controversie ancora prima di essere messo in cantiere. Molte, nell’ultimo periodo, le polemiche a seguito della diffusione dei primi dettagli sulla trama.

Confederate sarà infatti ambientato in America in un mondo distopico nel quale negli Stati del Sud esiste ancora la schiavitù, divenuta un’istituzione moderna, e nel quale ci si avvicina a una terza guerra civile americana.

HBO starebbe al momento valutando come procedere per poter operare sul progetto con maggiore serenità. Oltre alle polemiche, difatti, non avrebbe aiutato il fatto che Amazon abbia annunciato - quasi contemporaneamente - la serie Black America, che si presenta con una trama a tratti simile (specialmente nella presenza di una realtà alternativa) ma con una prospettiva molto diversa.

Eccone la descrizione fornita da Deadline:

Black America parla di una Storia alternativa nella quale gli afroamericani liberati dalla schiavitù si sono assicurati gli Stati della Louisiana, del Mississippi e dell’Alabama, terre nelle quali plasmano il loro destino da uomini liberi. La Nazione sovrana che hanno formato, New Colonia, ha sempre avuto relazioni burrascose con il “grande vicino”, gli Stati Uniti, talvolta alleati e talvolta avversari. I passati 150 anni hanno visto susseguirsi incursioni militari, cambi di regime e colpi di stato. Oggi, dopo due decenni di pace e di crescita economica, New Colonia si aggiunge a una schiera di Paesi industrializzati mentre l’America si avvia verso un rapido declino. Inevitabilmente, tuttavia, i destini delle due Nazioni sono legati e appesi a un delicato equilibrio.

In merito al progetto di Confederate, la HBO è stata già investita da parecchie critiche relative all’idea di mostrare una serie che non tratta del passato - nel quale la schiavitù era effettivamente una realtà istituzionalizzata - ma di un presente alternativo nel quale la schiavitù è cosa normale e accettata.

April Reign, già ideatrice in passato della famosa protesta sui social #OscarsSoWhite, ha organizzato un’iniziativa per richiedere ai responsabili della HBO di cancellare la produzione del nuovo show, sostenendo che gli spettatori non vogliono vedere un progetto che porti sugli schermi la schiavitù.

Alle critiche ha avuto modo di rispondere il capo della programmazione del network, Casey Bloys:

Se potessi tornare indietro farei l’annuncio in maniera diversa. È stato un errore della HBO, non dei produttori. Sbagliavamo a pensare di essere già in grado di annunciare questo progetto, l’idea alla base è così delicata da richiedere molta più attenzione nei comunicati stampa. Benioff e Weiss ci hanno spiegato il motivo per cui volevano lavorare a questa serie, cosa li entusiasmava, perché era così importante per loro. Avevamo quella contestualizzazione, una cosa che chi legge il comunicato stampa non può avere. Davamo per scontata questa risposta, davamo per scontate le controversie. Ma penso che avremmo potuto lavorare meglio nell’annunciare la cosa alla stampa.

La mia speranza è che il pubblico giudicherà la serie per quello che è, e non per quello che dovrebbe o potrebbe essere. Tutto dipende dal materiale. I quattro sceneggiatori sono i migliori nel campo, e sono appassionatissimi di questo progetto.

Ora, secondo quanto riportato dal Washington Post, il progetto della serie sarebbe ancora in piedi, ma gli addetti ai lavori non starebbero lavorando attivamente alla fase di sviluppo. È bene specificare che Benioff e Weiss sono chiaramente impegnati nei lavori dell’ultima stagione di Game of Thrones. Non rimane che attendere nuovi sviluppi in merito al discusso progetto che, lo ricordiamo, non è ancora entrato in produzione e si trova tuttora in una fase di lavorazione assolutamente preliminare.

Fonti: ThePlaylist, Washington Post

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