Come ha fatto The Brutalist a costare così poco? Risponde Brady Corbet

Il regista parla del budget del suo epico film lungo tre ore e mezza e girato in VistaVision, tra i favoriti agli Oscar

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Come ha fatto The Brutalist a costare così poco? In un momento in cui si parla tanto del budget astronomico di Joker: Folie à Deux, il regista Brady Corbet parla di come è riuscito a realizzare il suo ambizioso film spendendo pochissimo (molte testate parlano di 6/8 milioni di dollari, una nostra fonte ci ha parlato di 15 milioni, comunque una cifra molto bassa per quello che si vede sullo schermo).

The Brutalist è ambientato nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale e segue le vicende di László Tóth, architetto ungherese (mai esistito) di origine ebraica che fugge dalla persecuzione nazifascista e arriva negli Stati Uniti. Dopo un periodo di forte difficoltà, trova nuovamente il successo quando viene assunto da un magnate immobiliare di nome Harrison Lee Van Buren (interpretato da Guy Pearce), che gli commissiona un'opera colossale. Non tutto, però, è bello come sembra: il rapporto tra committente e artista diventa problematico, e nel frattempo László deve affrontare i traumi del passato e il ricongiungimento con la moglie Erzsébet (Felicity Jones) e la giovane Zsófia (Raffey Cassidy).

Il film ha un respiro molto ampio, dura tre ore e mezza (con un intervallo) ed è stato girato in VistaVision, in pellicola. A24, che ha acquisito i diritti nordamericani, lo distribuirà anche in pellicola 70mm dal 20 dicembre (da noi uscirà con Universal), e c'è chi parla di un probabile frontrunner agli Oscar dopo la vittoria del Leone d'Argento - premio speciale per la regia a Venezia.

Non sappiamo se ciò si tradurrà anche in un successo di pubblico, tuttavia l'impressione è che i distributori siano pronti a promuovere il film in maniera non dissimile da quanto avvenuto con Oppenheimer, proponendo un'esperienza cinematografica epica da vivere sul grande schermo. Ma certo non sarà necessario spingersi verso i traguardi del film di Christopher Nolan per recuperare i costi, visto il budget così ridotto.

"Non abbiamo reinventato la ruota", ha detto Corbet in occasione di una proiezione presso l'agenzia di talent CAA qualche giorno fa. "La realtà è che saremmo stati molto più felici e più a nostro agio se avessimo avuto più soldi!"

Brady Corbet con il Leone d'Argento a Venezia in una foto di Matteo Suman

Il regista ha sviluppato questo progetto nell'arco di sette anni, con numerose false partenze (le riprese dovevano iniziare nel 2020 e sono poi slittate al 2023): "Ha comportato un grande sacrificio personale e fisico, a causa delle innumerevoli notti insonni negli ultimi sette anni. Devi avere una fede cieca per portare a termine qualcosa che è completamente sottofinanziato".

Gran parte di The Brutalist è stata girata a Budapest, in Ungheria, dove vengono offerti crediti d'imposta molto elevati alle produzioni internazionali: "Abbiamo girato in un paese in cui le cose costavano quello che realmente dovrebbero costare. Girare in Ungheria non è così economico, almeno non dove eravamo noi. Ma è comunque più economico di New York, dove abbiamo speso 1 milione di dollari solo per i trasporti [per Vox Lux]."

Il controllo totale del budget ha permesso di evitare sprechi: "Secondo noi spesso i soldi vengono sprecati; è una realtà in cui viviamo tutti. Non credo di esagerare, se dico questo. Ma fare questo film con questa cifra ha significato un vero sacrificio per i nostri capi dipartimento". Tra le ottimizzazioni dei costi c'è stata quella di rinunciare alla stampa dei negativi, una pratica oggi in disuso anche tra chi gira in pellicola (i negativi vengono direttamente scansionati ed elaborati in digitale): "Sarebbe stato troppo costoso elaborare qualcosa che comunque non avremmo usato".

Tra i tagli, ovviamente, ci sono stati i compensi degli attori che eventualmente parteciperanno del successo del film.

La risposta finale di Corbet su come sia riuscito a girare un'opera così epica con un budget così ridotto? "Hanno fatto così per un secolo. Ci vuole tempo per formare dei line producer. Gli studios sono solitamente gestiti da persone che spesso non hanno realizzato molti film sul campo. È un processo che richiede molte spiegazioni e formazione. È un percorso".

Fonte / Deadline
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