CM Punk: Scrivere un fumetto Marvel è più faticoso del wrestling
CM Punk e Rob Guillory parlano di Thor Annual, esordio alla sceneggiatura per l'ex-stella del wrestling
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'appassionatissimo Phil Brooks (questo il nome all'anagrafe chicagoana dell'atleta), oltre ad allenarsi per il suo prossimo debutto nel mondo delle arti marziali miste, ha trovato il tempo di far ubriacare nientemeno che Galactus, grazie all'amicizia di vecchia data con Guillory e alla fiducia della Marvel Comics nelle sue doti di storyteller.
Punk: Essere amico di Rob mi ha aiutato a velocizzare il mio apprendimento dei meccanismi che stanno dietro alla sceneggiatura. Non abbiamo dovuto presentarci, ci siamo messi subito al lavoro per trovare il modo di far bere Galactus.
Guillory: Sapevamo da tempo di avere un senso dell'umorismo molto simile, il che ha aiutato moltissimo. Sin dal primo giorno abbiamo iniziato a buttare giù idee mentre ci mandavamo mail incredule: pazzesco pensare che la Marvel ci abbia pagati davvero per divertirci così tanto.
Nel fumetto, Thor, giovane e scapestrato, si concede a una gara di bevute. Un tema curioso per CM Punk che, oltre ad essere un atleta rigoroso, vive secondo la filosofia straight-edge (niente droga, fumo, alcol, nemmeno in piccole quantità o rare occasioni). Come mai questa scelta?
Mi hanno detto di scrivere di qualcosa che conoscessi. Ovviamente, ci sono stati molti commenti riguardo il mio stile di vita. Ma non siate sorpresi: la gente attorno a me beve in continuazione. Il tizio sobrio è sempre quello che si ricorda meglio le serate in cui tutti sono ubriachi.
Scherzosamente ha detto di essere in attesa dell'offerta della Marvel di far parte del cast di un film e sostiene che scrivere un fumetto sia molto più snervante che farsi prendere a cazzotti per lavoro. Guillory ha invece commentato questo lavoro breve e leggero per la Casa delle Idee come una parentesi rispetto agli altri suoi impegni fumettistici.
Prendersi una pausa dal lavoro su Chew è stato bello, dopo sei anni e quarantasette numeri di full immersion. Mi sembrava di potermi finalmente sgranchire le gambe dopo un lungo viaggio, con dei personaggi nuovi e un tono narrativo completamente diverso. E poi sono un fan della Marvel sin da bambino, quindi è stata davvero una soddisfazione, per me.
Disegnare questa storia e questi personaggi, per me che sono sostanzialmente un disegnatore-creatore, è stato davvero rinfrescante. Mi aspettavo che gli editor avessero molto da ridire sullo stile o su alcune delle idee. Non mi aspettavo che prendessero così bene un Hulk in versione lottatore di lucha libre. Invece non ci sono stati intoppi di alcun genere. Mi sono proprio divertito.
CM Punk ha affermato che, per quanto i suoi impegni lo permetteranno, vorrebbe continuare a scrivere fumetti. L'intervistatore ha chiesto lumi su questa prima esperienza: si è rivelata all'altezza delle sue aspettative di lettore di vecchissima data e conoscitore profondo di questo mondo grazie alle sue frequentazioni (è nota la sua amicizia con Ed Brubaker, ad esempio)?
Prima di tutto, voglio precisare che ho ancora intenzione di scrivere il Punitore. Un giorno o l'altro. Immagino che, se riuscirò a fare un po' di vera esperienza, sarò anche in grado di pensare a un arco narrativo più lungo e complesso.
Sono stato addosso alla Marvel per un po', per sapere cosa avremmo fatto insieme in futuro e devo dire che mi aspettano delle cose molto fighe.
Scrivere un fumetto per la prima volta è stato un po' più complesso di quel che immaginassi. Mi aspettavo che l'ispirazione sarebbe semplicemente arrivata da sé, invece ho proprio dovuto chiudermi in una stanza e obbligarmi a ragionare sulla storia. Una volta trovata la giusta concentrazione, è stato tutto in discesa e molto divertente.
Fonte: Comic Book Resources