Clint Eastwood: "American Sniper è un film contro la guerra"

Il leggendario filmmaker parla del suo approccio verso la guerra e di come American Sniper sia una pellicola dal messaggio anti-bellico

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American Sniper, l'ultima fatica di Clint Eastwood, ha tenuto banco in tutto il mondo. Per gli straordinari incassi ottenuti negli Stati Uniti (e anche in Italia), per come ha trattato un tema particolarmente spinoso e fresco come la guerra in Iraq.

La pellicola, specie da alcuni giornalisti italiani da salotto buono (ma le polemiche sono nate un po' dappertutto, questo va specificato per onestà intellettuale) è stata etichettata come figlia della propaganda bellica statunitense, se non addirittura fascista, per l'approccio adottato nel racconto della vita del cecchino Chris Kyle.

La spinosa questione è stata recentemente affrontata dal leggendario filmmaker durante un incontro con gli studenti di cinema della Loyola Marymount University School of Film & TV in cui Eastwood ha potuto puntualizzare una cosa: American Sniper è un film dallo spirito anti-bellico.

Credo che sia un film che può essere apprezzato dai veterani perché mostra quello che devono attraversare, così come le loro famiglie. È un grande esempio di quello che affrontano, dello stress cui vengono sottoposti. Credo che tutto questo contribuisca a formare un certo messaggio contro la guerra.

Clint Eastwood ha poi specificato di essere lui stesso contrario alle iniziative belliche:

Sì, sono contro la guerra. Ho girato dei film bellici perché sono storie inevitabilmente cariche di elementi drammatici e conflittuali, ma quanto all'effettiva partecipazione... si tratta di un'attività che dovrebbe essere intrapresa con un sacco di considerazioni profonde in merito, se proprio bisogna cominciarne una. L'auto protezione delle nazioni è una cosa importante, ma a me non piace. Non sono mai stato un fan delle guerre intraprese in Iraq o Afghanistan per una lunga serie di motivazioni pratiche. Una, ad esempio: in Afghanistan gli inglesi non hanno mai avuto successo, così come i russi che ci hanno combattuto per dieci anni. Con l'Iraq so che si tratta di uno scenario differente in cui l'Intelligence ci ha avvisato circa le cose spiacevoli che sarebbero potute accadere e non abbiamo una certezza riguardo l'esito della guerra, se sia stato favorevole o meno. Io tendo a pensare che a volte meno si fa meglio è.

Questa la sinossi ufficiale:

Dal regista Clint Eastwood arriva “American Sniper,” con Bradley Cooper che interpreta Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più di un cecchino. Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle (Sienna Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la guerra che non riesce a lasciarsi indietro. Cooper è stato nominato all’Oscar due volte per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook- Il Lato Positivo” e nel film “American Hustle,” ed è il protagonista del film insieme a Sienna Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby,” “Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film “American Sniper” tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall, che si basa sul libro scritto da Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è stata subito un bestseller rimanendo 18 settimane sulla lista dei bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero uno.

Cosa ne pensate? Potete commentare qui sotto o in questo post del Forum Cinema.

FONTE: THR

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