Cinema Purgatorio di Alan Moore e le torbide origini della Warner Bros

Una curiosa strip di Cinema Purgatorio realizzata da Alan Moore e Kevin O'Neill attacca la Warner Bros

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Una curiosa strip, quella di questo mese per Cinema Purgatorio, titolo realizzato da Alan Moore e Kevin O'Neill per Avatar Press. A una prima occhiata, i protagonisti di questo breve fumetto sembrano i fratelli Marx, ma l'apparenza inganna. In realtà Moore, in questa sua ricognizione della storia del cinema, a partire dalle sue origini, affronta le vicende controverse della nascita della Warner Bros.

I fratelli in questione non sono dunque Harpo, Groucho, Chico e Zeppo, bensì Harry, Albert, Sam e Jack Warner, fondatori della casa di produzione e colosso dell'editoria americana, protagonisti di una storia che parla dello scandalo di corruzione che li ha coinvolti nei primi anni della loro carriera.

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Se nessuno di loro ne esce particolarmente bene, tra documentati soprusi nei confronti dei dipendenti e insabbiamenti di indagini riguardanti alcune delle loro star più in vista, è decisamente Jack Warner, il vero grande magnate, a subire il trattamento più severo: rappresentato infatti come un incanutito Groucho Marx, è lui ad estromettere con l'inganno dalla compagnia il sangue del suo sangue e proseguire da solo, come unico proprietario.

Del resto, non si tratta di un'invenzione, ma di storia. Sappiamo tutti come Alan Moore sia puntiglioso nel documentarsi e ricostruire il passato che gli interessa, grazie all'ammirevole opera che ci ha consegnato con From Hell. La scelta del soggetto, in questo caso, non ha a che fare solo con la storia del cinema americano, ma anche con quella personale di Moore. Non sono infatti un segreto i suoi screzi ripetuti con la Warner, sia nelle vesti di casa di produzione di alcuni dei film basati sui suoi fumetti, sia in quanto proprietaria della DC Comics e, pertanto, della Vertigo.

Una piccola ricognizione dei guai passati dall'autore con la Warner accoglie la decisione di aggiungere avvisi sui contenuti crudi sulle copertine dei suoi fumetti; intromissioni nell'edizione e nel processo creativo di alcune sue opere, come Tomorrow Stories e Black Dossier - capitolo della Lega degli Straordinari Gentleman - nonostante accordi precedenti lo escludessero; la scelta di non rinegoziare il suo contratto riguardo i diritti di Watchmen e V For Vendetta, pubblicati e ripubblicati a ritmi indiavolati.

Ci sono poi i trattamenti, considerati inadeguati da Moore, delle sue storie da parte del cinema, persino menzogne affermate in pubblico e contro la sua parola: alcuni di voi ricorderanno i produttori di V For Vendetta dichiarare che l'autore era coinvolto nel progetto e d'accordo con la linea adottata. Moore negò categoricamente di aver mai avuto una posizione del genere.

Successivamente, l'autore di Watchmen ha dichiarato spesso di essere stato tormentato dalla DC Comics e dalla Warner per l'anniversario della sua opera più famosa e, più recentemente, si è lamentato del fatto che Dave Gibbons, co-creatore della graphic novel, non sia stato nemmeno avvisato del fatto che i personaggi in questione sarebbero stati utilizzati nell'Universo DC, nel contesto di Rebirth.

Ecco perché è ragionevole pensare che le immagini che vi mostriamo qui di seguito siano state realizzate da Alan Moore con una punta di malefica soddisfazione nel raccontare le torbide relazioni con la criminalità organizzata, le manifeste corruzioni delle forze dell'ordine e le discutibili scelte etiche tra cui nacque la sua nemesi editoriale. Buona lettura.

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Fonte: Bleeding Cool

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