Cinema americani pronti a riaprire a luglio?
Le linee guida del governo americano spingono le associazioni degli esercenti e le varie catene a pensare a una riapertura dei cinema a luglio
Intanto le grandi catene cinematografiche americane cercano di affrontare la situazione pianificando in anticipo l'approccio che avranno alla riapertura. Secondo quanto riporta Deadline, i dirigenti di Cinemark hanno annunciato agli investitori un piano per riaprire i loro cinema il 1 luglio (dove sarà possibile farlo), facendo rientrare i dipendenti a metà giugno per prepararsi adeguatamente alla gestione della situazione (che prevederà misure di distanziamento sociale anche all'interno della sala, il tutto senza sovrapprezzi). Per almeno due settimane non verranno proposti nuovi film, ma grandi successi del passato, per convincere il pubblico a tornare in sala con prezzi molto abbordabili in collaborazione con gli studios.
Sebbene le azioni della compagnia siano tornate a salire, non tutti a Wall Street sono ottimisti: l'analista Eric World afferma infatti che "Le linee guida annunciate dalla Casa Bianca permettono a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalle misure di lockdown (come ospitalità e intrattenimento) di sviluppare dei piani, ma a nostro avviso ci vorranno ugualmente dei mesi prima che vengano applicati protocolli adeguati per evitare di creare la possibilità di una seconda esplosione del Covid-19. Siamo comunque ottimisti per una parziale riapertura a fine giugno in alcune aree e con una library di film del passato".
Quello che gli esercenti sembrano sopportare poco è la tendenza degli studios ad accorciare le finestre distributive. Come noto, Trolls World Tour è uscito in direct-to-vod, mentre altre pellicole che erano in sala al momento del lockdown sono approdate al noleggio digitale senza attendere le settimane concordate. L'allarme della NATO è stato pubblicato da Variety: "Senza cinema disponibili, le finestre distributive sono diventate temporaneamente irrilevanti per diversi film. Sono circostanze uniche che non possono avere come conseguenza il cambiamento del modello distributivo. Rinviando oltre 37 film, gli studios hanno dimostrato di credere che le finestre cinematografiche esclusive rappresentano i loro interessi finanziari".
E per quanto riguarda le produzioni? È ancora presto per parlarne, ma intanto la Directors Guild of America (il sindacato dei registi di Hollywood) ha incaricato Steven Soderbergh (regista di Contagion, tra gli altri) di guidare u comitato che esplori varie ipotesi sulla riapertura delle produzioni cinematografiche e televisive. "Non abbiamo ancora risposte certe su quando potremo tornare a lavorare," hanno annunciato i dirigenti della DGA, "ma il comitato nazionale che abbiamo appena creato esaminerà tutte le problematiche relative alla questione".