[Cinè 2014] Warner Bros. fa la ramanzina a tutti (inclusa sé stessa)

Partendo dal cinema italiano il più grande distributore italiano entra a gamba tesa sulla questione dell’estate cinematografica affermando il bisogno di rischiare...

Critico e giornalista cinematografico


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Sono due anni e mezzo che guidiamo il mondo della distribuzione”, così inizia Nicola Maccanico la convention Warner, con una verità incontrovertibile alimentata da numeri come il 18% di quota mercato e 55 milioni guadagnati al boxoffice solo nella prima metà del 2014.

Warner in Italia da tempo ormai gestisce anche il pacchetto Sony e quindi vanta un catalogo americano ampio al quale hanno cominciato ad affiancare esperimenti nel cinema italiano perchè “per noi è un driver di crescita anche se come sempre quando si produce ci sono dei successi ma anche dei problemi”. Non a caso la loro convention inizia proprio dal cinema italiano, con la presentazione del loro terzo film italiano del 2014, in uscita il 16 ottobre e intitolato E Fuori Nevica, di e con Vincenzo Salemme.

E’ Salemme stesso ad introdurre trailer e clip del film in cui ci sono tre fratelli (Salemme, Buccirosso e Nando Paone), di cui un (Paone) è un picchiatello, un altro (Buccirosso) è un impiegato e l’ultimo (Salemme) suona sulle navi. La morte della mamma li riporta insieme ma il notaio li avverte che se vogliono dividere il piccolo patrimonio lasciatogli devono convivere, da cui le gag.

Dalle clip vediamo il classico stile Salemme, quello dello svolgimento e delle scene fortemente teatrali (il film si basa su uno spettacolo di Salemme stesso), adattate senza troppo impegno. Il risultato è comunque divertente.

 

 

Sbrigata la prima parte del compito istituzionale e prima di passare al rullo dei trailer dei prossimi film del listino, Nicola Maccanico ci tiene a fare una precisazione. Il tema di cui la distribuzione e l’esercizio più discutono in questi anni è l’allungamento della stagione all’estate, tutti dicono la stessa cosa ma, per la prima volta davanti al pubblico, abbiamo sentito un’aria diversa.

Il boss di Warner Italia parte dai numeri: “Negli ultimi 3 anni il numero di film è cresciuto, da 364 del 2012 ai 453 del 2013 e nei primi 6 mesi del 2014 siamo passati da 240 a 289 film, questo però non ha modificato in alcun modo i parametri del mercato e la loro valorizzazione. Il 46% dei film copre il 93% del botteghino, in buona sostanza c’è un 54% dei film che ogni anno fa il 7% del totale al botteghino. A questo va aggiunto il dato legato al moltiplicatore del primo weekend: nel 2012 il moltiplicatore in media era 3,1, nel 2013 si è passati a 2,9 e ora nei primi 6 mesi del 2014 siamo a 2,6. E’ un trend a cui dobbiamo mettere un freno, stiamo diminuendo il valore di quel che abbiamo”.

La soluzione chiaramente è allungare la stagione ma quel che a Maccanico preme dire è che finora si sta agendo con pavidità e che solo il rischio invece può cambiare le cose. L’esempio perfetto di quest’atteggiamento secondo Warner è quel che si è fatto con la festa del cinema: “Nasce da un’idea giusta, concentrare e richiamare il pubblico tramite il prezzo. Il primo anno l’abbiamo fatto in un periodo protetto e con Gatsby è andata bene ma con il resto male e il secondo anno l’abbiamo replicata uguale con gli stessi problemi ed è andata anche peggio! Tutti devono accettare di usare i loro film per questa festa e gli esercenti devono capire che non può essere un espediente per avere pubblico quando non ce ne sarebbe”.

Naturalmente la major si mette in prima linea, spiegando che tutti sono complici di questa pavidità e tutti devono cambiare atteggiamento, loro per primi (che non sempre sono impeccabili) ma anche l’esercizio: “Mi è capitato di passare nel corridoio della nostra azienda e sentire un ragazzo della distribuzione che litigava per difendere la seconda settimana di Jersey Boys perché aveva fatto -2 nel secondo weekend e questo in un momento in cui non esce niente di concorrenza!”.

Il discorso di Maccanico ha una certa forza, perchè al di là dei dati e dei concetti, è pronunciato con una sincera forza e una determinazione onesta (dietro la quale si intravede una punta di fastidio per l’atteggiamento pavido descritto). Ovviamente è facile capire che Warner è una società che può permettersi di rischiare più di realtà minori, tuttavia è anche evidente che i loro film in linea di massima non sono quelli appartenenti al 54% che realizza il 7% degli incassi e che l’effettivo allungamento da loro promosso avvantaggerebbe più i piccoli che i grandi. Proprio per questo l’abbiamo fermato a fine convention per fargli qualche domanda in più.

I piccoli sostengono che siete voi, i più grossi, che dovete tirare il mercato fino all’estate e guardando il listino Warner per quest’estate non vedo niente di grande…

E’ vero, ma noi abbiamo già iniziato. Dark Knight a Luglio, Harry Potter a Luglio… Il problema di quest’anno è quello dei mondiali ed è globale, nel senso anche americano. Perchè è chiaro che se gli americani muovono le date, anche noi ci dobbiamo adeguare.

E’ vero che i grandi devono muoversi per primi ma la verità è che il cinema italiano ha il 30% del mercato, tantissimo, e loro devono lavorarci sull’estate, stanno tutti tra Novembre e Febbraio, un meccanismo che fa moltissimi danni!

I vostri 2-3 titoli italiani quando escono?

Noi abbiamo avuto Cosa voglio di più, fatto uscire a Maggio anche se tendenzialmente siamo tra Ottobre e Aprile, però come è giusto che gli americani lavorino a consolidare l’estate, chi fa più cinema italiano dovrebbe preoccuparsi di allargare la stagione italiana.

Parliamo di Medusa e 01 dunque?

No non è questo.

Beh loro sono i grossi distributori di cinema italiano.

Si ma quando parlo di chi ha i titoli, parlo anche di produttori! Quando hai un grande film è facile metterlo in una data sicura piuttosto che rischiare, però se operiamo così non possiamo lamentarci che il mercato non cresca, è la coperta corta. Se vogliamo farlo crescere dobbiamo pian piano fare esperimenti e cercare di allungarla non solo con i blockbuster americani che già la allungano, ma mentre aumentiamo il numero di blockbuster infilare anche prodotti medi e portare il cinema italiano.

Se siete tutti daccordo perchè non ci riuscite?

E’ chiaro che tra il dire e il fare ci va sempre un passo in più, siamo tutti daccordo che è importante cambiare ma l’esempio della festa del cinema è calzante, non puoi avere una buona idea e poi applicarla con pavidità, bisogna metterla quando tutti hanno i film importanti perchè allora ci potrà dare un contributo vero ma occorre rischiare perchè se poi va male in tanti ci perderebbero i soldi.

Voi fate 2-3 film italiani l’anno e anche case che prima non li toccavano come Lucky Red ora stanno cercando di trattarli, volete aumentare o vi va bene così?

Dipende dal resto del catalogo per noi. Cioè quanti film americani abbiamo e quanti progetti interessanti troviamo. Noi siamo solidi nel continuare con il cinema italiano e la dimensione 3-5 film all’anno ci pare la più coerente visto il catalogo di film americani che abbiamo.

Durante la seconda parte della convention nel rullo dei titoli che Warner distribuirà nei prossimi 6 mesi si sono visti trailer già editi (in gran aprte) di:

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