Chrono Star Wars #27: Underworld

Contrabbandieri, cacciatori di taglie e canaglie di ogni genere impegnati in una scatenata caccia al tesoro galattica: Chrono Star Wars riscopre Underworld

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STAR WARS : UNDERWORLD - THE YAVIN VASSILIKA

Miniserie di 5 numeri

Data di pubblicazione: 2000/2001

Autore: Mike Kennedy

Disegnatori: Carlos Meglia

Colori: David Stewart

Copertine: Andrew Robinson

Undwroelrd 2Star Wars Underworld, a cui si aggiungerà in seguito il sottotitolo The Yavin Vassilika, a indicare che l’intenzione era quella di esplorare ulteriormente questo filone con altre miniserie, è un fumetto poco noto nel panorama starwarsiano e si tratta di un esperimento sui generis che ha ottenuto meno risonanza di quello che forse meritava, ma che vanta varie frecce efficaci al suo arco.

Realizzato da un nuovo arrivato nel filone starwarsiano, Mike Kennedy, vanta anche come disegnatore una scelta inconsueta per il settore di star wars : Carlos Meglia, il fumettista argentino dai tratti distintamente caricaturali e vicini al genere di animazione, noto da noi soprattutto per la saga di Cybersix.

Come il titolo principale della serie promette, Underworld ci conduce nello scalmanato mondo del crimine della galassia di Star Wars, in un’avventura folle e scatenata tra contrabbandieri, cacciatori di taglie, tagliagole e criminali della peggior risma, un ambiente in cui naturalmente si muovono anche molti volti noti, da Han Solo a Boba Fett, da Lando Calrissian agli Hutt. La trama portante della storia è, in essenza, una caccia al tesoro: a una riunione tra Hutt, tre dei grossi signori del crimine (il già noto Jabba e le new entries Embra e Malta), discutono quale sia il metodo migliore per fare affari. Mentre Jabba ovviamente punta tutto sui metodi illegali e la manipolazione, Embra è un sostenitore degli accordi onesti e Malta conta innanzitutto sulla forza bruta. Con un piccolo input da parte dei rispettivi assistenti, che a loro volta hanno indetto un “consiglio parallelo”, i tre decidono di stabilire chi ha ragione indicendo una caccia al tesoro mirata a recuperare un leggendario artefatto, il Vassilika di Yavin, appunto, sulla cui ricomparsa sono iniziate a circolare varie voci. Ognuno potrà mettere assieme una squadra di tre elementi, e la squadra che per prima riconsegnerà agli hutt l’artefatto vincerà la gara e la scommessa.

cover 4Partono le manovre di reclutamento, che naturalmente coinvolgono i migliori mercenari e contrabbandieri che il sottobosco starwarsiano ha da offrire, e con esse parte una lunga e vertiginosa corsa sulle montagne russe fatta di alleanze, tradimenti, cambi di squadra, colpi di scena e regole del gioco che cambiano le carte in tavola in continuazione, fino a giungere a un finale di partita dove la natura stessa della gara cambia, e l’entrata in scena della Ribellione nella caccia all’artefatto indurrà tutti i partecipanti a rivedere le proprie alleanze.

Tentare di riassumere i numerosi cambi di fronte, intrighi e tradimenti che movimentano questa lunga storia fatta di inseguimenti, sparatorie, furti e voltafaccia non solo sarebbe impossibile, ma toglierebbe anche il gusto della lettura. Ci limitiamo quindi a specificare che il maggior punto di forza di Underworld è proprio l’imprevedibilità delle situazioni. E se forse, all’epoca dell’uscita del fumetto la natura movimentata e scalmanata della storia sembrò forse eccessiva a un panorama di lettori che era fin troppo fossilizzato su temi e atmosfere più rigidi e lineari, rileggendo la serie con il senno di poi viene naturale notare che Kennedy era stato forse un precursore ingegnoso, creando con qualche anno di anticipo ritmi, atmosfere e momenti umoristici che di lì a qualche anno avrebbero fatto la fortuna di Jack Sparrow e compagni con la saga disneyana di Pirati dei Caraibi: anzi, Underworld può veramente essere descritto come un Pirates of the Caribbean in salsa fantascientifica, con avventure scalmanate e improbabili, senso dell’umorismo arguto e spiazzante e colpi bassi su colpi bassi. Proprio come il suo successore piratesco, la serie gioca molto anche sulle alleanze improbabili e precarie tra concorrenti conflittuali, mettendo ad esempio nella stessa squadra, quella di Jabba, il trio esplosivo di Han Solo (una scelta scontata), Lando Calrissian (che all’epoca è ai ferri corti con l’ex-amico) e... Boba Fett, con cui le due canaglie sopracitate devono instaurare un riluttante gioco di squadra.

Qual è dunque il motivo del limitato successo di Underworld: forse, proprio come il suo più illustre successore piratesco, in alcuni momenti la trama si fa talmente intricata che si è quasi tentati di arrendersi, evitare di capire cosa sta succedendo e chi sta dalla parte di chi, e optare per un drastico “ditemi semplicemente come va a finire”. Anche i disegni di Meglia, per quanto deliziosi e un’interessante alternativa alle matite di stampo più tradizionale, a volte risultano eccessivamente caricaturali o difficili da seguire, contribuendo alla già latente sensazione di confusione. Da segnalare infine qualche difficoltà a livello di continuity (alcuni dei cacciatori di taglie e dei contrabbandieri coinvolti, annoso problema che non farà che infittirsi man mano che le pubblicazioni aumentano) non potrebbero partecipare alla gara nell’arco temporale in questione, pochi anni prima di A New Hope, essendo già reclutati in altri progetti o impossibilitati a circolare liberamente.

Underworld resta comunque un’avventura divertente e godibile, a patto di dedicare un minimo di impegno nel seguire gli intrighi nella trama, e nel non voler cercare i momenti lirici o tragici più affini al mondo dei Jedi e della Forza, ovviamente assenti da tutta la saga. Ma per chi ama sparatorie e inseguimenti e crede che “le antiche religioni non possano competere con un buon folgoratore al fianco”, è una storia che non mancherà di divertire e di coinvolgere.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

"Pirati dei Caraibi" in salsa starwarsiana, con tutto ciò che il parallelismo implica: ritmo serrato, umorismo, azione, intrighi e colpi bassi. Il divertimento è assicurato.

Lato Oscuro

La trama si complica al punto che è facile perdersi e rinunciare a capire chi sta facendo cosa per conto di chi. Certo, può anche essere un merito, ma forse alla lunga è scoraggiante.

Giudizio finale

Una storia divertente e scatenata, che brilla soprattutto quando sono sulla scena i personaggi classici (Han, Chewie, Lando, Boba), un po' meno quando il palcoscenico è affidato a quelli minori o inediti, che non riescono a brillare troppo. Ma gli amanti dell'azione saranno più che accontentati.

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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