Chrono Star Wars #25: Darth Maul

Il demoniaco signore dei sith al suo debutto fumettistico: Chrono Star Wars ci riporta agli anni dei prequel con le letali avventure di Darth Maul

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STAR WARS – DARH MAUL

Miniserie di 4 numeri

Data di pubblicazione: 2000

Autore: Ron Marz

Disegnatori: Jan Duursema

Colori: Dave McCaig

Copertine: Drew Struzan

Maul 02Nei tanti momenti seminali che segnarono il conto alla rovescia che, dopo sedici lunghi anni, stava per riportare sul grande schermo la saga di Star Wars, uno dei più memorabili è innegabilmente stato il primo impatto con la figura di Darth Maul: che lo abbiate incontrato come icona pubblicitaria sulla miriade di prodotti che avevano invaso gli scaffali di tutto il mondo, o nella teatrale entrata in scena che faceva nel primo teaser trailer de La Minaccia Fantasma, il signore dei sith dei prequel rimaneva impresso nella memoria, così diverso dall’unico che allora conoscevamo, Darth Vader: meccanico e glaciale il primo, selvaggio e animalesco il secondo, a volto mascherato il primo, a volto scoperto e tatuato il secondo, alto e imponente il primo, più piccolo e guizzante come un ninja il secondo. Tutto faceva credere che Maul, pur per strade assai diverse, sarebbe riuscito nel compito pressoché impossibile, se non di superare, quanto meno di difendersi e di tenere testa ai villain tradizionali della saga.

E così sarebbe stato, se solo... se solo... beh, sappiamo tutti com’è andata con la Minaccia Fantasma: look da urlo, scene d’azione spettacolari, un duellone finale mozzafiato con finale deludente, ma tempo sullo schermo limitato, tre battute in tutto e la sensazione frustrante di vedere sparire dalla scena un personaggio che avremmo voluto vedere sfruttato e approfondito molto più a lungo. In questo Maul condivide una sorte analoga a quella di Boba Fett: un look vincente, una reputazione di “badass” e il desiderio di vederlo ancora in azione. E la Dark Horse, proprio come aveva fatto con Boba Fett, non esita ad “adottare” Darth Maul per fornire ai lettori dosi più massicce delle sue avventure, ponendo rimedio alla sua prematura uscita di scena nel film. Il fatto che sia morto (o forse no, ma non ci addentreremo ora in questa questione) non sembra essere un grosso deterrente, in quanto il background del film lascia intendere che devono esistere una miriade di missioni che Maul ha compiuto per conto del suo maestro Sidious, e questo è proprio lo spunto da cui parte la prima miniserie a lui dedicata, targata 2001 e firmata da Ron Marz e illustrata da Jan Duursema (destinato a entrare nell’olimpo dei fumetti starwarsiani negli anni a venire).

maul 01La trama è estremamente lineare e vede semplicemente Maul muovere una “one man war” contro l’organizzazione del Sole Nero, che potrebbe essere d’intralcio a Sidious nella sua scalata al potere galattico. Come in una versione fantascientifica di Kill Bill, Maul si fa strada attraverso gli sgherri e i luogotenenti dell’organizzazione fino ad arrivare al suo capo supremo, Alexi Garyn. La serie ci regala un bello scontro tra i due, filosofico oltre che di arti marziali, in quanto Garyn è un Jedi mancato che ha rinunciato all’addestramento per fare strada nel mondo del crimine, e a differenza di Maul votato in tutto e per tutto a servire il suo padrone, apprezza la libertà e l’indipendenza più di ogni altra cosa. La rimozione di Garyn dalla scacchiera galattica consentirà a Sidious di procedere indisturbato nelle sue trame, ma aprirà anche la strada all’ascesa del successivo leader del Sole Nero, Xizor, che tornerà a interferire nei piani dell’Impero venti anni dopo.

Visivamente, Darth Maul è una storia elegante e mozzafiato, dove la fisicità e il dinamismo del guerriero sith hanno ampio modo di essere resi a dovere e le ambientazioni esotiche arricchiscono ulteriormente l’atmosfera. Anche il fatto che la Dark Horse abbia arruolato come copertinista Drew Struzan, autore delle più celebri cover starwarsiane, indica quanto credesse nel progetto. Narrativamente, Darth Maul scorre via rapidamente e piacevolmente, con l’unica pecca di limitarsi a mostrarci Maul eternamente e costantemente nel ruolo di killer disumanizzato e inarrestabile. In una miniserie in cui aveva l’occasione di assurgere a protagonista, sarebbe stato bello scoprire qualcosa in più sul suo passato o qualche sfaccettatura nascosta della personalità, ma si è scelto di mantenere attorno a lui quell’aura di mistero e di nefandezza che aveva accattivato gli spettatori del film, ed è una scelta che comunque funziona.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

Uno dei personaggi più amati dei prequel sotto i riflettori, una storia che abbonda in azione e combattimenti e realizzata visivamente e graficamente in modo impeccabile.

Lato Oscuro

Aggiunge poco a ciò che già si sa di Maul. Inoltre, eccettuato lo scontro finale con Garyn, le interazioni con il resto del cast che non prevedano massacri fulminei e spietati si contano sulla punta delle dita!

Giudizio finale

Un’ottima produzione la cui realizzazione grafica vale da sola la lettura. Con un paio di elementi intriganti in più a livello di trama sarebbe stata perfetta; così com’è ci lascia invece un Maul assolutamente identico a quello che abbiamo visto nei film, ma l’appetito che la sua comparsa aveva suscitato ne La Minaccia Fantasma può dirsi parzialmente appagato.

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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