Chrono Star Wars #23: Jedi Academy - Leviathan

I nuovi Jedi addestrati dal maestro Luke Skywalker al loro battesimo del fuoco: un'avventura in vecchio stile, ma la scintilla della Forza fatica a brillare

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STAR WARS – JEDI ACADEMY: LEVIATHAN

Miniserie di 4 numeri

Data di pubblicazione: 1998/99

Autore: Kevin J. Anderson

Disegnatori: Dario Carrasco Jr.

Colori: Ray Murtaugh

Copertine: David Michael Beck

Siamo ancora nella stagione 1998/99: mentre la Dark Horse ha un ottimo gioco nelle ere antiche dell’universo starwarsiano o nella fascia parallela alla trilogia classica, quella parte della timeline relativa agli eventi successivi al Ritorno dello Jedi è saldamente in mano alla linea editoriale dei romanzi Bantam, che gestiscono quasi in esclusiva le avventure dei personaggi principali come Luke, Han e Leia nella lotta contro le ultime sacche di resistenza Imperiali.

Quando la Dark Horse vuole concedersi delle incursioni in questo periodo, deve ricorrere quasi sempre a progetti e personaggi originali, che non interferiscano troppo con il cast principale: è il caso delle vicende della Squadriglia Rogue, ma anche di Crimson Empire. Leviathan #3 - copertina

Un ulteriore tentativo, forse non troppo convinto, viene fatto con la miniserie Jedi Academy: Leviathan, quattro numeri sceneggiati da Kevin J. Anderson e illustrati da Dario Carrasco Jr., vale a dire il team di Tales of the Jedi trapiantato dal passato remoto della galassia al suo immediato futuro.

Le premesse iniziali sono già piuttosto modeste: una colonia mineraria sul pianeta Korbos subisce un’aggressione da parte di ignoti e viene pressoché sterminata. A Coruscant, i capi della Nuova Repubblica decidono di avvalersi dell’accademia Jedi da poco fondata da Luke sulla quarta luna di Yavin, che manda quattro dei suoi allievi a indagare nella loro prima missione “ufficiale”.

Non ci saranno grossi misteri o colpi di scena inaspettati a cui far fronte nel corso della missione: i minatori nel corso dei loro scavi hanno risvegliato un mastodonte assopito nelle viscere della terra che ha fatto scempio dell’avamposto, e nella più classica tradizione del caso da Grendel in poi, i giovani Jedi, una volta eliminato il colosso, scopriranno che si trattava solo del “cucciolo” e dovranno affrontare una seconda battaglia con la madre, ancora più smisurata e potente.

Non c’è molto altro da aggiungere alla storia, che si conclude con l’ovvia vittoria del gruppo e con il ritorno all’accademia dove possono dichiarare “missione compiuta”; e sebbene sia vero che non tutte le storie di Star Wars debbano necessariamente mettere in gioco la continuata esistenza della galassia, il tono della storia è decisamente minimalista.

Ed è un peccato, perché l’inclusione del titolo-ombrello “Jedi Academy” prima di quello della storia, Leviathan, fa intuire che ci sarebbe l’intenzione di narrare varie avventure del nuovo ordine Jedi, idea di per sé niente affatto malvagia. Anzi, dopo avere sfogliato poche pagine è abbastanza chiaro intuire dove si vorrebbe andare a parare: un “maestro”, Luke, che invia i suoi allievi in missione da soli restando sullo sfondo e dispensando saggezza, e un gruppo di apprendisti Jedi specializzati nell’uso di poteri e capacità diverse che deve sia imparare ad agire come squadra che a riconquistare la fiducia di una galassia che li credeva estinti... si vorrebbe, insomma, regalare all’universo di Star Wars la sua versione degli X-Men, con tanto di confraternita malvagia contrapposta (Anderson creerà poi, sul fronte dei romanzi, una Shadow Academy da contrapporre proprio a quella di Skywalker). swjal4

Il progetto non ce la fa a decollare per due motivi principali: innanzi tutto, i personaggi principali sono tragicamente privi di spessore e di interesse. Kyp Durron, ipotetico “prescelto” scoperto da Luke nell’epoca post-Jedi e creato dallo stesso Anderson nel corso dei suoi romanzi, Dorsk 82, asettico alieno proveniente da una razza che si riproduce esclusivamente tramite clonazione, Streen, un vecchio eremita in grado di comunicare con animali e piante, e Kirana Ti, guerriera selvaggia proveniente dal turbolento pianeta Dathomir.

Il punto è che il profilo di cui sopra non è un riassunto stringato che miri a dare un’idea di prammatica dei personaggi in questione, ma è abbastanza esaustivo di ciò che sono e cosa fanno nell’arco della storia: un po’ poco per agganciare il lettore e per convincerlo a “rimanere sintonizzato” per scoprire quali potrebbero essere le loro prossime avventure, se si pensa all’impietoso (e magari ingiusto) confronto con il team mutante per eccellenza, ma anche alle potenzialità che una squadra di Jedi ansiosa di dimostrare il ritorno della Forza nel resto della galassia avrebbe potuto regalarci.

Il secondo motivo, tanto per infierire, è che Anderson non è Chris Claremont: la trama allestita “brilla” per eccessiva linearità, concede il minimo sindacale andando a rispolverare meccanismi e situazioni visti miriadi di volte senza regalare qualcosa di speciale o di unico che consenta almeno alla serie di essere ricordata per qualcosa di più di una semplice caccia al mostro. Un po’ poco per quello che dovrebbe essere il lancio sia di un cast di nuovi personaggi che una lunga serie di avventure a tema.

Insomma, sebbene la storia non cada mai in baratri particolarmente pericolosi o dannosi per il quadro completo della saga, è anche vero che non prende mai il volo: irrilevante è forse il termine più giusto per definirla. Che, quando si parla di storie che coinvolgono i Jedi, è forse la pecca peggiore in cui si possa incorrere.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

Il lato chiaro se la passa male stavolta: qualche fugace visione sul processo di ricostruzione dell’ordine Jedi da parte di Luke (tema forse più interessante della missione vera e propria), ma ben poco altro.

Lato Oscuro

Personaggi dimenticabili, trama eccessivamente lineare, nulla di più succoso da aspettarsi negli sviluppi successivi. Una discreta disfatta.

Giudizio finale

Destinato a chi è veramente in crisi di astinenza da spade laser, che potrebbe accontentarsi di una mini-avventura che nel suo piccolo non è nemmeno sgradevole... ma le figure e i temi dei Jedi si meritano molto di meglio. Leviathan è una nota d’appendice in una pagina di storia scritta da altri.

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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