Chrono Star Wars #11: Heir to the Empire
La Dark Horse fa rivivere il romanzo di Timothy Zahn capostipite dell'universo espanso di Star Wars: i protagonisti di Heir to the Empire a fumetti
Miniserie di 6 numeri mensili
Autore: Mike Baron
Colori: Isabelle Rabarot
Copertine: Mathieu Laffray
Giunto al suo quinto anno di vita, il sodalizio Star Wars - Dark Horse è un caposaldo della casa editrice dell’Oregon. Ma come qualcuno presso la redazione di una casa editrice concorrente amerebbe far notare, “con grandi poteri vengono anche grandi responsabilità”. Il rifiorire dell’universo fumettistico di Star Wars ha anticipato, affiancato o seguito un rifiorire analogo anche in altri media, soprattutto nel settore dei romanzi e dei videogames, e gli editor della Dark Horse, memori delle turbolenze affrontate nel corso di Dark Empire, hanno capito l’importanza di tenere d’occhio cosa accade su quei fronti.
Nel campo dei romanzi, il capostipite che ha dato il via a una nutrita serie di pubblicazioni a tema starwarsiano è stato Timothy Zahn, autore della Thrawn Trilogy che prende il nome dall’antagonista principale della serie e che è composta dai tre romanzi Heir to the Empire, Dark Force Rising e The Last Command. Nel tentativo sia di legare più da vicino le avventure fumettistiche a quelle narrative che di soddisfare le richieste di molti lettori che vorrebbero vedere un adattamento a fumetti di quell’opera, la Dark Horse decide di fare il grande passo e di inoltrarsi in un territorio finora inesplorato, vale a dire gli adattamenti di storie già narrate altrove in alternativa alle trame originali ed esclusivamente fumettistiche.
L’esperimento è interessante ma dall’esito incerto: se da un lato aprire questo filone con Heir to the Empire è una buona garanzia di successo, essendo la storia ben radicata e apprezzata dal pubblico, dall’altro si tratta pur sempre di proporre qualcosa di già noto e già letto, e viene da chiedersi quale fetta di pubblico possa essere interessata ad acquistare una storia che a tutti gli effetti è già stata scritta e sviscerata in abbondanza. Il trucco vincente sta nel proporre qualcosa di originale e alternativo a livello grafico e artistico, ed è esattamente questa la strada che sceglie di percorrere l’editor Ryder Windham, evitando scelte più tradizionali e “sicure” nel campo dei disegnatori per andare a pescare in un bacino più insolito e sconosciuto a buona parte dei lettori statunitensi, quello del fumetto francese. La scelta ricade sui disegnatori Olivier Vatine e Fred Blanchard, che forniscono una prestazione convincente e intrigante per narrare le nuove avventure di Luke e compagni alle prese con le forze del Grand’Ammiraglio Thrawn: un tratto che a volte sfiora il caricaturale o il cartone animato, ma che tuttavia riesce a offrire scenari dettagliati, convincenti ed esotici e comunque a distinguersi sia da buona parte delle produzioni starwarsiane realizzate finora che dal tipico fumetto supereroistico americano. Questo riesce a fare di Heir to the Empire a fumetti un piccolo caso editoriale apprezzato e gradito, e convince anche molti di quelli che conoscono già la storia a rileggerla per godersi questi interpretazione grafica assai personale (meglio ancora di qualsiasi descrizione renderanno l’idea alcune tavole di esempio, che in questo caso è più interessante proporre rispetto alla consueta galleria di cover).
Un altro pregio da attribuire all’adattamento è appunto quello di “inscenare” come si deve gli eventi del romanzo. Potremmo spingerci a dire che in certi casi perfino li migliora, facendo quello che a volte riescono a fare gli adattamenti televisivi di successo delle opere letterarie: snellendo e rendendo più scorrevoli i punti più farraginosi della trama (a volte anche semplificando) e soprattutto offrendo un’interpretazione visiva e immediata delle scene d’azione, che sono quelle più difficili da rendere con la semplice prosa e in cui lo Zahn originale, in verità, non eccelle particolarmente.
Superfluo aggiungere qualcosa sulla trama, che naturalmente ripropone fedelmente quella del romanzo: si conferma vincente e convincente la figura del Grand’Ammiraglio Thrawn, che a tutt’oggi rimane uno dei migliori “villain” Imperiali che l’universo post-Jedi abbia saputo offrire. Confermati invece anche i limiti delle altre figure nuove introdotte, dall’urticante e incomprensibile Jedi clonato pazzo con le U aggiuntive a Mara Jade, improbabile agente personale dell’Imperatore che parte schiumante rabbia nei confronti di Luke Skywalker ma resterà folgorata sulla strada delle più nobile bisbetica domata shakespeariana e svilupperà sentimenti più amorevoli. Idem dicasi per i filoni: convincenti e realistici gli scenari politici e le trame a livello di intrighi e strategie militari, meno riuscito il filone d’azione e avventura, e quasi massacrato a suon di ysalamiri (pittoreschi iguana che proiettano campi anti-Forza) il settore mistico e soprannaturale dei Jedi.
Riepilogando: un buon “companion” di lettura al romanzo, che resta fedele alla fonte originale e si concede perfino qualche ritocco, ma soprattutto ne fornisce un’interpretazione visiva di stile e originale (aspetto che purtroppo gli adattamenti dei due volumi successivi non riusciranno a mantenere). Rispettando le debite proporzioni, se Heir to the Empire romanzo, all’epoca, riuscì a imporsi come caso letterario, la sua versione a fumetti riesce a ritagliarsi uno spazio più limitato ma comunque riuscito come piccolo caso fumettistico.
Equilibrio della Forza
Lato Chiaro
Adattamento fedele alla fonte, che riesce perfino a migliorare e rendere più scorrevole qualche punto ostico della trama e a fornire un’interpretazione visiva e artistica originale e intelligente.
Lato Oscuro
Se chi ama l’opera di Timothy Zahn vi troverà intatto e rinnovato tutto il fascino di ciò che lo ha convinto, anche chi non digerisce il suo stile e le sue scelte narrative vi ritroverà le pecche che lo avevano fatto esitare nel romanzo.
Giudizio finale
Un adattamento fedele e riuscito dal punto di vista della trama, ma vincente soprattutto dal punto di vista grafico e visivo. Da consigliare però soprattutto agli amanti del romanzo originale; per gli altri, le attrattive saranno piuttosto limitate.
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Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione