Chrono PK #86: Gli argini del tempo
Paperinik parte assieme a Lyla in un viaggio attraverso diverse realtà temporali, nel tentativo di scoprire le cause della cronoesondazione...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
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Il successo di Potere e Potenza ha decretato una nuova vita per PK, con un ritmo che dovrebbe assestarsi sulle due nuove storie lunghe all'anno, pubblicate a episodi su Topolino e poi riproposte nei volumi di lusso della linea Topolino Limited Deluxe Edition. Dopo l'ottimo esordio di questo nuovo ciclo di avventure per mano di Artibani e Pastrovicchio, il compito di scrivere il secondo capitolo di Paperinik New Era è affidato ad Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone; la coppia di autori è sicuramente la più adatta a raccontare la trama de Gli argini del tempo, visto che sono stati loro a presentare il filone dei viaggi nel tempo nella storia Il vento del tempo.Dopo uno scontro con un esercito di evroniani, stavolta Paperinik ritorna ad affrontare Tempolizia e crono-criminali, al fianco di Lyla; la papera giornalista, che avevamo lasciato alla fine di PK2 come caporedattore di 00 Channel, ma che è stata a lungo assente da Paperopoli per dedicarsi a reportage dall'estero. Ora è tornata in città, ma la vera motivazione non è giornalistica, bensì la necessità dell'aiuto di PK per cercare di ristabilire la cronocontinuità; i viaggi nel tempo infatti non sembrano più gestibili, visto che la droide si ritrova ogni volta in una realtà parallela diversa da quella che si aspetterebbe, oltre a non riuscire più a rintracciare Time 0. Dopo alcuni balzi temporali in mondi alternativi ispirati a Mad Max o con atmosfere steampunk, i due protagonisti riescono a raggiungere il loro obiettivo e l'avventura si sposta tra gli asettici corridoi della base cronotemporale, con un'atmosfera più fredda e fantascientifica rispetto ai toni smaccatamente supereroistici di Potere e Potenza.Sisti si sbizzarrisce a imbastire la sua trama più elaborata per quanto riguarda i viaggi nel tempo, lasciando anche i lettori più esperti in materia a riflettere e approfondire nel tentativo di comprendere al meglio quanto sta avvenendo. Nonostante questo, c'è un livello di lettura molto più accessibile grazie al quale ci si può limitare a seguire l'indagine e l'intrusione da vere spie nei cunicoli di Time 0 cercando di non essere scoperti. Qui vengono introdotti i nuovi membri dell'Organizzazione, personaggi differenti da quelli che abbiamo conosciuti in PKNA; sono caratterizzati splendidamente e quasi dispiace di vederli in azione per uno spazio ristretto, quando forse grazie al loro carisma avrebbero potuto essere gli avversari principali della storia.Il nemico da cui Lyla e PK devono guardarsi è in realtà il Razziatore, in un'apparizione che risulta ridondante dopo il suo ruolo in Potere e Potenza; è un personaggio amato e in grado di aggiungere elementi interessanti, ma rivederlo dopo così poco tempo lo rende un po' troppo inflazionato e abusato, soprattutto continuando a giocare sui suoi continui voltagabbana e doppi giochi, che ripetuti in modo forsennato indeboliscono la sua personalità, facendolo passare da nemico-amico in equilibrio precario a figura quasi bipolare e schizofrenica.Gli argini del tempo sembra trascurare altri eventi avvenuti nella miniserie precedente, o comunque li aggira con espedienti per raccontare liberamente ciò che lo sceneggiatore voleva, invalidando quanto costruito da Artibani in precedenza. L'assenza della Ducklair Tower viene infatti aggirata viaggiando nel tempo fino a prima della sua sparizione, mentre la nuova tuta di Paperinik viene accantonata e sfruttata brevemente solo nella parte finale della storia. Il ritorno di Angus Fangus nell'epilogo, dove annuncia con boria il suo ritorno a Channel 00, lascia ancora più dubbi, visto che non l'avevamo mai visto lavorare altrove; quando afferma di essere stato a lavorare in Australia, la mente purtroppo collega automaticamente le vicende di Paperinik Appgrade, ambientate in un universo alternativo non canonico, ma che qui sembrano essere avvenute in un mix di continuity poco chiaro. L'impressione è che ogni autore abbia voluto raccontare la sua storia e ci sia stata poca coordinazione, come invece c'era ai tempi del PkTeam in condizioni ben più complesse, con una testata che usciva in edicola a cadenza mensile e molti più sceneggiatori coinvolti.La risoluzione avviene con un combattimento finale avvincente, sbalorditivo soprattutto dal punto di vista grafico. Sciarrone infatti ha evoluto ulteriormente il suo tratto, perfezionando il disegno digitale e gli effetti speciali che può aggiungere proprio attraverso il computer. Il suo tratte è più sottile di quello di Pastrovicchio ma ugualmente affascinante, e nel grande formato dell'edizione Deluxe è una vera e propria gioia per gli occhi, che consente al lettore di soffermarsi su tutti i dettagli e sulla minuziosa recitazione dei suoi personaggi. Fa sorridere, soprattutto i fan più fedeli di PK, l'epilogo finale che ricollega l'incidente della cronoesondazione alla catastrofe sventata ne Il giorno del sole freddo, un rimando che tenta di connettere questa nuova storia alle saghe precedenti, così come la presenza del Duckmall Center già visto in PK2.I contenuti speciali dell'edizione di lusso si aprono con una prefazione a fumetti di Zerocalcare, una simpatica vignetta in cui il disegnatore confessa la sua costante passione per PK. In chiusura di volume invece ci sono approfondimenti sull'approccio ai disegni e alla colorazione, oltre a una spiegazione tecnica approfondita di quanto è avvenuto nella storia ad opera di Sisti; un po' dispiace a noi Pkers di vecchia data che questo avvenga in forma colloquiale, con l'autore che si rivolge direttamente al lettore, quando avremmo gradito di più dei dossier scientifici sulla falsariga di quelli pubblicati in coda agli albi una quindicina di anni fa. Dispiace poi che approfittando della ristampa non siano stati corretti un paio di errori fatti nella prima edizione, ovvero la scrittura di un secolo sbagliato e la mancata "zigrinatura" dei balloon del Razziatore, che hanno sempre caratterizzato le sue battute.
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