Christopher Nolan e i pericoli dell'intelligenza artificiale: "Ora è una crisi perché un chatbot può scrivere un articolo"

Christopher Nolan non condivide le visioni apocalittiche sull'intelligenza artificiale, la ritiene potenzialmente un valido strumento

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In vista dell'arrivo nei cinema di Oppenheimer previsto per il 21 luglio negli Stati Uniti (in Italia arriverà il 23 agosto), Christopher Nolan si è seduto insieme all'edizione statunitense di Wired per parlare di quell'elemento che, nella vulgata più o meno popolare, ha scalzato l'atomica come principale indiziato del futuro annientamento del genere umano: l'intelligenza artificiale.

Non a caso il titolo scelto dalla testata per la chiacchierata con il regista inglese è How Christopher Nolan Learned to Stop Worrying and Love AI, una palese citazione del sottotitolo del Dottor Stranamore di Kubrick (Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, in originale How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb).

Christopher Nolan spiega di non condividere le visioni apocalittiche sull'intelligenza artificiale, di ritenerla potenzialmente un valido strumento a patto di usarla come tale e di non elevarla a entità divina. Ammette poi di aver trovato alquanto assurdo che di questa tecnologia se ne parli con maggiore frequenza solo ora che i chatbot minacciano la professione giornalistica:

La crescita dell'Intelligenza Artificiale in riferimento ai sistemi che gestiscono gli armamenti e i problemi che essa creerà sono palesi da molti anni. Solo che pochi giornalisti si sono preoccupati di scriverne. Ora che c'è un chatbot in grado di scrivere un articolo per un giornale locale, improvvisamente diventa una crisi. Se appoggiamo l'idea che l'IA sia onnipotente, stiamo avvallando l'idea che possa sollevare le persone dalla responsabilità delle loro azioni, sia a livello militare che socio-economico o a qualunque altro livello. Il più grande pericolo dell'IA è che attribuiamo a essa queste caratteristiche divine e per poterci assolvere dalla cosa. Non so quali siano le basi mitologiche alla base di ciò, ma nella storia c'è questa tendenza dell'essere umano a creare falsi idoli, a plasmare qualcosa a nostra immagine per pi affermare che abbiamo una sorta di potere divino in virtù di questa creazione. Credo che l'IA possa ancora essere uno strumento molto potente per noi. Sono ottimista al riguardo, dico davvero. Ma dobbiamo considerarla in quanto tale, in quanto strumento. La persona che la usa deve comunque mantenere la responsabilità di chi impiega un dato strumento. Se attribuiamo all'IA lo status di un essere umano, come in un certo punto abbiamo fatto legalmente con le corporazioni, allora sì, avremo enormi problemi.

Oppenheimer sarà nei cinema italiani dal 23 agosto con la Universal. Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

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FONTE: Wired

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