Chris Samnee tra il passato alla Marvel e il suo futuro alla DC Comics
Samnee passa alla DC Comics e, nel dare addio a Cap e alla Marvel, immagina i suoi prossimi dieci anni
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Le dichiarazioni dell'artista, in soldoni di valore, le trovare qui sotto:
Dieci anni di Marvel, che si sentono tutti. E lasciare questo posto è effettivamente un po' strano. Ho avuto la possibilità di lavorare su progetti molto divertenti, nel corso degli anni, con grandi persone, sia sceneggiatori che editor. Ma sentivo che era il momento giusto per qualcosa di nuovo e opportunità diverse.
Ai tempi degli esordi sul blog Comics Twart, io, Mitch Gerads, Evan Shaner, Mike Hawthorne, Declan Shalvey e Francesco Francavilla demmo vita a quel collettivo principalmente perché eravamo fan gli uni degli altri. Quindi non mi sorprende vedere che hanno fatto grandi cose. Impossibile prevedere che carriera si farà da giovani, in un mondo come quello del Fumetto, perché ci sono davvero troppe variabili sulla strada del successo. Certamente ho sempre sperato in un percorso come quello che ho intrapreso e ho lavorato sodo per far si che si concretizzasse.Per circa dieci anni che, ogni quattro o cinque settimane finivo un albo, lavorando dietro le quinte a progetti che avrebbero fatto bene alla mia carriera. Secondo me, gran parte del successo nel nostro ambiente dipende dal lavorare duro e fare scelte intelligenti, in maniera che quegli sforzi abbiano un senso.
Aspettavo da Greg la sceneggiatura del quarto numero della serie, quando mi fu offerto Area 10 per la Vertigo, parte di una nuova collana crime che stavano progettando. Fu allora che mollai la libreria per lavorare a tempo pieno nei comics. Ero giovane, senza figli, e avevo un sacco di passione e di voglia di far parte di questo settore.
Partecipavo a ogni convention possibile e portavo il mio portfolio ovunque per rimanere in contatto con gli editor. Che spesso mi dicevano quanto gli piacesse il mio lavoro, ma che non avevano idea di dove collocarlo. Quando arrivò Area 10, mi diedero così tanto da fare che mi sentii sicuro di poter lasciare il mio impiego.
Ormai è talmente tanto tempo che mi inchiostro da solo che sarebbe una perdita di tempo, per me, realizzare delle matite dettagliate da consegnare a chi fa le chine. Le mie matite non hanno bisogno di funzionare per altri artisti, le capisco solo io, quindi posso dedicare loro meno tempo. Ecco perché le ritengo di scarso valore. Lavorando con un inchiostratore, potrei renderle più precise.
Non sono male, con le chine. La maggior parte della costruzione del mio disegno avviene in quella fase. Sarebbero ridondanti delle matite dettagliate. E credo che inchiostrare sopra matite come le mie dia più energia al risultato finale. Più mi impegno nelle matite, meno mi piace quel che faccio.
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Samnee ha quindi ricordato con piacere il suo impegno su Thor: Il Possente Vendicatore. A parte il fatto di non aver avuto l'occasione di dare un finale a quella serie, non c'è una singola cosa che cambierebbe del progetto, realizzato in un'atmosfera di grande libertà creativa.
Era una storia dolce e onesta, divertente e romantica. Lavorarci è stata una gioia. Non potrò mai parlarne bene abbastanza e ancora oggi è una sensazione dolceamara ripensarci, perché avremmo davvero voluto realizzare il finale che desideravamo. Ma sono grato di tutta quell'esperienza e di aver collaborato con colleghi talentuosi come Robert Langridge e Matt Wilson. Ne sono orgoglioso.
Dal mio passaggio alla DC mi sono divertito molto a leggere le speculazioni della gente sulla serie su cui mi vorrebbe vedere. Non credo sia un gran segreto che mi piacerebbe disegnare qualcosa che riguardi Batman. Mi piacerebbero molto Superman, Wonder Woman e Lois Lane. C'è un sacco di roba anche al di là dei fumetti, su cui mi piacerebbe lavorare: animazione, storyboard, libri per bambini. E raccontare le mie storie come autore completo è decisamente sulla lista dei desideri.
Sin qui, ho già provato la sensazione di aver raggiunto il limite. Non ci sono molti giorni di vacanza se sei un disegnatore di fumetti. Questo lavoro può essere una tassa, con le sue scadenze onnipresenti per gran parte degli ultimi dieci anni. La maggior parte delle mie pause sono state dedicate ai miei figli, quando erano neonati.
Adoro realizzare fumetti, e parte del trucco per non bruciarsi è accettare progetti che mi entusiasmino veramente. Sono stato davvero fortunato, in questo senso, e ho più libertà che mai ad oggi. Quindi no, non mi vedo diventare qualcos'altro nella vita.
Il lavoro di cui sono più orgoglioso in assoluto, a parte Thor, sono i miei dodici numeri di Black Widow. Sono stati la prima volta in cui ho potuto portare il peso della scrittura, oltre a quello dei disegni, ed è stata una grande soddisfazione dal punto di vista creativo. Sentivo di avere l'opportunità di spingere più in là le mie abilità di narratore e di stare davvero al volante di una storia.
Per i prossimi dieci anni, questa è una cosa che mi interesserebbe molto fare. Spero di passare un sacco di tempo a creare i miei fumetti indipendenti. Mi piacerebbe molto mettere un piede nel mondo dell'animazione o del cinema. Magari del character design. Ho decisamente degli obiettivi ambiziosi, a cui sto già lavorando. Ma, ad ogni modo, da qui a dieci anni mi vedo ancora disegnare fumetti.
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