Chiedi a John: Image pubblica il fumetto di Baron e Carbonetti sulla teoria della morte di Paul McCartney
Paolo Baron parla di Paul is Dead, storia di amicizia, dolore e musica che ruota attorno alla presunta morte di Paul McCartney
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'opera riprende la leggendaria teoria della morte di Paul McCartney, sostituito sino a oggi da un poliziotto britannico addestrato a sembrare in tutto e per tutto la mente musicale dei Beatles; la voce nacque dall'ala complottista del complesso di Liverpool e poi venne sfruttata dai membri stessi della band, con riferimenti su copertine, messaggi cifrati nelle canzoni e curiosi giochi di metafore nei testi.
Ecco le dichiarazioni di Paolo Baron in merito al progetto, che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 22 aprile.
Baron - L'ispirazione viene dall'amore che provo per i Beatles, i miei eroi d'infanzia. Ho giocato, entusiasta, a fare il regista di un film che avesse John, Paul, George e Ringo come attori, a dar loro delle sceneggiature da recitare, in quella che somiglia a una storia di detective. Ho fatto ricerche per mesi con giornali, libri, documentari e interviste sulla teoria del complotto McCartney, proprio come un investigatore che riapre un caso di cinquant'anni prima. Ovviamente, il novanta percento degli indizi che ho trovato sono cose quasi incredibili.
Credo che la teoria abbia preso piede come un semplice scherzo, ma poi migliaia di fan hanno soffiato sul fuoco, perché la leggenda di un Paul McCartney morto e sostituito da un sosia era incredibilmente affascinante. Difficile risalire a chi abbia messo in giro la voce e perché.Non ricordo la prima volta che ascoltai i Beatles o quale fosse la canzone. Avevo sette o otto anni, ma ricordo distintamente che mia madre metteva spesso i loro dischi. All'inizio, per me erano come dei giocattoli, poi i Beatles divennero il mio gruppo preferito. Sono l'inizio di tutto nella musica moderna. La scrittura, la ricerca sui suoni in studio, il rapporto con l'industria musicale. Erano pionieri e, cosa non meno importante, hanno scritto alcune delle più belle canzoni di sempre.
No, non ho mai creduto alla teoria della morte di Paul McCartney. Non erano altro che una serie di coincidenze casuali, scoperte da appassionati un po' invasati. Chiedi a John parla d'altro, di una grande amicizia e di quattro giovani uomini che creano qualcosa, per poi perdere all'improvviso uno dei loro amici.
Sia io che Ernesto Carbonetti siamo musicisti. Io ho suonato in una band per più di vent'anni. Ascoltiamo un sacco di generi e di gruppi diversi, amiamo la musica e la viviamo sulla nostra pelle ogni giorno. In più, scrivere storie sui gruppi è un modo divertentissimo per riportare in vita i nostri idoli.
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