Catwoman: il costume della protagonista doveva mostrare "più pelle" dei precedenti, ricorda il regista

Ricordando il famigerato cinecomic con Halle Barry, Pitof ricorda anche le tante critiche ricevute: "Essere violenti non significa nulla"

Condividi

A fine luglio, in occasione del ventesimo anniversario dell'uscita di Catwoman (qui il nostro speciale), vi avevamo raccontato la storia della lunga e complessa realizzazione del famigerato cinecomic con Halle Barry: la trovate in quest'articolo. Nuovi aneddoti emergono ora da un'intervista rilasciata a Cinemablend dal regista Pitof (pseudonimo di Jean-Christophe Comar), ecco i passaggi più interessanti.

Mostrare più pelle col costume

Il regista si sofferma soprattutto sul costume della protagonista:

L'obiettivo era quello di allontanarsi dal costume tradizionale di Catwoman. La prima cosa su cui tutti si sono trovati d'accordo è stata la pelle. Questo costume avrebbe mostrato più pelle degli altri. È stato il mio primo input, quando mi hanno chiesto come immaginavo il costume. Ho risposto: “Voglio vedere la pelle. Voglio avere una sensazione organica, più simile a quella di un animale”. Anche se ha la pelle, è un mix di pelle e cuoio.

La violenza delle critiche "non significa nulla"

All'epoca dell'uscita, il film venne affossato dai critici. Tra questi, il celebre Roger Ebert, che scrisse:

Il regista, il cui nome è Pitof, probabilmente ha ricevuto due nomi alla nascita e farebbe bene a usare l'altro per il suo prossimo progetto.

Interpellato a proposito dei tanti responsi negativi ricevuti, il regista commenta:

Mi sarebbe piaciuto [rispondere ai critici]. Ma quando ti trovi di fronte a un tale muro, non puoi fare niente. Essere violenti non significa nulla. È inutile. Ti danno un pugno in faccia, un pugno nello stomaco, e non c'è niente che tu possa fare a parte essere forte.

Trovate tutte le informazioni su Catwoman nella nostra scheda.

Fonte / Cinemabland
Continua a leggere su BadTaste