Cartoomics, Panini: Davide Toffolo e il ritorno dei Cinque Allegri Ragazzi Morti

A Cartoomics, Davide Toffolo ha parlato del ritorno di Cinque Allegri Ragazzi Morti a colori per Panini Comics

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Abbiamo assistito ieri all'incontro targato Panini Comics con Davide Toffolo, che torna a collaborare con la casa editrice modenese dopo cinca quindici anni. Una seconda luna di miele che inizia con la ripubblicazine di una delle opere fondamentali di Toffolo, quella più legata alla "identità segreta" di musicista rock e frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Assieme a Diego Malara e Stefania Simonini, l'autore, in tenuta d'ordinanza da Eltofo, ci ha raccontato come verrà riproposto e perché Cinque Allegri Ragazzi Morti.

Sono particolarmente contento perché le storie sono nate quindici anni fa, proprio con Panini. Tornarci e trovare una redazione così entusiasta mi ha gasato. Parecchia gente lavora al progetto, tanto che la mia assistente mi ha detto che salveremo l’Italia dalla crisi coi posti di lavoro creati da Cinque Allegri Ragazzi Morti. Verrà ricolorato, ripulito, il lettering e le stampe sono parecchio ricercate e nuove. Di fatto questa operazione è una vera e propria rivalutazione del mio lavoro più importante.

[caption id="attachment_52567" align="alignright" width="263"]Eltofo e Stefania Simonini Eltofo e Stefania Simonini[/caption]

Il formato sarà quello del comic book e questo, assieme alla colorazione, per me è un sogno. Ci sono una cura e una produzione non comuni per un prodotto italiano. Oggi ho visto il primo numero e sono molto felice. Il fatto è che io sono entrato a contatto con il mondo del fumetto attraverso la mitologia dei supereroi quando era dedicata e indirizzata soprattutto ai bambini, non agli adolescenti come oggi. Ai tempi la cosmogonia Marvel, che era la mia d'elezione, la conoscevi da bimbo e ti rimaneva incollata. Io leggevo molto i Fantastici Quattro e non è un caso se i Ragazzi Morti siano un gruppo (per essere più precisi, una rock band).

In questo momento sento che il mio fumetto ha raggiunto il massimo della sua completezza, a colori, come i fumetti che leggevo da piccolo e permettendomi di completare anche quella casella della mia storia personale di lettore e appassionato. Perché Cinque Allegri Ragazzi Morti è in qualche modo anche un fumetto di supereroi, oltre a essere molte altre cose.

Il lavoro sul colore, assieme a Fabiola Ienne, è stato complesso ma anche molto soddisfacente. Mi ha permesso di far vedere delle cose che avevo in mente da sempre, ma che in bianco e nero non potevo mostrare. Io i morti, ad esempio, li immagino da sempre di colore giallo, e il giallo era nella mia testa una sorta di divisa da sipereroe che i Ragazzi Morti vestono per differenziarsi dagli altri ed essere riconoscibili rispetto ai vivi. Solo adesso questo particolare, per me importantissimo è visibile a tutti.

Questo è probabilmente l’unico fumetto della mia vita che nasce dal genere con cui sono partito per poi inserire i miei temi più personali, come il discorso sull’adolescenza e sui sentimenti. I Ragazzi sono supereroi con superproblemi da adolescenti, come quelli della Marvel. Io lavoro sull’adolescenza da tempi insospettabili, da quando non era il tema abusato di oggi e pochi ne parlavano. Mi interessa, da sempre, il concetto di adolescenza assoluta occidentale: solo in occidente possiamo comprare i fumetti da adulti. In altre culture si cresce e basta, non c'è più spazio nella vita per passioni infantili e giovanili.

cinque allegri ragazzi morti

In generale, devo dire che Cinque Allegri Ragazzi morti rappresenta davvero una specie di riassunto di quello che sono e che sono stato nella mia storia di lettore ed appassionato di fumetto. Parte dal fumetto di genere con cui mi sono avvicinato al linguaggio, ma contiene la mia fascinazione per il fumetto che si faceva a Bologna negli anni Ottanta, per Pazienza, citato dalla storia Party Flambé che fa riferimento a Zanardi. Il fumetto contiene anche moltissimo dell'immaginario visivo e narrativo giapponese, che mi ha colpito parecchio negli anni passati.

Tornare a una storia così personale, per me, dopo quindici anni, è stato molto bello. Non è che avessi delle storie nel cassetto o sentissi il bisogno di completare o espandere quelle che avevo già raccontato. Sono stato contagiato dai ragazzi di Panini che mi hanno dimostrato un entusiasmo davero enorme nei confronti dei Ragazzi Morti e tanto apprezzamento per il mio lavoro. Il vantaggio è che, essendo degli Zombi, i miei protagonisti non sono cambiati. Semmai è molto diverso il mondo attorno a loro.

Ad essere cambiato sono io nel mio rapporto con il fumetto. Non che io senta distanti le cose che ho fatto molti anni fa, devo dire. Ho sempre immaginato il fumetto come un linguaggio adulto e maturo che mi permettesse di fare tante esperienze e toccare tanti argomenti. Sono stato uno dei primi autori italiani a fare graphic novel quando non le faceva nessuno e come lettore sono fortunato perché incontro sempre autori e disegnatori che rinnovano il mio approccio al linguaggio di cui sono innamorato. La mia non è mai una visione nostalgica.

Devo spiegare brevemente qual è l'idea delle cover, che è terribilmente semplice, ma perfetta per capire cosa siano per me i Cinque Allegri Ragazzi Morti. Ogni copertina, realizzata appositamente per questa nuova edizone, cita una delle cover di tredici dischi tra i più importanti per la mia vita di ascoltatore e musicista. Prendetele non solo come omaggi, ma anche come dei suggerimenti per la colonna sonora degli albi da ascoltare durante la letura. La prima cita il primo disco dei Ramones, Ramones, poi c'è Bowie con Diamonds Dog, ci saranno gli AC/DC con Highway to hell, i Beatles, i Kraftwerk e altri ancora.

Quest'anno cadono i vent'anni di Piera degli Spiriti, altra mia storia molto personale e assieme a Panini daremo una nuova lettura a questo libro tramite la colorazione di Alessandro Baronciani. Alessandro è uno di quegli autori che ha iniziato a fare i fumetti sulla spinta del gruppo di Bologna, che ha immaginato un fumetto nuovo negli anni Ottanta, in cui la parte sentimentale minimalista del rapporto tra personaggi prendeva vita. Il formato sarà lo stesso dei Grandi Tesori Marvel, con le tavole molto grandi e splendidamente curate, il che è una figata.

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