Cartoomics Hall of Fame: vincono Silver, Bigio e Sio

Alle 13:45 di sabato scorso abbiamo conosciuto i vincitori della seconda edizione di Cartoomics Hall of Fame: Bigio, Sio e Silver

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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[caption id="attachment_52751" align="alignright" width="300"]Cartoomics Hall of Fame Da sinistra: Bigio, Sio e Silver[/caption]

Alle 13:45 di sabato scorso abbiamo conosciuto i vincitori della seconda edizione del Cartoomics Hall of Fame, che si sono aggiunti a quelli entrati a farne parte lo scorso anno, ossia Don Alemanno, Michele Carminati, Leo Ortolani, Zerocalcare e Silvia Ziche.

La votazione online ha visto la partecipazione di oltre 1.800 appassionati (un centinaio in più rispetto allo scorso anno) che potevano scegliere tra una rosa di dieci nomi selezionati durante una prima fase di nomination, conclusasi il 19 dicembre 2014.

Bigio (ossia Luigi Cecchi), autore di Drizzit, Silver (alias Guido Silvestri), papà di Lupo Alberto e Sio (Simone Albrigi), fumettista e youtuber rivelazione dell’anno, hanno prevalso su Simone Bianchi, Bruno Bozzetto, Luca Enoch, Milo Manara, Corrado Roi, Tiziano Sclavi e Claudio Villa.

Dopo i ringraziamenti di rito, in cui è emersa la simpatia dei tre artisti, a Silver è stata strappata una quasi promessa che farà felice tutti i fan della fattoria McKenzie: una graphic novel di Lupo Alberto.

[caption id="attachment_52754" align="alignleft" width="229"]Cartoomics Hall of Fame Silver ritira l'attestato di vincitore[/caption]

Unico disappunto, la cornice di questo nuovo albo d’oro del fumetto e del cartoon italiano, ospitato in una delle aree dedicate agli incontri, le cosiddette “agorà”, termine che suona quasi sarcastico pensando al significato originale dal greco antico, ossia la grande piazza centrale di una città.

Nel caso della fiera meneghina le sedie dedicate al pubblico erano solo una manciata, sparse in anguste isolette tra gli stand e immerse nel frastuono assordante della musica suonata dal vivo.

La crescita e le ambizioni di Cartoomics si misurano su questi dettagli fondamentali di cui lo stesso Sergio Bonelli si era giustamente lamentato tempi addietro.

Inutile invitare grandi nomi internazionali e italiani se non si hanno gli spazi adeguati e attrezzati per ospitarli. Qui si gioca il salto di qualità per la manifestazione lombarda, da mercato del fumetto e convention sulla Nona Arte.

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