Captain Marvel, dal Fumetto al Cinema: parlano Conway, McKelvie e DeConnick

Gli autori che più di tutti hanno contribuito a portarla al successo parlano di Captain Marvel

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Chi meglio di sceneggiatori e artisti che hanno innovato e dato i contorni al suo personaggio per aiutare il pubblico a conoscere Carol Danvers, protagonista del prossimo film Marvel, di cui è uscito da pochi giorni il primo, attesissimo trailer?

Polygon ha tracciato un profilo del personaggio per i neofiti e ha incluso diverse dichiarazioni di Kelly Sue DeConnick, Gerry Conway e Jamie McKelvie, che ne ha progettato il nuovo costume. Dichiarazioni che vi riportiamo qui di seguito:

Capitan Marvel

DeConnick - Carol cerca sempre di lasciarsi tutto alle spalle. Più in alto, più lontano, più veloce, di più. Due sono le cose: fuggire dal proprio dolore e cercare di dimostrare al suo defunto padre che lei vale quanto i ragazzi, i maschi. Si tratta di una ferita che non guarirà mai, per lei: papà è morto. Non potrà mai ottenere da lui il riconoscimento che ha sempre desiderato, sentirsi dire che aveva ragione, che anche lei era una tosta. E quindi è una cosa che è condannata a eseguire in eterno.

Carol è una che cade, sempre. Ma si rialza anche sempre. Lo diciamo spesso anche di Capitan America, ma lui si rialza in continuazione soprattutto perché è la cosa giusta da fare. Invece, Carol è una che si rimette in piedi perché... perché 'fan*ulo! Credo che questa qualità attragga persone che le somigliano, che cercano sempre di rialzarsi e fare meglio di prima, che hanno qualcosa da dimostrare.

McKelvie - Il suo costume moderno somiglia a quello di un super eroe che proviene da qualche corpo militare. Lo trovo molto dignitoso, ma anche molto pratico. Io e gli editor della serie lo adoravamo. Il resto, come si dice, è storia.

DeConnick - C'è una frase famosa sui Velvet Underground, secondo cui avevano mille fan, ma tutti quei mille hanno fondato una band. Mio marito Matt [Fraction] dice della mia serie su Capitan Marvel che aveva circa trentamila lettori, ma tutti si sono fatti un tatuaggio. Credo che la cosa dipenda da Carol. Il modo in cui il suo personaggio si comporta fa in modo che la gente lo ami, ed è per via della sua costante ricerca di miglioramento.

Gerry Conway, autore dei primi tre numeri di Ms. Marvel, la prima serie che vide Carol protagonista principale, ha parlato del personaggio in quei lontani anni Settanta, alle origini della sua ascesa.

Life Of Captain Marvel #1, variant cover di Artgerm

Conway - Lavoravo alla Marvel e avevo un contratto che mi richiedeva di scrivere un certo numero di serie. Ma all'epoca, cercavamo anche di raggiungere un pubblico più ampio, tra cui potevano esserci delle giovani donne, ragazze. La Marvel, storicamente, non aveva avuto molte super eroine come protagoniste dei suoi fumetti. Alla DC ce n'era qualcuna, alla Marvel molto poche.

Carol Danvers non aveva mai avuto molto spazio nella serie originale di Capitan Marvel, ma io sentivo che aveva del potenziale, perché, a differenza di altri personaggi femminili che si vedevano su altre testate, non era la fidanzata di nessuno, né la figlia di nessuno. Era un ufficiale di sicurezza a una base militare e aveva, pertanto, un suo ruolo molto specifico. Sembrava naturale che prima o poi ottenesse dei poteri e avesse una serie tutta per sé.

Ci furono senza dubbio dei tentativi di creare per lei un ruolo di modello femminista. Nelle primissime pagine della serie ho mostrato una ragazzina reagire all'arrivo di Ms. Marvel, come se pensasse: "Fantastico! Voglio essere come lei, da grande." Era un messaggio per tutti, che voleva lasciare intendere che eravamo in cerca di lettrici e che volevamo che le ragazze fossero ispirate dai fumetti come i maschi.

All'epoca, questi personaggi erano stati accolti senza sforzo, percepiti come aggiunte di valore alla mitologia Marvel. Alla gente piacevano un sacco personaggi come Fenice e Tempesta, e Ms. Marvel divenne piuttosto popolare. Non c'era nessun atteggiamento di muro contro muro tra i sessi o, per lo meno, non uno che io abbia percepito. E credo che le attuali controversie messe in atto da gente come quelli di ComicsGate siano delle idiozie. Non dovrebbero nemmeno esistere. All'epoca noi gettavamo ponti con questo materiale, per quanto in maniera forse ingenua, e nessuno aveva obiezioni.

Ho sempre pensato che il personaggio avesse un sacco di potenziale, ma c'è voluta una sceneggiatrice che avesse una visione chiara di quel che Carol voleva ottenere, Kelly-Sue, per fare in modo che si concretizzasse. Sono felicissimo che sia accaduto. Se posso prendermi un po' di merito grazie a lei, mi accontento.

DeConnick - So bene che Carol non è una persona reale e che il suo onore non è in pericolo, ma c'è una parte di me che è semplicemente orgogliosa di lei. Prenditi la scena, ragazza! Ce la puoi fare! Vedere che i Marvel Studios credono così tanto in lei è bellissimo, che credono nel potere del personaggio. Grandioso. Spero incassi un gazzilione di dollari.

Life of Captain Marvel #2, copertina di Julian Totino Tedesco

Fonte: Polygon

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