C2E2 2018: Brian M. Bendis e Mark Millar chiacchierano di Fumetto

Due amici, due maestri dei comics: Brian Bendis e Mark Millar a colloquio davanti al pubblico di Chicago

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Brian Michael Bendis e Mark Millar si sono incontrati davanti al pubblico del C2E2, la convention fumettistica di Chicago andata in scena lo scorso weekend, per raccontarsi e raccontare il loro punto di vista. Hanno intrattenuto il pubblico con battute tra vecchi amici e collaboratori, hanno scherzato e giocato fra loro come due grandi professionisti e maestri moderni sanno fare; ma hanno anche parlato di Fumetto e della loro carriera, presente e passata.

Ecco le dichiarazioni più interessanti che sono emerse:

Bendis - Quando mi sono ammalato, Marvel e DC sono state grandiose. Hanno collaborato, da buoni amici e mi hanno lasciato finire il mio lavoro alla Marvel, prima di dedicarmi ad altro. Li ringrazio molto.

Millar - Il nostro successo con la linea Ultimate fu inaspettato. Eravamo convinti di fallire.

Bendis - Mi ricordo di quando andai agli uffici della Marvel, in quel periodo, mentre era ancora in corso il processo di bancarotta. C'erano spente quasi tutte le luci. Mi chiesi se davvero avrei mai scritto Ultimate Spider-Man.

Sono ossessionato dal modo in cui funziona la tua mente, Mark. Ricordo di quando proponesti: "Ho un'idea: Marvel Zombi... ma saranno veri e propri zombi". Pensai fosse la cosa più stupida che avessi mai sentito. Ero imbarazzato per te.

Eppure, si trattò di un grande successo. I due hanno scherzato sulla nuova linea snella di Bendis, che Millar invidia perché, a suo dire, tutti coloro che lavorano nel mondo del Fumetto sono destinati a diventare grassi. Dopodiché, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni, rispondendo a domande del pubblico.

Millar - Credo che quello che sta arrivando sarà il periodo in assoluto più entusiasmante di sempre per i comics. Nel nostro ambiente ci sono periodi di vent'anni, di esplosione e poi riflusso. Negli ultimi anni c'è stata un po' di calma piatta, ma c'è qualcosa nell'aria, in questo periodo.

Il fatto che Brian scriva Superman è qualcosa di realmente colossale. Credo che presto ci saranno molti nuovi lettori a bordo e che la marea che si innalza solleverà tutte le navi in mare.

Bendis ha fatto un elenco delle cose che lo entusiasmano in questo momento: il successo di Raina Telgemeir, la crescita di nuove voci all'interno della Marvel, come Donny Cates, Matt Rosenberg, Kelly Thompson e Ed Brisson. Una delle ragioni per cui desiderava andare alla DC è proprio creare spazio per la crescita dei nuovi sceneggiatori.

Dopodiché ha parlato di un manifesto di circa sette pagine, scritto recentemente, in cui ha elencato tutte le ragioni per cui il personaggio di Superman è, secondo lui, ancora incredibilmente rilevante al giorno d'oggi.

Bendis - Ci sono un sacco di cose che lo rendono interessante e noi le esploreremo a fondo. Amo Clark Kent. Lo adoro. Ed è un personaggio affascinante da scrivere, forse anche più di Superman. Non vedo l'ora di scoprire se i lettori accoglieranno positivamente o negativamente le mie storie.

Millar - Per essere uno scrittore, devi quasi essere un egomaniaco. Tutti noi pensiamo che quel che abbiamo da dire sia talmente interessante che le persone di tutto il mondo vorranno leggerlo e che, addirittura, pagheranno per farlo.

I due hanno quindi parlato dell'effetto della critica sul loro lavoro. Bendis ha risposto così alla domanda di Millar sull'argomento:

Bendis - Credo che tutti noi autori sappiamo la verità: una critica fatta bene, dice cose che sai già. Tutti noi sappiamo quando abbiamo sbagliato. Non ho mai letto una critica che mi abbia fatto apprezzare qualcosa di più o di meno.

Fonte: Comic Book Resources

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