Buffering - Mentre la webtax forse allontana Netflix, di certo è partito Infinity

Mentre norme dannose per lo sviluppo del mercato della rete in Italia vengono approvate e si teme che per questo Netflix non arrivi mai, Mediaset lancia il suo VOD...

Critico e giornalista cinematografico


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In questi giorni molti hanno sottolineato come si sia trattato di una settimana nera per la rete italiana, colma di pessime decisioni politiche, pessime proposte e pessime iniziative, culminate con la Webtax. E’ stata però anche la settimana del lancio di Infinity, il nuovo servizio di Video on demand Mediaset che abbiamo tempestivamente provato.

Dal punto di vista che ci riguarda più da vicino, quello della circolazione di film e serie tv online, comincia a serpeggiare l’idea che viste le nuove norme (il restrittivo regolamento Agcom e la webtax che impone ad aziende straniere che prestano servizi in Italia di pagare le tasse italiane anche se residenti all’estero) Netflix potrebbe non arrivare mai.

L’idea è figlia di una più grande paura, cioè che queste nuove normative assolutamente non in linea con la regolamentazione europea (e in molti in questo senso si attendono ammonimenti ufficiali, se non proprio multe, dall’Unione), disincentivino le grandi compagnie come Google, Facebook, Amazon e via dicendo ad investire e quindi puntare sul mercato italiano, viste le tasse e le regole peculiari a cui dovrebbero sottostare (al momento il meglio argomentato e più interessante dei pareri a favore della webtax l’ha espresso Andrea Pezzi, quell’Andrea Pezzi). Tuttavia non ci sono prove di questo e siamo solo nel campo delle illazioni. Quella di aziende poco incentivate a lavorare sul mercato italiano è chiaramente un’ipotesi plausibile ma anche una priva di fondamento, visto che i diretti interessati non hanno voluto commentare nè si sono pronunciati e che nessuno conosce investimenti, guadagni e interessi effettivi di questi nel nostro mercato.

In questo senso ipotizzare un allontanamento di Netflix è decisamente prematuro, soprattutto considerato che le motivazioni per le quali il player (che da anni si mormora stia per aprire la divisione italiana) non è ancora arrivato hanno notoriamente più a che vedere con la poca disponibilità dei nostri distributori a mettere online i film che altro.

 

 

E proprio a proposito di ciò in questi stessi giorni Mediaset ha lanciato il suo Infnity la piattaforma che si diceva sarebbe stata concorrente di River (servizio di Sky quasi omologo e, sulla carta, più imponente che vedremo ad inizio 2014) ma in realtà non ci è sembrata in linea con le pormesse di Sky (anch’esse tutte da mantenere).

Infinity si presenta in maniera non differente dai suoi molti concorrenti, l’ultimo dei quali, Google Play. Un catalogo dalla medesima ampiezza (e la solita penuria di titoli italiani) e dai medesimi prezzi.

Testato, il servizio si dimostra molto efficiente dal punto di vista transmediale: un film in noleggio iniziato su Mac, viene proseguito su PC e poi su iPad o smartphone Android senza problemi e ricordando ogni volta il punto in cui la visione è stata interrotta. Nel nostro caso era presente la lingua originale (ma Infinity stesso precisa che non sempre è così) e non i sottotitoli, il che la rende un po’ inutile.

Tuttavia tutto ciò è un’inezia rispetto al fatto che la qualità dello streaming non era eccezionale. Il film prescelto, Like Crazy (2€ di noleggio), rientra nei più recenti, però, visto su un televisore HD, sfoggiava vistosi pixeloni.

Certo ad aiutare Infinity dovrebbe pensarci il fatto che oltre a connected TV, computer e tablet anche le console tra poco cominceranno a poter trasmettere i suoi film, cioè l’unico oggetto effettivamente diffuso e collegato ai televisori che consentirà a moltissimi di non dover vedere i film sul portatile (quella solitamente è caratteristica della pirateria) nè di acquistare una connected TV, ancora molto poco diffuse da noi ma lo stesso tornare a mettere i film sullo schermo migliore (legalmente).

Come al solito, inaffrontabile nemmeno da lontano l’offerta di serie TV, prevedibilmente ripiegata quasi unicamente sul catalogo Mediaset con molta poca profondità.

In pochi lo fanno notare e invece quello dell’assenza totale di un’offerta VOD di serie televisive è la mancanza maggiore. Ora che un’offerta di film, bene o male, è presente, è la mancanza della serialità televisiva a fare un rumore assordante, specie considerato il fatto che le esigenze di doppiaggio allontanano la messa in onda italiana rispetto all’originale nel migliore dei casi di una giornata. Nel peggiore di mesi.

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