BRZRKR: Matt Kindt parla della collaborazione con Keanu Reeves
Matt Kindt ha scritto BRZRKR assieme a Keanu Reeves e ha parlato del contributo dell'attore alla sceneggiatura del suo esordio fumettistico
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Kindt - Non so quanto vogliate che entri nel dettaglio del dietro le quinte, ma ricordo che BOOM! Studios mi ha chiamato per avvisarmi che c'era un'idea per una storia e che prevedeva la collaborazione con un altro sceneggiatore. E io mi sono avvicinato alla cosa come faccio sempre con le collaborazioni di questo genere, nel senso che so bene quanto facilmente possano andare male. Quindi ero un po' in apprensione nell'accettare, soprattutto perché non conoscevo la persona con cui avrei dovuto interfacciarmi. Insomma, ero un po' preoccupato ma mi sono detto che sarei andato agli incontri e poi avrei valutato.
Mi hanno proposto il soggetto di BRZRKR, l'idea di questo guerriero che combatte sin dall'inizio dei tempi fino ai giorni nostri, mi hanno detto cos'altro c'era dietro. Una storia molto ampia, sostenuta anche da una serie di concetti scientifici come la fisica quantistica. Un sacco di elementi che non conosco, che non so cosa significhino e che sarei poi andato a studiarmi.
Era davvero molto interessante, un'idea entusiasmante e una di quelle storie che probabilmente ho corteggiato negli ultimi quindici anni. Un personaggio che non può morie, l'idea di vivere attraverso ere differenti, quel che fa alla tua psicologia il fatto di sapere di essere immortale... Se ti tocca passare attraverso le stesse esperienze ancora e ancora e ancora, come gestisci la cosa? Come ti cambia come persona? Il tema era questo, ma non sono mai riuscito a dargli una forma precisa. Ho pensato a varie idee nel corso degli anni: a vole un vampiro o cose simili, ma la forma che gli davo mi pareva sempre stupida. Quando mi parlarono di BRZRKR avevo la sensazione che fosse perfetto per questi argomenti che avevo in mente.Keanu Reeves è stato un buon collaboratore ed è stato molto coinvolto nel lavoro. Credo che la mia preoccupazione fosse anche evitare che la storia fosse semplicemente qualcosa su cui avremmo apposto il suo nome, senza che lui facesse molto. Ne ho visti di progetti che vanno a finire così e non volevo che accadesse, perché sono nel mondo del Fumetto da oltre vent'anni e amo le storie. Se mi impegno in un'impresa, voglio che sia qualcosa che vale la pena. Sin dall'inizio ho chiarito che, se così non fosse stato, avrei mollato tutto. Ma entrambi siamo stati coinvolti in tutto quel che abbiamo fatto. Non volevo far la parte dello sgobbone per un prodotto che alla fine sarebbe stato più grande di me.
Keanu ha collaborato a ogni passo del processo di produzione, sin dalla nascita del progetto e dalle primissime riunioni. Quando ho spiegato che, secondo me, avremmo avuto bisogno di spazio, di almeno dodici numeri, è stato d'accordo e da lì in poi ci siamo gettati nell'impresa. Poi abbiamo iniziato a definire i dettagli e a confrontarci in continuazione, a dare forma a ogni particolare del personaggio, delle epoche che avremmo mostrato, del contenuto di ogni numero. La cosa bella è che lui aveva davvero un sacco di idee intelligenti riguardo il ruolo della scienza nella trama, del suo funzionamento e di parecchie svolte di trama. E anche riguardo la narrazione grafica, il che mi ha sorpreso positivamente, perché spesso lavori con scrittori che sono solo questo: scrittori che non penano a come dovranno apparire sulla pagina le cose, a come si manifesta l'azione visivamente.
Reeves invece pensa in maniera visiva. Lavoravamo alla sceneggiatura insieme, io la battevo, facevo una prima bozza dei dialoghi e delle scene e poi procedevamo su quella base. Lui recitava ad alta voce ogni singola battuta. Per uno sceneggiatore è un mezzo incubo sentire un attore che recita quello che ha scritto, ma è anche un grande test. Era una grandiosa prova di qualità per i dialoghi, perché mi dava modo di rendermi conto in diretta di quali battute funzionassero o meno. Sono felice di aver lavorato con lui perché ha sempre avuto una mano sul volante, in senso buono, e ho sempre avuto la sensazione che onori e oneri siano stati divisi a metà. Ha portato dentro BRZRKR qualcosa che io non avevo e viceversa. Davvero figo.
Fonte: Bleeding Cool