Bryan Singer riflette sul suo Superman

In una lunga intervista, Bryan Singer ripercorre le tappe che hanno portato all'insuccesso del suo Superman Returns del 2006, dal periodo di uscita, alle reazioni del pubblico, agli omaggi alla saga di Donner...

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Fonte: cbm

A cinque anni di distanza dall'uscita, e con un nuovo film sull'uomo d'acciaio in preparazione, il regista e produttore Bryan Singer è tornato a parlare del suo sfortunato Superman Returns con l'allora esordiente Brandon Routh.

Nonostanze una discreta accoglienza della critica, il pubblico si dimostrò piuttosto freddo nei confronti della pellicola, che non fece certo registrare incassi memorabili al botteghino e venne considerata un'operazione commerciale non riuscita.

Nell'intervista che segue il regista affronta apertamente quelle che riconosce essere le mancanze della pellicola, cercando tuttavia di motivare determinate scelte alla luce di un'operazione che voleva, fra le altre cose, rendere omaggio alle famose pellicole di Richard Donner.

Sei rimasto sorpreso della reazione del pubblico al film?
E' difficile per me stabilirlo. Il mio responso è “non è stato così male”. Si sa che l'estate è un periodo particolare – so che è difficile dare la colpa al periodo, ma ci sono determinate aspettative per un film estivo. Credo che Superman Returns fosse un po' troppo nostalgico e romantico, e non penso fosse quello che la gente si aspettava, specialmente in estate.  Ho notato inoltre che non c'erano molte donne ansiose di vedere un cinecomic, ma preferivano piuttosto andare a vedere Il Diavolo veste Prada, che comunque aveva qualcosa che avevo voluto aggiungere. Ma quando stai facendo un film non stai a pensare a quella roba, pensi piuttosto: “Wow, voglio fare un film romantico che riporti al film di Richard Donner che mi è tanto piaciuto”. Ed è quello che ho fatto...

Concentrarsi sul lato romantico delle vicende, specialmente in un film su un supereroe, non è quello che la gente si sarebbe aspettata da te.
Giusto, perchè ero conosciuto per i film sugli X-Men, che erano più realistici e crudi. Quello penso fosse uno dei problemi maggiori. In più c'era la complicata relazione tra Richard White e Lois Lane che potrebbe aver distratto gli spettatori. Quentin Tarantino e io ne abbiamo parlato – lui era affascinato da questo film e ha scritto un intera recensione su di esso, e sulla parte di Lois è stato puntiglioso. La relazione nel film di Donner era bianca o nera, qui invece era più complicata. In aggiunta, c'era anche un bambino coinvolto. Ancora, stavo realmente pensando di fare il film per quel pubblico di donne di Il Diavolo veste Prada che normalmente non verrebbe a vedere un film di supereroi.

Sembra che tu abbia pagato troppo l'omaggio a Richard Donner.
Assolutamente. La cosa interessante è che la gente sa che io sono un grande Trekkie e mi chiede quando farò un film di Star Trek. E io rispondo che sono un fan troppo grande e con un mio film sembrerebbe di guardare di nuovo L'ira di Khan. Lo stesso con Superman, che, lo ripeto, era nostalgico e romantico e non un adrenalinico film estivo come Transformers o altro. Non era quello che la gente voleva vedere da me, conoscendo quello che avevo fatto con gli X-Men, dove ho raccolto tutti i tratti fumettistici e li ho resi reali.

Un'ultima considerazione riguarda il fatto che Luthor ferisce e quasi uccide Superman, e sembra strano che dopo i due non appaiano più insieme sullo schemo.
Ho sempre sentito che l'origine di Superman è la storia di Mosè. [...]mentre questa era una storia cristologica – riguarda il sacrificio: “il mondo, sento che piange”. Quindi cosa succede qui? Lui si prende una pugnalata nel fianco e precipita sulla Terra come crocifisso.  Potrebbe sembrarvi pesante, ma a me è piaciuto, dato che ho sempre trovato la storia di Cristo coinvolgente ed emozionante. […] l'aspetto romantico e nostalgico della pellicola ha comunque lavorato contro le aspettative del pubblico riguardo lo stile del film.

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