Brian Bendis su Scarlet: Le rivolte di Flint hanno dato più forza alla mia storia
Le giustificazioni della violenza, la corruzione, le contraddizioni dei media e la paura di ciò che possiamo diventare: Bendis parla di Scarlet
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Bendis ha parlato dello stato attuale della serie e del prossimo futuro a Comic Book Resources, a partire dal parallelo con la cronaca statunitense e dalle rivolte della città di Flint dovute ai problemi di razzismo interni alla forza di polizia.
Gli incidenti che sono accaduti nella vita reale hanno sicuramente dato più forza alla storia che stiamo raccontando e hanno creato un livello di coinvolgimento superiore. Si tratta di un problema antico nella nostra società e non si tratta di una semplice ingiustizia. Anche oggi vediamo il Congresso incapace di agire di fronte alla violenza e all'uso delle armi. È una situazione scioccante.
Un tempo a lavorare su Scarlet eravamo solo io, Alex e l'editor Jen Gruenwald, mentre ora c'è un intero team che sta lavorando alla serie televisiva. I nostri showrunner continuano a mandarmi spunti che mi sorprendono ogni volta: è incredibile pensare a dove siamo arrivati con questa storia, pur con tutti gli elementi complessi che contiene.
Tra scene di bullismo e di violenza sulle donne sul posto di lavoro ci sono diverse immagini e situazioni forti. A volte, quando finiamo un numero, anche se sappiamo di ispirarci alla realtà, ci chiediamo se non siamo andati troppo oltre. Perché io non farei mai nulla di questo genere e, in alcune occasioni, mi sembra che le vicende reali a cui mi ispiro siano esse stesse un'opera di finzione. Poi, succede sempre qualcosa che mi ricorda che no, è tutto vero, e queste cose capitano sul serio.
Bendis ha quindi parlato di alcuni aspetti direttamente connessi agli eventi raccontati nella serie. Vi risparmiamo i particolari, dato che sarebbero uno spoiler poco utile, ma sappiate che il livello di violenza tra i manifestanti, Scarlet stessa e la polizia, raggiunge davvero quello di uno scenario di guerra.
Parliamo di una materia piuttosto complessa. Noi raccontiamo storie di violenza e ci sono ragioni per cui, ad esempio, la nostra protagonista si scaglia con tanta brutalità contro le forze dell'ordine. Ma io e Alex siamo consapevoli dei rischi e parliamo spesso della possibilità di ispirare atti similari in chi ci legge. Cosa che non vogliamo assolutamente fare. Quando scrivi Guardiani della Galassia, c'è un procione a sparare con un fucile, ma qui, in questa versione estrema della realtà, c'è un personaggio realistico.
Ho tutta l'intenzione di esplorare a fondo questi temi, ma assolutamente voglio evitare di romanzarli e di edulcorarli al punto da dare l'impressione sbagliata. Per ora, grazie al cielo, abbiamo mantenuto la barra dritta e pensiamo sempre al miglior modo di proporre gli eventi.Ho grandissimo rispetto per i nostri poliziotti, ma la mia reazione alla corruzione è sempre fortissima. Voglio avere la libertà di parlarne senza che un poliziotto pensi che la mia storia sia contro di lui personalmente.
La serie è condotta a vista da Bendis, che spiega di considerare, di volta in volta, possibilità molto diverse, strade molto distanti fra loro. Ad esempio, ha spesso pensato di mettere fine alla vita di Scarlet Rue, che avrebbe potuto sopravvivere come martire, ispiratrice di una battaglia che sarebbe proseguita senza di lei.
Nella serie, ci sono momenti in cui si riesce a tifare per Scarlet e altri in cui le sue scelte sono inaccettabili. Il mondo intero sta bruciando attorno a lei e, in qualche modo, per colpa sua. Ecco perché ogni volta che giri una pagina c'è qualcosa a ricordarti chi sia, chi avrebbe potuto essere, ovvero una ragazza gioiosa e innamorata. Conosciamo bene quale sia stato il suo ultimo momento felice e io ricordo ogni volta che posso che le è stato strappato e per questo si è trasformata nella persona che è oggi.
Quindi sì, anche io sono spaventato da Scarlet Rue. Sono a pochi numeri dal termine del terzo arco narrativo e sto scrivendo degli eventi che mi entusiasmano. Sono entusiasta proprio perché sono preoccupato per lei, per il personaggio che ho creato.
Nell'ultimo ciclo di storie, una vera e propria guerra urbana si è scatenata a Portland. Bendis ci tiene a sottolineare che tutto il mondo sta guardando questi eventi. E la cosa porta a un determinato discorso, affrontato nella serie anche sui media. Infatti, nella storia, Scarlet sta venendo dipinta come colpevole, come una terrorista, senza alcuna giustificazione.
Il rapporto dei media con la cronaca mi affascina. Se leggiamo l'Huffington Post, in questi giorni, veniamo informati che la campagna politica di Trump sta per infilarsi in una buca profonda e senza fine, che sta fallendo, che i finanziamenti sono agli sgoccioli.
Se invece andiamo su Drudge Report, non c'è traccia di tutto questo e si parla solo di Hillary che ha usato la parola "negro", senza prove. Credo sia affascinante come il revisionismo possa farti credere qualunque cosa e sono felice di poter mettere Scarlet sotto un microscopio di questo genere.
La serie riprenderà il prossimo anno, proprio per raccontare il riflusso mediatico della Battaglia di Portland che si è visto nel secondo arco.
Fonte: Comic Book Resources